Due coni di vetro, vuoti internamente, si dipartono dalle due estremità di un cilindro di vetro pieno. Quest'ultimo ha una decorazione a intreccio in rilievo ripassata in smalto nero e oro. Nei riquadri dell'intreccio vi sono fiorellini bianchi e rosa, bordeaux e azzurri. I coni di vetro hanno una decorazione vegetale stilizzata a rilievo ad andamento circolare, originariamente completamente dorata. Su di essa fasce smaltate bordeaux con fiorellini bianchi formano dei fiori stilizzati che si alternano a figure incise nel vetro e colorate in giallo in campi delimitati da una fascia a smalto bordeaux, azzurro e blu

  • OGGETTO lampada
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • AMBITO CULTURALE Produzione Siriaca
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manifattura Persiana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo del Territorio Biellese
  • LOCALIZZAZIONE Chiostro di San Sebastiano
  • INDIRIZZO Via Quintino Sella 54/b - Biella, Biella (BI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai documenti conservati nell'archivio del Museo si è ricavato che la collezione di vetri e ceramiche è stata messa insieme da Maria Poma nata a Biella il 30/4/1875 da Giuseppe Poma, collezionista, e Ernestina Pozzo e sposa di Enrico Guagno il 26/5/1900. Alla morte di Maria Poma, avvenuta nel 1953, il marito donò questa collezione al Museo in memoria di lei. I vetri e le ceramiche però trovarono una sistemazione soltanto alla fine del 1958, quando terminarono i lavori di trasformazione del vecchio archivio in sala espositiva per accogliere sia la collezione di Maria Poma sia i quadri di Enrico Guagno. A partire dal IX secolo una civiltà nuova, quella islamica, si sviluppò con rapida e vivace fioritura. Dalla capitale Samarra, sul fiume Tigri, si diffuse presto nelle zone limitrofe: in Persia, in Egitto, nella stessa Siria e nei paesi dove verrà a stabilirsi l'influenza musulmana. Conseguentemente nacquero centri di produzione vetraria aventi nuove caratteristiche di tecnica e di stile. Una delle tecniche prediletta dall'arte islamica e da essa portata a grande perfezione consiste nella pittura a smalto. Nell'ambito di questa produzione gli storici hanno classificato due gruppi di oggetti. Al primo, detto "gruppo di Aleppo", appartengono oggetti provenienti per lo più dall'Iraq, fabbricati in vetro colorato di tono scuro, viola o azzurro, con decorazione a smalto di motivi geometrici o fioriti, insegne araldiche e scritte. Il secondo gruppo più noto e diffuso È detto di Damasco, e porta su fondo trasparente vivaci decorazioni figurate, con animali, fiori, iscrizioni arabe. La gran parte di tali oggetti viene prodotta in Siria sino al XIV secolo; poi col decadere di quell'attività, vengono richiesti alla stessa Murano che li esporta. Rientrano in questo gruppo le note lampade da moschea del tipo pensile, dalla caratteristica forma panciuta nella parte inferiore e largamente espansa in alto, decorate con stemmi e versetti del Corano. Gli esemplari più noti sono quelli del Museo Nazionale del Bargello, del Museo Civico di Torino e del Kunstgewerbemuseum di Colonia. Le due lampade del Museo Civico di Biella possono rientrare nel gruppo chiamato "di Damasco", ma non possono essere assolutamente definite come lampade da moschea. Questi i motivi: innanzi tutto la legge islamica vieta di rappresentare la figura umana che è invece più volte riproposta in entrambe; inoltre si tratta di lampade da appoggio, non pensili come quelle usate nelle moschee. Concludendo il tipo di decorazione dei due oggetti esaminati suggerisce che si tratti di lampade di uso domestico del gruppo chiamato di Damasco prodotte in Persia / Siria nel XIV secolo o a Murano nel XV per l'esportazione in Medio Oriente
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100450892
  • NUMERO D'INVENTARIO 359
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Biella
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • ISCRIZIONI etichetta all'interno - Lampade da moschea sec. XIV-XV rarissime - a impressione - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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