ara, frammento - produzione Italia settentrionale (sec. I)

ara, 1 - 99

Parte inferiore di ara con spigoli assai lacunosi, che presenta sul lato frontale, dalla superficie spianata a martellina, una corniciatura variamente danneggiata, composta da un listello risparmiato e da una modanatura a gola, delimitante uno specchio in cui è scolpita l'iscrizione funeraria scolpita con scalpello a punta piatta dalla quale si conserva solo la pianta inferiore, con perdita delle prime linee di testo. I caratteri capitali hanno solco a sezione angolare con segni divisori a triangolo con lati inflessi. Nella seconda riga compaiono due T.longae. Sulle facce laterali compaiono due incassi simmetrici, di forma rettangolare che sono probabilmente da porsi in relazione all'impiego originario della lastra in contesto architettonico sepolcrale

  • OGGETTO ara
  • MATERIA E TECNICA marmo biancone di Verona/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Produzione Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Di proveniena ignota (forse dal mantovano), il monumento funerario appartenente nella seconda metà del XVIII secolo al Museo dell'Accademia di Mantova, successivamente, a seguito della convenzione tra lo Stato Italiano e il Comune del 1915, fu trasferito al Palazzo Ducale. Il testo dell'epigrafe comprende una serie di nomi di parenti del committente, che possiamo supporre in un M. Cornelius, desumibile dal nome della figlia, citata in fondo all'iscrizione. Si è conservata la parte finale del nome del padre, che il Mommsen (op. cit. in bibl.) lesse Soccioni (oggi le prime lettere non sono più visibili): si tratta di un cognomen derivato da un gentilizio piuttosto raro (cfr. Kajanto), che pare aver trovato in area celtica una particolare diffusione (cr. Holder). All'ambito locale ci riporta anche il cognomen della madre, Galla (cfr. Kajanto). Il gentilizio Cornielius è comunissimo in Cisalpina, ove appare omogeneamente distribuito (cfr. CIL); Cannutius al contrario (per cui cfr. Schulze), è documentato esclusivamente nella zona di Oderzo (cfr. CIL). La presenza dell'arcaica desinenza -ai nei nomi femminili è fenomeno frequente nell'epigrafia della X Regio, e perdura per tutta l'età imperiale (cfr. Buonopane). A parte le dimensioni della lastra e l'impiego della scrittura capitale, di per sè non particolarmente determinanti per la cronologia, si può tenere conto della semplicità della composizione del testo dell'epigrafe, in cui (se si eccettua la menzione degli anni della figlia) è riscontrabile uno scarno elenco di nomi. Questa caratteristica, congiuntamente ad altri elementi esterni (dimensioni, scrittura) rende assai probabile una datazione al I secolo d.C
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300075494
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12171
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • ISCRIZIONI [---]/[---]cioni patr[i]/ et Cannutiai C(ai) f(iliai)/ Gallai matri/ et Cornieliai M(aarci) f(iliai)/ Proculai f(iliai) an(norum)IIII - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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