storie della vita di San Giovanni Battista/ Santi

decorazione, 1400 - 1499

Le pareti sono interamente decorate a graffito monocromo su intonaco bruno con lumeggiature bianche, eccetto alcuni pariticolari dipinti in rosso o nero. Su un alto zoccolo a losanghe centrate da motivo a doppia "S", da sinistra sono raffiguarate: 1) Decorazione, grandi fiori, campanule, dalie, con cespi di foglie lanceolate, di cui però buona parte ricostruita per congettura nei restauri nezzo a questi motivi appare il Cristo, anch'esso quasi interamente reintegrato. Ha lunghi capelli e barba corta e aureola crociata. Dalla bocca esce una scritta. Secondo il Mezzanotte difronte al Cristo doveva apparire la Maddalena inginocchiatati. 2) La finestra ad ogiva è incorniciata dalla consueta decorazione a grandi fiori in buona parte opera di restauro, soprattutto sul lato destro. Sul lato sinistro compare una figura di orante inginocchiato sotto una sorta di baldacchino rustico. Indossa gli schinieri, una veste dal corto gonnellino a fitte pieghe, e bracciali (questi ultimi integrazione di restauro). Sulla sommità della finestra sono raffigurati un uccello dal becco rostrato posato su un oggetto di difficile identificazione, una testa di profilo con elmo e un altro uccello ad ali spiegate. Descrizione continua in (NSC)..

  • OGGETTO decorazione
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ graffito/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Abbiategrasso (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE 3) La finestra a fronte anch'essa ad ogiva, presenta la decorazione a grandi cespi di foglie, uno dei quali in un vaso ad ancora con due manici. In corrispondenza del peduccio della cordonatura che divide la quarta dalla quinta vela da sinistra, compare un capitello corinzio a graffito integrato nei restauri col fusto della relativa colonna, che funge da elemento di divisione con la parete adiacente. 4) La decorazione su questa parete è svolta su due registri divisi da una semplice linea retta. In quello nel colmo dell'ogiva compare un animale selvatico (capriolo, lepre) che fugge con la testa rivolta all'indietro, in mezzo ai consueti cespi di foglie. Sotto, la scena si svolge entro un ambiente architettonico con colonne a capitelli corinzi sorreggenti una copertura a vele: a sinistra il banchetto di Erode con Erode in manto e copricapo di tipo orientale, al suo fianco Erodiade coi capelli sciolti. Al centro altro commensale con veste a fitte pieghe e copricapo. A destra Salomè inginocchiata offre la testa del Battista su un bacile. La scena di destra raffigura in primo piano il corpo del Battista riverso dietro il boia con spada insanguinata offre la testa a Salomè. La parte inferiore della parete è scandita da quattro colonne con capitelli corinzi sorreggenti archi a tutto sesto ribassati. Da sinistra, ciascuno nello spazio di una arcata, sono raffigurati quattro Santi: San Gerolamo, vestito di pelli con lunga barba, inginocchiato davanti ad un crocifisso in un paesaggio rupestre. Dietro spunta un leone rozzamente disegnato; San Lucio di Cavargna protettore dei casoni, con saio e cappuccio reca nella destra un coltello e nella sinistra una piccola forma di cacio. Ai piedi porta degli zoccoli simili a quelli che usavano i casoni. Il Santo sembra conversare con San Domenico con cappuccio nero. Sotto l'ultimo arco è raffigurato Sant'Ambrogio con mitra e piviale che agita con la destra il flagello e con la sinistra regge il pastorale. All'estrema sinistra della scena dopo l'ultima colonna compare la facciata in prospettiva di una chiesa, che data la mancanza di particolari caratteristiche, non è identificabile. Le vele sono interamente coperte da una decorazione di base a scaglie con motivo di doppia S al centro che si interrompe per far posto alle figure. Da sinistra prima vela è raffigurata l'aquila di San Giovanni con le zampe appoggiate su un libro chiuso. Nella seconda sono raffigurati il bue di San Luca, accovacciato su un libro chiuso e San Lorenzo con la veste da diacono, che reca nella destra lapalma del martirio e poggia la sinistra aperta sulla graticola. Al centro è raff. Sant'Agostino in cattedra in vesti vescovili con la mitra. Ha il braccio destro levato in atto benedicente, col sinistro regge il pastorale e tiene sulle ginocchia un libro aperto. Al suo fianco compare S. Giovanni Battista vestito di pelli che reca nella sin. una tavola e con la destra indica un sole stilizzato, simbolo di Cristo. Ambedue i santi sono circondati da fiori di grandi proporzioni. Nella vela successiva è raff. S. Bartolomeo nudo dipinto di rosso che regge sulla spada sia un bastone a cui è appesa la sua pelle e con la destra reca un coltello, simbolo del martirio e la palma. Ai suoi piedi fiori e un vaso ad anfora con altri fiori. Segue l'Angelo di S. Matteo con veste a fitte pieghe e manto, che regge con ambedue le mani un libro aperto. Anche questa figura è circondata da cespi di grandi foglie. Nell'ultima vela compare il leone di S. Marco con criniera stilizzata accovacciato sul libro chiuso.Notizie storico-critiche (NSC):La decorazione a graffito della cappella,messa in luce dai restauri del 1939 sotto la guida dell'arch. Mezzanottè,e, nqueila della cupola di Maria delle Grazie a Milano, uno dei rari esempi ancora esistenti di un tipo di tecnica decorativa tipicamente lombardo che soprattutto nel sec. XV dovette conoscere una certa diffusione. figura dell'orante in vesti sforzesche, la scritta sotto i suoi piedi, (interpretata: Nihil M (ediola) NI P(rinceps) e l'ucce! lo di sinistra,che in linea di ipotesi è identificato con la colomba nella fiamma, simbolo araldico di Bona di Savoia, inducono il Mezzanotte a ritenere che possa essere addirittura Galeazzo Maria Sforza il committente della decorazione, il quale nel 1468 sposava Bona e successivamente lo donava Abbiate, dove nel 1469 nasceva Gian Galeazzo. L'ampiezza delle lacune, però, e la difficile lettura dei simboli rendono questa interpretazione alquanto discutibile, che in ogni caso per mancanza di altri studi, resta l'unica in nostro possesso. Stilisticamente molto legati al clima gotico, sia negli sfondi architettonici che nell'ipostazione delle figure umane e nella stilizza di quelle zoomorfe, i graffiti sono ascrivibili alla metà circa del XV sec., creazione presumibilmente di un artigiano locale che, nella sua ingenua rozzezza, opera in base a reminiscenze, rivelando un notevole gusto fantastico e una certa spigliatezza e vivacità di tratto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300065022A-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ISCRIZIONI Sulla parete sinistra - NIHIL M(...) NI P(...) - lettere capitali - a sgraffio - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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