Ritratto di papa Paolo IV Carafa
dipinto,
ca 1556 - ca 1560
Dipinto privo di cornice
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel palazzo Ducale di Sabbioneta, nel 1773, il soprintendente della Ducale Scalcheria, Antonio Maria Romenati, scopre, oltre a una straordinaria collezione di marmi antichi, anche quanto resta di una galleria di dipinti con Uomini illustri raccolti a partire da Vespasiano Gonzaga; al trasferimento di questi dipinti a Mantova, quello in esame è con ogni probabilità da riconoscere nel numero 8 dell'elenco predisposto: "Papa Paolo quarto Caraffa dii [sic] vita esemplare" (VENTURA 1997, p. 109). L'identità del pontefice è però presto dimenticata: il dipinto, destinato nel 1799 alla Biblioteca Comunale, è consegnato nel 1923 in palazzo Ducale (cfr. p. 13 e TAMASSIA 1996, p. 62), dove viene inventariato nel 1937 come "ritratto del Cardinale Scipione Gonzaga", di anonimo settecentesco. Per OZZOLA (1949, n. 257; 1953, n. 257) il quadro rappresenta un generico "Ritratto di papa" e sarebbe di scuola mantovana, non si sa di quale secolo. Il dipinto mostra - come correttamente indicato da Romenati - le fattezze di papa Paolo IV Carafa, del quale rimangono pochissimi ritratti. Pontefice dal 1555 al 1559, uomo dal temperamento molto acceso e ossessionato da un orgiastico senso del potere (SARPI XVI sec. [ed. 1966], II, p. 497), dopo la morte è oggetto quasi di damnatio memoriae. Tra i pochi ritratti sopravvissuti (su cui, in primis, VON PASTOR 1913, p. 364 nota 2), vi sono alcune statue e medaglie, delle incisioni - tra cui quella del 1558 di Nicolas Beatrizet - e rari dipinti su tela, come quello di Cristofano dell'Altissimo agli Uffizi (inv. 2993) o uno in collezione privata, in cui PETRUCCI (2008, I, p. 12) riconosce le sue fattezze. È poi noto il frammento della statua scolpita da Vincenzo de' Rossi e conservato a Roma, nel Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo (M. Butzek, in Vittoria Colonna 1999, pp. 278-282 n. III.37). Vi è poi una fortuna iconografica molto successiva, per lo più legata all'ordine dei teatini (favorito dal pontefice), che include il ritratto del 1699 di Cesare Fantitto (L'Aquila, Museo Nazionale d'Abruzzo) e quelli conservati nella sacrestia dei Santi Michele e Gaetano a Firenze e nella chiesa di Sant'Abbondio di Cremona. Il ritratto di Paolo IV non figura nella raccolta gioviana per ovvi motivi cronologici (il vescovo di Nocera muore nel 1552), mentre è presente - stanti i documenti antichi - nelle affini raccolte iconografiche di Alfonso Chacón, in quella medicea, in quella di villa Medici, nella collezione della biblioteca del monastero di San Lorenzo El Escorial e in quella dell'arcivescovo Ludovico II de Torres (HERKLOTZ 2009, p. 137). A Mantova, ritengo possibile che Paolo IV fosse fra i pontefici raffigurati nella sala dei Papi del palazzo Ducale (BERZAGHI 1985, p. 47). Un inventario del 1697 dei beni del cardinale Domenico Maria Corsi a Roma menziona un ritratto del Carafa di mano di Daniele da Volterra (Archivio 2009, p. 210 n. 21). Nell'Ottocento, un ritratto del pontefice attribuito a Tiziano si conservava a Northwick Park, in Inghilterra (RUSHOUT 1858, p. 60 n. 487) ed è passato in asta, con un'improbabile attribuzione a Sebastiano del Piombo, presso Christie's (Londra, 15 ottobre 1971, lotto 118); dalla descrizione offerta nel catalogo di vendita, si evince che il Carafa indossa abiti pontifici (rendendo così impossibile l'attribuzione a Sebastiano, morto nel 1547) e tiene nella mano sinistra una lettera: si tratta quindi di un dipinto di impostazione diversa dal nostro. Un altro (?) ritratto del pontefice, di scuola veneziana, era nel 1858 nella collezione Kellogg, in America (RICHARDSON 1960, p. 280 n. 26). Il nostro dipinto presenta il pontefice con lineamenti identici a quelli della stampa di Beatricetto, ma il corpo ha una tensione nervosa e plastica che fanno pensare a un prototipo di Jacopino Del Conte, non troppo lontano dal Ritratto di Paolo III e Ottavio Farnese (già Roma, collezione A. Barsanti), del 1555 ca
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151981
- NUMERO D'INVENTARIO Gen. 6803
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0