Trinità con la Madonna e i santi Giovanni Battista, una domenicana (?), Antonio di Padova (?) e Rocco
dipinto,
ca 1650 - ca 1650
Mango Pietro (notizie 1639-1660)
notizie 1639-1660
La tela è in parte ripiegata sotto al telaio
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Mango Pietro (notizie 1639-1660)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proviene da una chiesa dei Francescani, come suggerisce l’inventario del 1803 che lo descrive (App. [6], n. 84) come “Un quadro di braccia 7 altezza, e 4 in larghezza rappresentante San Rocco, Sant’Antonio, la deposizione di Gesù dalla Croce, la Beata Vergine, Santa Rosa, San Giovanni Battista con una Gloria d’Angeli d’ignoto autore”. Nel documento in questione, l’indicazione a margine “Padri Francescani” può indicare tanto una provenienza da San Francesco quanto da San Francesco di Paola, rispettivamente dei Minori e dei Minimi. La descrizione offerta dal documento citato è precisa e calza molto bene al 763. In alto Dio Padre sostiene Cristo in pietà; alla sinistra sono la Vergine, con le braccia pateticamente aperte, e il Battista in preghiera; alla destra sono invece alcuni angeli, che sostengono in volo la croce e gli strumenti della Passione, e una santa, che sostiene con la mano sinistra i piedi del Redentore. Questa, identificata nel 1803 con Rosa da Lima, ha un giglio per attributo iconografico e veste abiti da domenicana. In basso sono san Rocco e un santo inginocchiato che l’inventario del 1803 ritiene Antonio di Padova, l’unico che si potrebbe legare alla provenienza francescana dell’opera; tuttavia i risvolti bianchi della veste, il libro aperto che tiene in mano e il giglio sostenuto dal putto, non disdicono a san Domenico. La presenza di una domenicana in posizione privilegiata, ai piedi del Redentore, farebbe piuttosto pensare a una commitenza da parte dei Predicatori e fa sospettare dell’indicazione di provenienza fornita dall’inventario del 1803. La manifestazione della Trinità presentata col Cristo morto e gli angeli che esibiscono gli strumenti della Passione si trova, per esempio, nel dipinto attribuito a Pietro de’ Pietri già nella cappella papale al Quirinale e ora a Vienna, Kunsthistorisches Museum (inv. 123), datato 1711-1716, ma anche Tiepolo nel duomo di Udine rappresenta la Trinità con Cristo crocifisso. La nostra tela è inventariata in Palazzo nel 1948, probabilmente da Ozzola, come “Scuola lombarda del sec. XVII”. Un termine post quem sarebbe offerto dalla presenza, se effettiva, di santa Rosa, beatificata nel 1668 e canonizzata nel 1671, ma credo piuttosto che la figura ai piedi di Cristo sia Caterina da Siena e che al dipinto debba spettare una datazione anteriore e attorno alla metà del XVII secolo; anche in un altro caso, nello stesso inventario, santa Rosa è indicata impropriamente (cat. [93]). I panneggi così mossi e agitati, solcati da lunghe pieghe angolose, la sguaiata teatralità barocca, il forte chiaroscuro puntano verso il napoletano Pietro Mango, attivo per i Gonzaga Nevers tra il 1646 e il 1656. Anche l’analisi dei particolari conduce in questa direzione: il putto in basso a sinistra, che sostiene il giglio, è praticamente identico a quello che troviamo su un dipinto su cuoio del Mango (cat. [400]); il volto della Madonna pare del tutto analogo a quello della Circoncisione del Museo della basilica di Gandino. Ne deriva una cronologia al 1650 circa. Anche in questa tela, per quanto estremamente consunta, si riescono a cogliere le ragioni che hanno portato Agosti (1992, p. 24) ad accostare stilisticamente il Mango a Pietro Ricchi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152027
- NUMERO D'INVENTARIO St. 763
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0