Madonna del popolo

dipinto, ca 1600 - ca 1600

dipinto privo di cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Marcoleoni Francesco (1588/ 1625)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è menzionato per la prima volta in palazzo Ducale da un inventario del 1803 (App. 4, n. 25), che lo dice provenire da una chiesa delle terziarie di San Francesco e lo descrive come: "Un quadro per inpiedi alto braccia 3½ largo braccia 2½ esprimente una Beata Vergine col Bambino della maniera del Borgani, patito". I successivi inventari delle raccolte del Palazzo citano regolarmente l'opera, ma quello del 1875 (n. 4) specifica che il quadro è "dipinto da Francesco Leone". A monte della menzione del 1803 risulta difficile identificare la chiesa da cui il dipinto proviene, considerando che potrebbe trattarsi di quelle di San Ludovico, di Santa Lucia o di San Giuseppe, le cui opere confluiscono con le soppressioni napoleoniche in palazzo Ducale. L'inventario statale lo descrive, nel 1948, come opera di scuola mantovana del Seicento. Il cat. 282 è menzionato da Sanguineti (in Dipinti 2002, p. 65), che lo ritiene realizzato da Francesco Borgani nel primo quinquennio del Seicento; egli rammenta l'inventario del 1875 che suppone ricordi il nome del committente dell'opera, piuttosto che dell'autore; descrive infine il soggetto genericamente come una Madonna col Bambino. In seguito segnalo la nostra tela come copia della Salus Populi Romani - nome tuttavia con cui l'immagine sacra è indicata dall'Ottocento - e propongo di assegnarla a Francesco Marcoleoni, cui alluderebbe il "Francesco Leone" indicato dall'inventario ottocentesco (L'OCCASO 2004d, p. 58 nota 11; S. L'Occaso, in Rubens 2005, pp. 72-75; L'OCCASO 2007, p. 108 nota 42). La scritta è ancora parzialmente leggibile in basso, vicino a uno stemma non identificato. Non posso accogliere la proposta della MORSELLI (2009, pp. 190-192), la quale ravvisa il modello della nostra tela nella Madonna sulle nuvole incisa da invenzione di Federico Barocci (e che ha invece eco, a Mantova, in uno stendardo seicentesco conservato nella chiesa degli Angeli). Occorre però avvertire che la nostra tela non segue fedelmente l'iconografia dell'icona romana, neppure attraverso una delle varie incisioni dei Wierix, anche in controparte rispetto all'originale. Qui il Bambino è sulla destra, diversamente dalla nostra tela, in cui Madre e Figlio sono all'incirca rovesciati rispetto al prototipo, mentre la gestualità è mantenuta come nell'originale: il Bambino benedice con la destra e tiene nella sinistra il Libro chiuso. Varie sono le attestazioni a Mantova, intorno al 1600, dell'iconografia della Madonna del Popolo romana (da non confondere con quella mantovana: cat. 96), a dimostrare come la devozione, nata su impulso del gesuita san Francesco Borgia nel 1569, per l'immagine che si riteneva dipinta dall'evangelista Luca, abbia presto raggiunto anche l'area padana. Anche Cremona (pala di Luca Cattapani nel duomo) e Brescia (tela di Pietro Ricchi nel convento cappuccino di Barbarano, presso Salò; tela inv. 2281 della Pinacoteca Tosio Martinengo) sono lambite da questo recupero che interessa tutta l'Italia (il Fiasella la rappresenta nella tela nella chiesa di Nostra Signora della Misericordia a Massa; per Torino si veda ARNALDI DI BALME 2005, pp. 45-47), l'Europa - il brussellese Engelhard de Pee si autoritrae nell'atto di dipingerla (München, Bayerische Staatsgemäldesammlungen, inv. 41) - e i più lontani paesi del mondo (D'ELIA 1954). L'icona mostra una Maria Advocata e Mediatrix, portatrice di grazia (OSTROW 2002, p. 168). Alla diffusione di questa devozione hanno contribuito anche Carlo Borromeo - che nel 1563 prende davanti a essa gli ordini - e Federico Borromeo, effigiato davanti alla Madonna del Popolo in un dipinto della Pinacoteca Ambrosiana (inv. 902). L'icona è inoltre posta vicino al suo cataletto nel Viatico del santo del duomo ambrosiano. Per quanto riguarda Mantova, negli ultimi anni del Cinquecento "l'imagine di Santa Maria Maggiore" viene posta su un altare della Santissima Trinità (GORZONI 1700 [ed. 1997], p. 94; SCHIZZEROTTO 1979, pp. 43-44; VON ZUR MÜHLEN 1997, p. 170 nota 78), dove rimane fino alla sostituzione con la pala di san Francesco Borgia (cfr. cat. 443); in base a quanto detto, il cambio non pare iconograficamente casuale. Nel 1604 una Madonna del Popolo è menzionata nell'inventario post-mortem di Camillo Capilupi (REBECCHINI 2002, p. 387 n. 6.III.4); nel 1662 una è tra i beni della fu contessa Vittoria Marliana di Sabbioneta (ASMn, Carte Valenti); nel 1688 una "Vergine col Bambino detta del Popolo di Roma" è nell'inventario del fu Francesco Malpizzi (L'OCCASO 2007, p. 106 nota 32) e potrebbe essere giunta nella chiesa di Santa Lucia, tramite Maria Felice Malpizzi, monacatasi nel 1692 in quella chiesa. Dato che quel tempio era delle terziarie di San Francesco, non si può escludere che per queste vie il cerchio si chiuda e che il dipinto appartenuto a Francesco Malpizzi sia il nostro. Marcoleoni è un artista di origine veronese ma attivo a Mantova dal 1588 al 1613-1614.CONTINUA IN OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151999
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 775
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • ISCRIZIONI in basso a destra - [Francisc]US [M]A[rcole]ONUS - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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