Alladiense Palatium. Veduta aerea del Castello di Agliè

stampa di invenzione,

Edifici: Castello di Agliè; chiesa della Madonna della Neve; case; campanile. Elementi del paesaggio: giardini; campi; strade. Elementi didascalici: cartiglio disteso da putti alati. Araldica: stemma gentilizio

  • OGGETTO stampa di invenzione
  • MATERIA E TECNICA carta/ acquaforte
  • ATTRIBUZIONI Borgonio, Giovanni Tommaso (1620ante-1692ante): inventore-cartografo
    Johannes De Ram (attribuito): incisore
    Tesauro, Emanuele (1592-1675): autore del testo
    Gioffredo, Pietro (1629-1692): coautore del testo
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Anonimo Incisore Di Ambito Nord-europeo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE museo del Castello di Agliè
  • LOCALIZZAZIONE Castello di Agliè
  • INDIRIZZO Piazza Castello, 2, Agliè (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo il 1849, con la morte di Maria Cristina, vedova di re Carlo Felice, il castello di Agliè passò al ramo cadetto dei principi di Carignano, quindi a quello dei Savoia-Genova; da allora fu utilizzato come residenza estiva, perdendo le caratteristiche proprie di un palazzo reale. Il duca di Genova Ferdinando I limitò pertanto alla semplice manutenzione gli interventi all’Appartamento Reale, per privilegiare al contempo la frequentazione di ambienti più riservati e meno impegnativi, come il presente. Ricavato in un mezzanino tra primo e secondo piano, quello che è oggi noto come “Appartamento Chierici” corrisponde all’ala che in precedenza gli inventari chiamavano “foresteria sopra le serre”, per poi essere scelto da Ferdinando e dalla consorte Elisabetta di Sassonia con funzione di appartamento alternativo nei periodi di permanenza, generalmente estivi, come poi avrebbe fatto il successore al ducato Tommaso, insieme alla consorte Isabella di Baviera. Dall’inizio degli anni ’60, durante la stagione in cui la Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte portò a termine lunghe e complesse operazioni di restauro strutturale del castello e di nuova sistemazione degli arredi, l’infilata di nove stanze dell’appartamento venne utilizzata quale residenza del soprintendente Umberto Chierici e divenne pertanto il centro operativo del progetto di musealizzazione del castello che in buona sostanza corrisponde ancora allo stato attuale. Da tale sistemazione, anche in ragione delle molte assenze e depauperamenti accorsi, solo in minima parte venne conseguito il criterio filologico e la riproposizione degli allestimenti storici riscontrabili negli inventari ottocenteschi. Copia presumibilmente moderna della 64esima tavola del Theatrum Statuum Sabaudiae, quella dedicata al Castello di Agliè e che presumibilmente rientra tra quelle ideate dal cartografo Giovanni Tommaso Borgonio, che venne coinvolto per molti anni nella progettazione dell'impresa, promossa per primo impulso di Carlo Emanuele II, primo protettore del Borgonio già dal 1649 ed estensore della sua nomina a segretario ordinario nel 1652. Risulta che il Borgonio attendesse alla elaborazione di 83 disegni a illustrazione dei possedimenti sabaudi almeno tra il 1661 ed il 1667
  • TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100409460
  • NUMERO D'INVENTARIO 62
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
  • ENTE SCHEDATORE Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • ISCRIZIONI all'interno di cartiglio in alto a destra della stampa - ALLADIENSE PALATIVM/ Quod PHILIPPUS A S.o MARTINO/ Alladii Comes, Sancti Damiani, et Riparolii Marchio,/ Et Sabaudi Ordinis Torquatus Eques/ Ad Familiae Splendorem, Suorum.e Principum delicias/ Magno impendio excitavit./ Et CAROLO LVDOVICO Primogeniti Fratris Filio/ SANCTI DAMIANI MARCHIONI,/ Vniversa cuM HerEditate legavit - corsivo - a impressione - italiano
  • STEMMI al centro in alto (all'interno della stampa) - gentilizio - Stemma - Conti di San Martino - 1 - volante, condotto da putti alati che reggono lateralmente due fasci con le cinque picche legate al cartiglio con il motto "sans despartir" legato alla discendenza dai cinque figli di Arduino e dai marchesi di Ivrea, così come l'altro motto dei San Martino "in armis iura", scandito tre volte sopra i tre elmi coronati e alla figura della giustizia accompagnata da grifi armati di spada; il blasone dello stemma: inquartato, al 1º e 4º d'azzurro, a nove rombi d'oro, 3, 3, 3, accollati e appuntati; al 2º e 3º di rosso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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