Incontro alla porta Aurea. incontro di Sant'Anna e San Gioacchino alla porta aurea
dipinto
ca 1580 - ca 1585
Ghisi Teodoro (attribuito)
1536/ 1601
Dipinto privo di cornice
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Ghisi Teodoro (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Credo che l'opera sia menzionata per la prima volta in un inventario del 1803 del palazzo Ducale, con un'indicazione di provenienza da una chiesa dei francescani, che dovrebbe essere proprio San Francesco (App. 6, n. 138); il "quadro in piedi di braccia 5½ in altezza e braccia 4 once 3 in larghezza rappresentante San Giovacchino, e Santa Lisabetta con gloria d'Angeli", che credo sia quello in esame, è indicato come "Duplicato". Non vi sono però nello stesso inventario altre descrizioni analoghe e non escludo quindi che quella indicazione sia scorretta. Da allora il dipinto è regolarmente descritto negli inventari del Palazzo, anche se non si può escludere la confusione con altri dello stesso soggetto anticamente esistenti e in particolare quello di Bernardino Malpizzi (cat. 288). PORTIOLI (1879, p. 24), il primo studioso a citare il dipinto, sostiene che esso si trovasse originariamente nella chiesa di San Carlo. Bisogna attendere oltre un secolo perché l'opera venga nuovamente discussa: Ozzola la inventaria nel 1948 come di mano di Viani, ma non la pubblica nel suo catalogo. Viene esposta nel 1987 per la Settimana dei Beni Culturali (come opera di mantovano del XVII secolo: BERZAGHI 1988, p. 12 nota 15) e l'anno seguente BERZAGHI (1988, p. 4) la pubblica finalmente come opera del mantovano Teodoro Ghisi. In seguito lo studioso (BERZAGHI 1998c, p. 130) propone una datazione "ben oltre il 1577" e suggerisce di identificarla con la tela conservata anticamente in Sant'Antonio, lì descritta da CADIOLI (1763, p. 106) come "il quadro di S. Anna, e S. Giovacchino, con una graziosissima Gloria, di Lorenzo Costa". Dato che Cadioli descrive in quella chiesa (o meglio oratorio), dicendola opera di Luigi Costa, una pala con La Trinità e i santi Sebastiano e Rocco di Teodoro Ghisi (Verona, Museo di Castelvecchio, inv. 6399-1B209), Berzaghi suppone che l'Incontro qui descritto potesse affiancarla. Recentemente Rodella analizza nel dettaglio il nostro dipinto, sottoposto a nuovo restauro: conferma l'attribuzione a Ghisi e - analizzando gli inventari dell'epoca delle soppressioni - lascia aperte varie possibilità circa la provenienza della pala: Sant'Antonio, Sant'Agnese o San Francesco. È estremamente probabile che la tela di Sant'Antonio non sia mai giunta in palazzo Ducale: nessuna opera proveniente da quella chiesa è infatti confluita nella raccolta demaniale, se non gli affreschi strappati negli anni Settanta del XIX secolo. Nel non lineare catalogo di Ghisi - che si muove con agilità tra naturalismo, caricatura e astrazioni formali controriformistiche - questo dipinto potrebbe occupare una posizione cronologica senz'altro anteriore alla pala di Pesaro, che si data entro il 1587 e propone un allungamento delle figure e una spigolosità che nella nostra tela, ove tutto è morbido e tondeggiante, non si avverte. È pur vero che questo Incontro mostra già la conoscenza della pittura di Lorenzo Costa, che Ghisi potrebbe aver assimilato lavorandoci fianco a fianco, attorno al 1580, nei cantieri per il duca Guglielmo in palazzo Ducale. Tale influenza si avverte soprattutto nella gloria angelica. Propongo quindi una datazione al 1580-1585 ca., rilevando tangenze con due tele di soggetto e composizione piuttosto simili: la Visitazione di San Martino dell'Argine e quella del duomo di Carpi. Nella rappresentazione, spoglia e araldica nella parte inferiore, vivace e luminosa nella teofania, si segnala anche la particolarità iconografica delle "Mani benedicenti", come visualizzazione della divinità secondo una formula medievale, rara nel Rinascimento (DALLI REGOLI 2000, pp. 15-16). Nel Mantovano, le trovo nel "toscano" tabernacolo marmoreo di Ostiglia. Nel dipinto di Ghisi, dalle mani doveva materializzarsi un giglio, che affiora appena e che è stato poi forse eliminato nella stesura definitiva
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151990
- NUMERO D'INVENTARIO St. 781
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0