deposizione di Cristo nel sepolcro

dipinto, ca 1510 - ca 1512

Sinopia rossa e nera e frammento di affresco. Il disegno presenta un fuoco prospettico ribassato, che tiene conto dell’originaria collocazione in alto degli affreschi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
    intonaco/ carboncino
    intonaco/ terra rossa
  • ATTRIBUZIONI Allegri Antonio Detto Correggio (1489 Ca./ 1534)
  • LOCALIZZAZIONE Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La sinopia viene scoperta da Paccagnini nel 1961, allorché questi procede allo strappo degli affreschi del pronao della basilica di Sant'Andrea (cfr. cat. 63). Un analogo intervento sulle pitture era stato già proposto nel 1829 dal bresciano Guala (forse Luigi Guala, su cui TORRESI 1999, p. 81), come veniamo a sapere da una lettera del 12 novembre 1829 di Agostino Comerio a Carlo d'Arco (ASMn, DPA, b. 204). Nel 1833 il mantovano Pietro Ogliani realizza un intervento di "restauro" (ossia una robusta ridipintura) delle pitture del pronao e in seguito, tra il 1834 e il 1835, alcuni avanzi delle pitture rinascimentali - definiti "scrostature" - vengono depositati presso l'Accademia Virgiliana (PASTORE 1991, p. 42), ma oggi non ne resta traccia. Anche Longhi, con una lettera del 1938 al ministro Giovanni Bottai, sosteneva l'opportunità di staccare i due tondi del Correggio (PAOLUCCI 1985b, p. 332). Lo strappo viene esposto alla mostra su Mantegna curata dallo stesso Paccagnini nel 1961; rimane in palazzo Ducale per vari anni (vi è inventariato nel 1973) e nel 1983 giunge nel Museo Diocesano di Mantova, sua attuale collocazione (inv. 8). La sinopia della Pietà mostra palesi tracce di una precedente elaborazione: in alto si vedono i frammenti di tre teste nimbate, probabilmente della Vergine, di Cristo e di san Giovanni Evangelista. Sono lacerti di una pittura forse già rovinatasi in antico, cui corrisponde anche qualche traccia di una sinopia rossa, realizzata con la stessa tecnica e dalla stessa mano che ha steso la mantegnesca sinopia dell'Ascensione (cat. 63); per quanto è possibile giudicare, al medesimo pittore spettano i Santi Andrea e Longino già sul frontone della chiesa (oggi nel Museo Diocesano, inv. 10), datati 1488. Il Correggio è quindi in effetti intervenuto "con un intendimento di restauro di una precedente composizione andata distrutta" (PACCAGNINI 1961b, p. 57). Senza apparentemente rispettare la composizione sottostante, egli ha steso a pennello il disegno preparatorio, con un tratto largo e compendiario (ma eccessivamente reintegrato nel restauro del 1991) che pare antitetico al minuto tratteggio dell'anteriore sinopia rossa, databile al 1488 ca. Nell'esecuzione dei due affreschi, Allegri si è avvalso anche di più accurati disegni preparatori, dei quali ci rimane solo uno studio per la donna piangente (la Maddalena?) nella Pietà, conservato alla Pierpont Morgan Library di New York (inv. IV, 30), connesso all'affresco e assegnato al Correggio da POPHAM (1957, p. 13). Il procedimento esecutivo potrebbe quindi assimilarsi a quello rilevato da Paccagnini per la sinopia dell'Ascensione: il pittore sarebbe partito da un disegno sull'intonaco, necessario al coordinamento della composizione, cui avrebbe sovrapposto cartoni più dettagliati riportati con la tecnica dello spolvero. L'attribuzione ad Allegri della Deposizione è accettata dalla maggioranza gli studiosi: tra quelli di parere discorde sono GOULD (1976, pp. 30-32 e 283), che la rifiuta, e DI GIAMPAOLO e MUZZI (1993, p. 150 n. 1A), che ne dubitano o piuttosto la escludono (ma cfr. anche S. L'Occaso, in Correggio 2008, pp. 179-180 n. II.13a-c). I due tondi potrebbero datarsi a ridosso del 1512; sono il frutto di una commissione in cui potrebbe essere coinvolto il cardinal Sigismondo Gonzaga, primicerio di Sant'Andrea dal 1483 al 1514 (S. L'Occaso, in Correggio 2008, p. 180); BROWN (1981, p. 19) ritiene che il soggiorno mantovano del Correggio possa collocarsi tra il 1511 e il 1514; la DEGRAZIA (1984, p. 68), propone una cronologia al 1510-1512. BOTTARI (1990, p. 186) pensa a una fase successiva rispetto agli Evangelisti della cappella di San Giovanni Battista. In anni recenti ROMANO (1998, p. 19) e Goldner (in Correggio and Parmigianino 2000, p. 32) puntano su una data verso il 1510-1511, mentre EKSERDJIAN (1997, p. 25; 2008, p. 77) e RICCOMINI (2005, p. 11) propendono per il 1508-1510, anni nei quali per Ekserdjian si può collocare anche la Madonna Barrymore (Washington, National Gallery of Art). Credo che gli affreschi dell'atrio di Sant'Andrea mostrino il superamento del magistero mantegnesco, cui è invece legata la Madonna Barrymore (se come sembra si deve al Correggio); ritengo che i murali siano successivi alla paletta di Detroit (1510 ca.), di provenienza mantovana, e anteriori alla Madonna di Chicago, datata attorno al 1514 (EKSERDJIAN 1997, p. 50), che presenta affinità compositive con la nostra Sacra Famiglia e che richiama anche, nel pergolato fitto di agrumi, la volta della cappella funebre di Mantegna. BENATI (2008, p. 124) suggerisce per gli affreschi, e così implicitamente per la sinopia, una datazione non oltre il 1510, mentre la Romani (in Mantegna 2008, p. 442) è orientata verso il 1510-1511. Continuo a credere che il debito di Francesco Mantegna verso il Correggio, saldato nel 1512 (SIGNORINI 1996; ROMANO 1998, p. 33 nota 5; MONDUCCI 2004, pp. 43-45), possa essere in qualche modo legato CONTINUA IN OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151966
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 1989
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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