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mantovana, post 1909 - ante 1940

La mantovana è composta da tre parti principali, pendone centrale composto da due elementi ad andamento circolare e due calate laterali che in questo caso sono poste in corrispondenza degli angoli della corta parete. La mantovana prosegue sui lati maggiori con analogo andamento. Tessuto in raso di seta; fodera in tessuta analogo. Le calate e il pendone sono decorate, in prossimità del bordo, da passamaneria in filo di seta che profila anche quello superiore, fissato con chiodini in corrispondenza della cornice di imposta della volta. Motivo decorativo continuo a corolle floreali stilizzate. Lungo il bordo è cucita una fitta frangia

  • OGGETTO mantovana
  • MATERIA E TECNICA filo di seta
    filo di seta/ attorcigliamento
    seta/ opera
    seta/ raso
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Gabinetto di Toeletta e il Pregadio furono originariamente concepiti a complemento dell’Appartamento d’Inverno destinato al sovrano Carlo Emanuele III, allestito tra il 1731 e il 1733, ma a seguito dell’inversione d’uso tra le sale del fronte sud e nord del piano nobile del Palazzo furono assegnati alla regina regnante. Insistevano su spazi costruiti a fine Seicento per volontà di Vittorio Amedeo II, già con funzione di Gabinetto. Questi spazi furono riallestiti su progetto di Filippo Juvarra. L’esecuzione del palchetto venne affidata a Carlo Maria Ugliengo (1731-1732), i pannelli del lambriggio con grottesche “alla China” furono dipinti da Pietro Massa (1732-1734), le boiseries delle pareti da Pietro Giuseppe Valle e collaboratori che vi incassarono pannelli in scagliola tardoseicenteschi, profilati da intarsi in madreperla di Pietro Piffetti, e le undici piccole tele di Charles André van Loo con episodi della Gerusalemme liberata (1733). La decorazione affrescata della volta, coeva, fu eseguita da Massa per i motivi ad “arabeschi” e dalla scuola di Claudio Francesco Beaumont per la parte figurata (1733). Nel 1847 lo spazio subì interventi da parte di Gabriele Capello detto il Moncalvo che interessarono sia il mobile inginocchiatoio, sia le boiseries delle pareti dell’andito e le strutture lignee nelle quali sono incassati i pannelli. Più in generale, l’ebanista intervenne su tutte le cornici e lavori di intaglio, integrando i non pochi frammenti mancanti e ripassando le dorature, similmente a quanto già realizzato nell’antistante Gabinetto di Toeletta, ove operò, parimenti, sui mobili di Piffetti. Così il pittore Antonio Vianelli intervenne sulle pitture delle volte del Gabinetto e del Pregadio, queste ultime scialbate. Clemente Rovere nel suo lavoro monografico su Palazzo Reale (1858) si espresse entusiasticamente in merito al ricco allestimento di pieno gusto rococò di questi due ambienti. Le descrizioni inventariali redatte tra fine Ottocento e inizio Novecento restituiscono un assetto dei due locali del tutto analogo a quello odierno. Diversamente da altre mantovane montate su finestre e porte degli ambienti del piano nobile di Palazzo Reale, il manufatto in oggetto non è ricordato in alcuna ricognizione inventariale, neppure in quella del 1966, né nei “Testimoniali di stato dei Beni immobili facenti parte della Dotazione della Corona in Provincia di Torino”, compilati entro il 1909. Tuttavia, i caratteri del tessuto e della tappezzeria abbinata sono senza dubbio compatibili con una esecuzione nella prima metà del Novecento, presumibilmente da parte di ditte specializzate di area piemontese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100405329
  • NUMERO D'INVENTARIO s.n
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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