Venere e Amore
dipinto,
post 1591 - ante 1610
Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564)
1475/ 1564
Dipinto ad olio su tela raffigurante Venere e Amore distesi e abbracciati, la dea afferra la freccia che il figlio tiene in mano, a sinistra sono presenti l'arco con altre frecce, un'alzata con fiori e due mascheroni teatrali
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centrale
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ATTRIBUZIONI
Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564): inventore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Sebastiano Luciani Detto Del Piombo
- LOCALIZZAZIONE Moransengo (AT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si apprende dalla relazione storico artistica redatta da Giulia Marocchi e Rossana Vitiello in occasione dell’emanazione del decreto di tutela (cfr. allegato FNT) che la tela viene acquistata nel 1933 dal padre dell’attuale proprietaria, Roberta Novarese di Moransengo, presso Giuseppe Gallo di Torino, come attestano le ricevute conservate presso l’archivio di famiglia. L’opera è accompagnata da una perizia redatta in Città del Vaticano il 23 aprile 1932 a cura di Amadore Porcella, “incaricato per la Pinacoteca Vaticana”, nella quale si avanza un’attribuzione a Sebastiano del Piombo. Nel 1981 la tela è affidata a Guido Nicola per il restauro: presenta allora un rinfodero del XIX secolo, “rientranze del colore nei bruni” e denuncia gli effetti di puliture troppo drastiche destinate a impoverirne in parte la lettura. In quell’occasione dopo la rimozione della vecchia foderatura l’intervento si articola nel consolidamento, nell’applicazione di un nuovo rinfodero e nel fissaggio del supporto al telaio preesistente e si completa con la stuccatura, l’integrazione a puntinato di lacune e sgranature e la verniciatura protettiva. Il dipinto - il cui soggetto va interpretato come una rappresentazione allegorica della duplice natura terreste e celeste dell’amore secondo la teoria neoplatonica - scaturisce da una composizione grafica descritta da Vasari come “una Venere ignuda con Cupido che la bacia” che era stata richiesta a Michelangelo Buonarroti dal banchiere fiorentino Bartolomeo Bettini affinché Pontormo la dipingesse per la propria residenza. La tavola frutto di tale committenza è conservata presso le Gallerie dell’Accademia di Firenze (inv. 1890/1570; cfr.http://www.polomuseale.firenze.it/catalogo/scheda.asp?nctn=00192828&value=1). Il cartone originale è invece perduto, ma il soggetto ha avuto grande fortuna iconografica, tanto che si censiscono ad oggi trentadue fra repliche effettive e derivazioni, da ricondurre a diversi cartoni tratti dal prototipo. I filoni di gemmazione da questi derivanti sono stati individuati dalla critica col supporto di indagini diagnostiche in occasione della mostra Venere e Amore. Michelangelo e la nuova bellezza ideale (Firenze, Galleria dell’Accademia 2002, a cura di F. Falletti e J.K. Nelson). Nel confronto con tali opere il dipinto di Moransengo, inedito, e uno dei pochi esemplari eseguiti su tela anziché tavola, pur non conservando l’espressività del Pontormo, si ricollega al dipinto fiorentino per il taglio dell’immagine e per alcuni dettagli anatomici, presentando però un’acconciatura di Venere con trecce che non ha altri riscontri. Per il trattamento dello sfondo e del terreno è in generale avvicinabile al nucleo che si confronta più da vicino con il cartone a carboncino su carta avorio del Museo Nazionale di Capodimonte già in collezione di Fulvio Orsini, inv. 86654, a cui sembra conformarsi anche per dimensioni (tavola di Pontormo cit.; Hendrik van Den Brook, Napoli, Capodimonte, inv. 84068; cerchia di Vasari, Firenze, Gallerie fiorentine, deposito SNS, inv. 1890/5658; Michele Tosini, Roma, Galleria Colonna, inv. 117). Appare oggi non più sostenibile l’attribuzione a Sebastiano del Piombo: lo stile rimanda a una cronologia avanzata a fine secolo o forse all’inizio del successivo, a testimonianza del prolungata proliferazione di opere che reiterano l’invenzione michelangiolesca
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100408597
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0