natura morta con fiori

pannello decorativo, post 1685 - ante 1685

Pannello di formato mistilineo esagonale profilato da cornice dipinta a monocromo con motivo a foglie di acanto e cordicella filettata. Quasi tutto lo spazio è occupato da una composizione di varie specie di fiori, in momenti diversi di fioritura, tra cui si distinguono tulipani, dalie, garofani, narcisi, campanule e crisantemi, a cui si aggiungono foglie, bacche e frutti, quali la ciliegia. L’insieme è trattenuto da nastri in tessuto che emergono, con forme sinuose, tra steli e corolle. Su alcuni rami sono posati uccelli variopinti: uno in basso a sdestra e uno in alto a sinistra. Sulla destra, in alto, vola una farfalla notturna. Il pannello è inserito entro boiserie in legno dorato riccamente intagliata

  • OGGETTO pannello decorativo
  • MATERIA E TECNICA stucco/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Bononcelli Lorenzo (notizie 1685-1707): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Gabinetto di Toeletta e il Pregadio furono originariamente concepiti a complemento dell’Appartamento d’Inverno destinato al sovrano Carlo Emanuele III, allestito tra il 1731 e il 1733, ma a seguito dell’inversione d’uso tra le sale del fronte sud e nord del piano nobile del Palazzo furono assegnati alla regina regnante. Insistevano su spazi costruiti a fine Seicento per volontà di Vittorio Amedeo II, già con funzione di Gabinetto. Questi spazi furono riallestiti su progetto di Filippo Juvarra. L’esecuzione del palchetto venne affidata a Carlo Maria Ugliengo (1731-1732), i pannelli del lambriggio con grottesche “alla China” furono dipinti da Pietro Massa (1732-1734), le boiseries delle pareti da Pietro Giuseppe Valle e collaboratori che vi incassarono pannelli in scagliola tardoseicenteschi, profilati da intarsi in madreperla di Pietro Piffetti, e le undici piccole tele di Charles André van Loo con episodi della Gerusalemme liberata (1733). La decorazione affrescata della volta, coeva, fu eseguita da Massa per i motivi ad “arabeschi” e dalla scuola di Claudio Francesco Beaumont per la parte figurata (1733). Nel 1847 lo spazio subì interventi da parte di Gabriele Capello detto il Moncalvo che interessarono sia il mobile inginocchiatoio, sia le boiseries delle pareti dell’andito e le strutture lignee nelle quali sono incassati i pannelli. Più in generale, l’ebanista intervenne su tutte le cornici e lavori di intaglio, integrando i non pochi frammenti mancanti e ripassando le dorature, similmente a quanto già realizzato nell’antistante Gabinetto di Toeletta, ove operò, parimenti, sui mobili di Piffetti. Così il pittore Antonio Vianelli intervenne sulle pitture delle volte del Gabinetto e del Pregadio, queste ultime scialbate. Clemente Rovere nel suo lavoro monografico su Palazzo Reale (1858) si espresse entusiasticamente in merito al ricco allestimento di pieno gusto rococò di questi due ambienti. Le descrizioni inventariali redatte tra fine Ottocento e inizio Novecento restituiscono un assetto dei due ambienti del tutto analogo a quello odierno. I pannelli non sono descritti negli inventari patrimoniali di Palazzo Reale redatti tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e gli anni Sessanta del Novecento, essendo considerati arredo fisso dell’ambiente, ma sono ricordati nei “Testimoniali di stati dei Beni immobili facenti parte della Dotazione della Corona in Provincia di Torino” compilati entro il 1909. Qui si riportava, con riferimento a ciascuna delle quattro pareti ove i pannelli sono collocati: “Il compartimento centrale più importante comprende un mazzo di fiori su fondo nero pure di mastice e contornati da ornati con intarsiature in madreperla”. Nella sua descrizione della residenza sabauda torinese il Rovere esprimeva verso questi manufatti parole di elogio: “Pregevolissimi lavori sono pure quelli di varii campi del tavolato in cui veggonsi dipinti dei grandi mazzi di fiori sopra mastice nero, circondati da perfezionate intarsiature di madreperla, e coperti da una vernice simile a quella detta vieux-laque della Cina”. In occasione dei ricordati restauri coordinati da Gabriele Capello detto il Moncalvo furono definiti: “lavagne intagliate con mastici di vario colore, madreperla e simili”. La critica concorda nel riconoscere in questi pannelli il lavoro di Lorenzo Bononcelli, artista di cui non si è ancora definito il profilo biografico, il cui intervento per l’esecuzione di “pittura a fiori di mistura” è attestato al 1685. La documentazione resa nota da Baudi di Vesme è confermata dalla presenza, sui nastri che trattengono i fiori, della firma dell’artista con le iniziali puntate. Le composizioni floreali appaiono evidentemente ispirate, sebbene non sia ancora stato possibile individuare eventuali prototipi disegnativi o incisori, a composizioni di nature morte con fiori di matrice fiamminga che includono specie di varia provenienza e con fioriture scaglionate in diverse fasi dell’anno, secondo un gusto per la meraviglia tipicamente barocco. Il bouquet di fiori è ingentilito, al centro, da un elegante nastro dall’andamento mosso che prelude a sensibilità rococò. Ciò permise di reimpiegare questi pannelli nel riallestimento eseguito sui progetti di Filippo Juvarra. In occasione degli interventi del 1731-1734, i manufatti furono profilati da cornici lignee con ornati in madreperla, lavoro di Pietro Piffetti. L’ebanista elaborò due tipi diversi di ornati, uno dei quali è identico al cofano forte con scansia poi trasferito nell’appartamento dei Quadri Moderni e quindi al secondo piano del Palazzo, arredo originariamente destinato a questi spazi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100405312
  • NUMERO D'INVENTARIO s.n
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI fronte, sul nastro - L.B.F - capitale - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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