Annunciazione

dipinto, 1290 - 1300

affresco strappato e montato su alveolare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di S. Francesco Di Mantova (notizie Secc. Xiii/ Xiv)
  • LOCALIZZAZIONE Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’affresco proviene – assieme al n. 0300152466 – dalla chiesa cittadina di Ognissanti e, per la precisione, dalla cappella dei Morti: si trovava al di sotto dell’affresco di Nicolò da Verona, probabilmente del 1465 (Gerola 1908, p. 156; cfr. L’Occaso 2005, p. 131 nota 4). Testimonianza fondamentale circa l’originaria collocazione dei due murali è una foto conservata presso l’archivio della Soprintendenza, che mostra tanto questo quanto l'affresco identificato dal numero di inventario 12505 posti inequivocabilmente al di sotto delle tracce lasciate sul muro dallo strappo del murale rinascimentale ed entrambi, apparentemente, dipinti sullo stesso strato d’intonaco. Poiché questo intervento viene eseguito entro il 1961, affinché l’affresco del Solimani sia esposto alla mostra sul Mantegna (Paccagnini 1961, p. 108 n. 71), è evidente che i nostri due murali vengono ritrovati in quell’occasione e che l’intervento è stato diretto da Giovanni Paccagnini. D’altronde, il fatto che egli stesso ne taccia nella sua panoramica sulla pittura medievale mantovana, del 1960, suggerisce che la scoperta sia stata fatta dopo quella pubblicazione. L’opera è inventariata nel 1993 come pittura della seconda metà del XIII secolo e senza indicazione di provenienza. La prima menzione bibliografica dell’opera pare quella di Cicinelli (in Castrichini 1996, p. 8), il quale la giudica di fine XIII secolo e “confrontabile col primo livello degli affreschi fine Duecento della Cappella Bonacolsi”: la datazione è pienamente condivisibile. La Spanio (1997, pp. 404-405) istituisce un più calzante paragone per l'affresco descritto in questa scheda con alcune opere bresciane: l’Annunciazione di San Zenone, del 1292 circa, l’Arcangelo Gabriele – proveniente da Santa Maria delle Grazie ma ora conservato nella pinacoteca Tosio-Martinengo e alcuni affreschi della chiesa di San Francesco. La studiosa ravvisa nell’affresco “l’interesse locale per le novità del “Rinascimento paleologo”, mediate soprattutto dalla pittura veneziana” e sottolinea le tangenze con l’anonimo frescante attivo alla fine del Duecento a Venezia, in San Giovanni Decollato. Alla pittura lagunare rimanda in particolare la resa dell’architettura dietro l’Annunziata, che però, nel caso delle pitture di San Giovanni Decollato, è più convincente e moderna. [cfr. San Bortolo a Ferrara] Le osservazioni della Spanio mi paiono condivisibili, mentre non sono convinto che questo affresco e il 12505 spettino alla stessa mano, come la studiosa sostiene; l’Annunciazione, per quanto riferibile alla stessa bottega – si veda l’analogo modo di dipingere l’aureola – mi pare di un livello qualitativo superiore. Luciano Bellosi suggerisce (com. or.) di accostare l’autore di questo affresco al Maestro delle sante Faustina e Liberata di Como, per via di un simile bizantinismo piegato a nuove ricerche plastiche; Andrea De Marchi non esclude (com. or.) che l’autore di questo affresco sia lo stesso che alcuni anni più tardi ha dipinto le due Madonne col Bambino provenienti da San Francesco (scheda nn. 0300151951 e 0300151718). Eventuale trait d’union delle tre opere sarebbe la frammentaria Natività della chiesa di San Francesco, già sicuramente trecentesca. Al pittore potremmo assegnare il nome di comodo di “Maestro di San Francesco di Mantova”, vista la provenienza di tre delle opere riferitegli e nell’ipotesi che realmente queste pitture siano tutte di un’unica mano. Credo meriti d’essere ricordato, infine, che la chiesa d’Ognissanti è dall’origine e fino al Settecento inoltrato una dipendenza dell’abbazia polironiana di San Benedetto. La cosiddetta cappella dei Morti costituisce il nucleo più antico della chiesa. Alcuni affreschi e una scritta ricordano la sua consacrazione nel 1322, ma un nucleo ospedaliero esisteva almeno dal 1159 [ma vedi Piva e Rubini 2004]. La sua importanza attorno all’anno 1300 è attestata anche dal fatto che lì usava dimorare, nei soggiorni mantovani, il vescovo di Trento Filippo Bonacolsi (L’Occaso 2005, p. 309 nota 440)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151950
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12506
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • ISCRIZIONI all'interno di una fascia dallo sfondo bianco posta nella parte alta dell'affresco - [Av]e gr[ati]a plena D[omi]n[u]s tecum · [Ecce ancilla Domini], fiat m[ihi] s[e]c[un]d[u]m Verbu[m] tuu[m] - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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