soggetto assente

spadona ca 1460 - ca 1510

Spadona a due mani con elsa semplice e terminante a ricciolo, tallone con peso a bilanciare la presa. Impugnatura in cuoio cucito. Sulla lama è presente un punzone (tamga), formato dalla figura di un bue stilizzato entro un cerchio, in prossimità del fornimento, mentre al centro ageminato in ottone e presente il Lupo di Passau

  • OGGETTO spadona
  • MATERIA E TECNICA acciaio/ agemina
    acciaio; incisione
    CUOIO
    Ottone
  • AMBITO CULTURALE Ambito Ottomano Ambito Europeo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La spada presenta una lama con il marchio ageminato del lupo di Passau, indicante una manifattura della Germania meridionale. Il punzone è di norma attribuito all'arsenale di S. Irene di Istanbul, anche se a tutt'oggi non esistono conferme a riguardo. Ciò fa ipotizzare che possa trattarsi di una preda bellica. Gli Ottomani, dopo la conquista di Costantinopoli nel 1453, avevano installato nell'antica basilica bizantina di Sant'Irene un arsenale per la fabbricazione di armi. Al fine identificativo venne posto un punzone che, secondo Ünsal Yücel (pubblicato in Helmut Nickel, Arms and Armour through the Ages, 1969) potrebbe derivare dal marchio del bestiame dei Kaiy, una delle ventiquattro tribù turche originarie del secolo XII. Conservato dagli ottomani esso fu poi utilizzato anche su bandiere, tende e monete. Nei secoli XV e XVI divenne molto frequente, per poi scomparire durante il secolo XVII. Secondo l'interpretazione di E. von Lenz (in Nickel 1969), il marchio potrebbe invece rappresentare un segno di "visto", semplificazione della parola turca"imtichan" (buono, adatto), che veniva impresso sulle canne delle armi turche nei secoli XVIII e XIX. L'oggetto faceva parte di una panoplia, collocata lungo la parete del corridoio, composta da 21 oggetti, smontata durante la schedatura (2018) per permettere una migliore conservazione delle opere. La realizzazione della panoplia è attestabile attorno al secondo quarto del secolo XX, nella logica di retorica di Regime che esponeva - anche fisicamente - oggetti "coloniali" o generalmente di civiltà extraeuropee, in parte per spirito di curiosità, in parte per celebrare o esaltare l'arte e l'ingegno della propria cultura. Le armi provenienti dall’Impero Ottomano, conservate presso il Castello di Racconigi, sono parte dei doni inviati dal Sultano Abdul-Hamid II a re Vittorio Emanuele III nell’agosto del 1904. La missione diplomatica consegnò complessivamente ventidue quintali tra fucili, archibusi, artiglierie, spade, asce, lance, revolver, armature, corazze, maglie d’acciaio, elmi in metallo e in stoffa. Esse vennero presentate al sovrano italiano disposte in vetrine foderate in velluto cremisi in una sala attigua a quella del biliardo del Castello di Racconigi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100405091
  • NUMERO D'INVENTARIO R 7037-4
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2022
  • STEMMI Medio della lama - di fabbrica - Marchio - lupo di PASSAU - Lupo stilizzato inciso ed ageminiato in ottone
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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