Cristo in croce
crocifisso,
Crocefisso realizzato in legno con alcune applicazioni di madreperla. All'estremità superiore della croce c'è un gancino di ferro usato per appendere l'opera
- OGGETTO crocifisso
-
MATERIA E TECNICA
inchiostro/ stesura a pennello
bronzo/ fusione a stampo
FERRO
LEGNO
- AMBITO CULTURALE Ambito Terra Santa
- LOCALIZZAZIONE Castello di Racconigi
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il crocefisso fu realizzato in Terra Santa, probabilmente in un laboratorio di lavorazione del legno e della madreperla. L’industria della madreperla ha origini molto antiche: nell’età del bronzo era già diffusa in Cina, India e nell’estremo oriente. In Medio Oriente se ne trovano tracce risalenti all’epoca degli antichi egizi, i quali raccoglievano la materia prima nel mar Rosso. Sin dal XIII secolo i facoltosi pellegrini cristiani che si recavano in Terra Santa erano soliti acquistare e portare con sé in patria dei souvenir, molti dei quali erano realizzati in madreperla. Dalla fine del XVII secolo poi, con la presenza dell’ordine di San Francesco d’Assisi a Gerusalemme e il conseguente maggiore afflusso di pellegrini, gli artefatti in madreperla acquisirono sempre più valore commerciale. La manifattura vide un considerevole sviluppo nel XIX e XX secolo, a seguito dell’aumento del flusso di turisti e pellegrini dovuto alla relativa stabilità delle relazioni tra il Medio Oriente e l’Europa. Se fino a quel momento questa forma d’arte era stata appannaggio di maestri provenienti in particolare da Genova e da Damasco, dal 1850 circa anche numerosi artigiani palestinesi aprirono le loro botteghe. Nei cento anni seguenti la lavorazione della madreperla si sviluppò considerevolmente e venne impiegata per produrre svariati tipi di artefatti: da semplici souvenir quali crocifissi, scatole e icone destinati ai turisti, a grandi opere realizzate su commissione per personaggi facoltosi. La lavorazione della madreperla, accanto a quella del legno d’olivo, assunse quindi un ruolo centrale nel mercato dell’arte turistica. Gli oggetti realizzati dai maestri intagliatori venivano acquistati dai pellegrini e dai turisti per commemorare la loro esperienza spirituale in Terra Santa, per portare a casa con sé una testimonianza tangibile del loro viaggio o come doni. Ancora oggi le guide turistiche annoverano i laboratori artigiani in cui si lavorano la madreperla e il legno di olivo tra le principali attrazioni della città della Terra Santa. Il crocifisso è conservato insieme ad altri oggetti donati al Principe Ereditario Umberto II durante una sua visita in Palestina avvenuta nella primavera del 1928. L'opera fa infatti parte di un corpus di oggetti extra-europei ricevuti in dono dai membri della famiglia Savoia durante i loro viaggi, o offerti da delegazioni diplomatiche in visita in Italia. La consolidata tradizione di scambiarsi doni diplomatici tra monarchi, autorità religiose e capi di Stato è attestata sin dai tempi dell’antico Egitto e risponde allo scopo di favorire, assicurare e mantenere buoni rapporti tra le parti. I doni, che assumono un valore, oltre che monetario, anche spiccatamente simbolico, sono spesso scelti in quanto rappresentanti l’essenza della Nazione o dell'istituzione religiosa che li offre. Si tratta infatti sovente di opere di artigianato, esempi di abilità manifatturiera, beni di lusso e artefatti di importanza storica. Attraverso l’esibizione di tali doni i dignitari promuovono la propria cultura e la propria patria al livello più alto delle pubbliche relazioni
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100450838
- NUMERO D'INVENTARIO R 7675
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI Parte frontale, sopra il Cristo crocefisso - I.N.R.I - A INCISIONE/ A PENNELLO - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0