fregio
dipinto,
ca 1450 - ca 1460
Due dei cinque pannelli su cui sono stati riportati cinque frammenti di affreschi strappati, appartenenti a due decorazioni diverse ma facenti parte di un'unica campagna decorativa
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I cinque pannelli appartengono a due diverse decorazioni: gli affreschi, prima del loro strappo, costituivano il fregio di un paio di ambienti di un edificio in contrada Bellalancia, sconvolto dal "risanamento" urbano del 1957-1960. Gli affreschi vengono inventariati nel 1973 in Palazzo Ducale, tutti e cinque come pertinenti a un'unica decorazione e tutti e cinque come opere del XVI secolo. Un po' per le diverse altezze dei pannelli, un po' per la diversità dei motivi decorativi, per quanto simili, credo che invece essi vadano divisi in due "sottogruppi": 2018 e 2020 presentano lo stesso motivo corrente nel fregio e sotto di esso un motivo a nuage conventionnel (Baltrušaitis 1955, pp. 256-258); gli altri tre invece hanno, nel "fregio", dei fioroni stilizzati e, al di sotto, dei motivi floreali. Ciò nonostante, viste le forti affinità tra i due schemi, credo che gli affreschi appartengano a un'unica campagna decorativa. Più interessanti mi paiono i primi due pannelli, proprio per via di quel motivo a nastro ondulato e sfrangiato, che Bazzotti (1993, p. 279) ha definito una sorta di "nube raggiante", "che ricorda l'impresa appartenuta a Gian Galeazzo Visconti" (su cui, recentemente: Venturelli 2003, pp. 16 e 28). In effetti il tema ha ampia diffusione nel Tre e Quattrocento in Europa, nonostante provenga dal lontano Oriente. Cammann (1951) e Baltrušaitis (1955, pp. 256-258) fanno derivare dal tchi cinese questo motivo, che il secondo definisce "nuvola convenzionale", appunto; generalmente viene associato, tanto in Oriente dove esso nasce quanto in Occidente dove esso è largamente adottato, a epifanie celesti e nel Quattrocento tende a irrigidirsi in formula decorativa (come elemento "esotico": Cammann 1951, p. 8 nota 50). Aggiungerei che esso perde anche in parte, nel Quattrocento, il significato sacrale originale; a Milano entra agli inizi del XV secolo nella sfragistica viscontea e nel nostro caso è adoperato per la decorazione di un palazzo privato, che non credo abbia alcuna relazione con i Visconti. Su uno degli altri tre pannelli, il 2021, si legge un'iscrizione a tratto rosso con la data 1495 (Marani 1967, p. 348); ma questa, probabilmente un 22 ottobre 1495, non è a mio avviso di alcuna utilità, poiché offre semmai uno scontato termine ante quem per la decorazione, ancorata a un gusto pienamente tardogotico; gli affreschi documentano infatti un campionario decorativo di abitazioni private prima dell'ornato all'antica mantegnesco. Essi tuttavia già non risentono più della morbidezza e dell'eleganza delle pitture pisanelliane e ritengo quindi che siano databili alla metà del XV secolo o poco dopo; mi pare lecito il confronto con il fregio sull'esterno dell'edificio in via Govi, cui spetterà simile cronologia e con le anteriori pitture nella Cà degli Uberti
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151956-1
- NUMERO D'INVENTARIO St. 2018
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0