porta - ad un battente, opera isolata di Campi Felice (cerchia), Marconi Giovanni Battista (sec. XVIII)
Porta a battente unico laccata di bianco con ornamentazioni e figurazioni dorate e dipinte. Il lato della porta che si affaccia sull'Appartamento degli Arazzi presenta una lunga specchiatura centrale dalla forma rettangolare, con cornice dorata e banda chiara tutt'intorno; all'interno su uno sfondo aranciato un raffinato decoro in grissaille con motivi a girali vegetali. Al centro entro una stella ad otto punte, generata dall'intersecazione di due quadrati, con bordi decorati chiari di foglioline e rosette, è iscritta la rappresentazione dell'uccisione di Turno da parte di enea, episodio dell'ultimo libro dell'Eneide. La raffigurazione si riferisce al momento in cui Enea, pensando all'amico ucciso Pallante, trafigge con la lancia Turno che ancora indossa la cintura d'oro dello stesso Pallante al quale l'aveva sottratta. All'esterno della specchiatura sono dipinte negli angoli quattro testine di profilo in grisaille, all'interno di piccoli tondi dal fondo blu, alle estremità superiore ed inferiore si svolgono decori con ghirlande e nastri su fondo chiaro; lateralmente, sempre su fondo chiaro, raffinati decori di tipo vegetale. L'altro lato, è semplicemente dipinto di bianco e privo di qualsiasi decorazione. Serratura originale
- OGGETTO porta ad un battente
-
MATERIA E TECNICA
FERRO
legno/ pittura/ doratura/ intaglio
-
MISURE
Profondità: 4cm
Altezza: 4 cm
Larghezza: 234cm
: 234 cm
: 117cm
: 117 cm
-
ATTRIBUZIONI
Campi Felice (cerchia): progettista
Marconi Giovanni Battista (notizie 1783-1789): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La porta si colloca tra il cosidetto Passetto degli Arazzi e la stanza mediana delle tre retrostanti l'appartamento degli Arazzi. All'episodio tratto dall'Eneide raffigurato sulla porta, sono da collegare anche le sette raffigurazioni inscritte agli altri angoli della stessa parete e di quella opposta, sempre da riferirsi al poema virgiliano, tra cui Venere che chiede a Vulcano le armi per Enea. Considerando che i dipinti che decorano il passetto degli Arazzi -vale a dire i finti arazzi e le stesse lunette con i sacrifici antichi - furono eseguiti da Felice Campi, si può ragionevolmente riferire allo stesso pittore e alla sua cerchia anche queste piccole inserzioni di tema virgiliano e le belle ornamentazioni in cui sono inseriti facenti parte integrante del complesso pittorico della stanza. L'appartamento degli Arazzi, in cui si colloca il passetto, si trova al piano superiore dei palazzetti tardogotici che collegandosi alla Magna Domus creano il cortile di Santa Croce. Tra il 1576 e il 1582 il duca Guglielmo lo riadattò a propria residenza ampliandolo; dopo di lui fu riservato alle duchesse ed ebbe l'appellativo di Madama. Nella seconda metà del Settecento, quando era noto come appartamento Verde, fu restaurato e modificato con la creazione delle stanze degli Arazzi e dell'Imperatrice. Le stanze degli Arazzi sono tre, già dette delle Imperatrici, del Leone e dell'Aquila, adattate a fine Settecento a contenere la serie di nove arazzi raffaelleschi detta degli Atti degli Apostoli. A seguire si trova la camera dello Zodiaco che conserva ancora la volta a padiglione dipinta nel 1579 da Lorenzo Costa il Giovane per Guglielmo Gonzaga. Vi è raffigurato il Carro di Diana trainato da cani tra le costellazioni del cielo (nel Cinquecento la camera era detta dei cani). Nel corso del Settecento, l'appartamento e tutto il Palazzo versava in condizioni di abbandono tale da giustificarne un grosso intervento di restauro, al fine di destinarne l'uso a residenza prima del governatore asburgico e poi dei rappresentanti del regime napoleonico. A partire dal 1772 è presente a Mantova l'arciduca Ferdinando d'Asburgo, in qualità di governatore. Per lui e per la moglie Beatrice d'Este vanno ristrutturate le stanze per consentire un'adeguata permanenza a Mantova; responsabile dei lavori è nominato l'architetto Paolo Pozzo. Il Pozzo si avvale dell'opera dei suoi allievi, tra cui primeggia per gli ornati Giambattista Marconi, e lo stuccatore ticinese Stanislao Somazzi. Si fa risalire al Pozzo il progetto della delicata decorazione delle porte ornate dell'appartamento "massime nello specchio di mezzo, di simboliche figure, contornate parte di corone di fiori, parte da una catena di nastri vario-colorite". La raffinatezza dell'insieme è sottolineata dal delicato contrasto tra lo sfondo bianco e i colori teneri delle raffigurazioni che temperano la loro radice arcadica con nitida compostezza. A queste pitture si accompagnano con calibrata armonia gli ornati a monocromo - cammei, candelabre, girali vegetali e meandri - che simulano bassorilievi. Esecutore del progetto di Paolo Pozzo è il Marconi, che come sottolinea il Pacchioni: "fece gli ornati a tempera dei soffitti, delle porte, delle lesene, dei basamenti"
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151510
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. St. 119709
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0