applique, coppia - manifattura torinese (ultimo quarto sec. XVIII)

applique, post 1776 - ante 1794

Esemplare a un braccio di limitata estensione dall’andamento curvilineo, ornato da motivo a foglie allungate e avvolgenti. Il braccio si innesta, a mezzo di un perno metallico, nel corpo di sostegno fissato al muro. Esso è costituito da una cornice in legno verniciato e dorato, dal profilo e luce esagonale. Battuta e fascia lisce. Ornato scolpito e intagliato applicato lungo il profilo esterno, costituito da volute e foglie, allungate e stilizzate, che superiormente si compongono intorno a un elemento cordiforme in un fastigio. La cornice contiene uno specchio. Piattello e coppetta in legno dorato con fascia modanata e ornata superiormente da motivo nastro piatto. Bocciolo metallico in cui si inserisce il corpo illuminante

  • OGGETTO applique
  • MATERIA E TECNICA vetro a specchio
    legno/ doratura
    legno, intaglio
    legno/ scultura
    metallo/ stampaggio
    legno/ verniciatura
    metallo/ fusione
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Torinese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gabinetto inserito tra gli spazi dell’Appartamento d’Inverno, allestito a partire dal 1733 per la seconda consorte di Carlo Emanuele III, Polissena d’Assia, l’ambiente fu soggetto ai lavori di rifunzionalizzazione che interessarono le sale sei-settecentesche del piano nobile di Palazzo Reale per volontà di Carlo Alberto. Gli interventi impegnarono vari professionisti per circa un decennio, tra il 1837 e il 1848, sotto la direzione del poliedrico Pelagio Palagi, progettista di interni, architetto, collezionista, dal 1833 nominato, per volontà di re Carlo Alberto, “pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi”. Non sono stati pubblicati dalla storiografia documenti significativi in merito alla trasformazione di questa stanza. La prima guida del Palazzo che descrive l’assetto voluto dal sovrano, compilata da Clemente Rovere, evidenziò la semplicità del mobilio, limitandosi a menzionare come opera degna di nota in questa sala la tavola cinquecentesca della Madonna con Bambino, santi e donatore, qui erroneamente riferita a Macrino d’Alba, e ricordando l’esistenza di “memorie di famiglia del compianto Sovrano: entro alcuni scaffali si veggono le divise de’ suoi ordini equestri”. Gli inventari patrimoniali redatti tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo Novecento restituiscono una serie di elementi d’arredo impiallacciati in mogano, forse in parte originariamente eseguiti da Gabriele Capello detto il Moncalvo, su disegno del Bolognese, per l’appartamento di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, allestito in occasione delle nozze con Vittorio Emanuele II, celebrate nel 1842. Non è stato possibile rimuovere le appliques al fine di rilevare sul retro eventuali etichette o numeri inventariali dipinti o impressi, utili per ricostruire i diversi trasferimenti di questa coppia di oggetti. Nelle descrizioni della Camera da letto di Carlo Alberto redatte tra fine Ottocento e inizio Novecento non facevano parte della dotazione di questo ambiente e neppure sono qui registrate nella ricognizione del 1966. E’ forse possibile riconoscere la coppia di manufatti in quest'ultima descrizione inventariale alla voce: “Applique su specchio in legno intagliato e dorato ad un solo braccio con coppetta in legno”, riferita a una coppia di punti illuminanti allestiti nel “Salottino adiacente al Salotto Cinese (110)”. Tuttavia, ricostruendo la catena inventariale di questi due oggetti (collocati nel 1908 presso la sala di lettura della Biblioteca Reale e nel 1880 nel Gran Palco Reale del Teatro Regio), le precedenti descrizioni definiscono le due appliques eseguite in “stile Barocco”, elemento che contrasta con i caratteri formali rilevabili sui due punti luce oggetto della schedatura. La semplificazione e simmetria dell’ornato intorno alla cornice riconducono a un gusto classicista e di semplicità che ben si armonizza con l’ambiente in cui sono ora allestite. La resa delle foglie di acanto ornamentale, la cromia delle superfici e la doratura suggeriscono per la loro esecuzione una cronologia all’ultimo quarto del XVIII secolo, forse nell’ambito dell’atelier degli ebanisti di corte, diretto da Giuseppe Maria Bonzanigo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100405305
  • NUMERO D'INVENTARIO s.n
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI CORRELATI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1776 - ante 1794

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE