sfinge

scultura ca 1740 - ante 1760

Sfinge accovacciata su sperone roccioso, volta a destra, con petto e braccia femminili, dorso e arti posteriori leonini. Tiene una conchiglia nel palmo della mano destra; sul capo indossa un nemes pieghettato con corona; il dorso è ammantato da un drappo ricamato che ricopre anche le spalle. Poggia su basamento parallelepipedo

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA terracotta/ modellatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Francese Manifattura Piemontese Manifattura Francese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Adam, Nicolas Sebastien (ambito Di)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le sfingi in terracotta che ornavano la facciata meridionale del Castello sono state sostituite da copie a calco in cemento e riposte a scopo di tutela nel vano del sottoscala nel 1991. Le due opere possiedono un grande valore icastico ma non sono ancora state oggetto di studi specifici, tali da inquadrarne con sicurezza provenienza e attribuzione. Casale segnala l'affascinante presenza di «due sfingi con testa e petto da donna, il restante del corpo [...] da giovenca: quella verso ponente tiene in mano destra una conchiglia, è molto stimata perchè in un sol pezzo di terra cotta», (Casale 1873, p. 18). Noemi Gabrielli le inserisce nel suo repertorio su Racconigi, dicendole opera dello scultore francese Nicolas-Sébastien Adam, come dono a Ludovico di Carignano da parte del padrino, Luigi XV (Gabrielli 1971, p. 156). L'affermazione non è di poco conto e, sebbene non supportata da fonti documentarie nella pubblicazione, è assimilata dagli studi successivi (Roggero Bardelli, Poletto 2008, p. 126). Alcune precisazioni sono fornite, ancora una volta senza riferimenti alle fonti, da Fea, che sostiene l'autenticità come dono del re di Francia della sfinge con conghiglia, mentre l'altra sarebbe stata realizzata «a completamento, in terracotta scialbata, a imitazione della pietra, dalle fornaci di Castellamonte» (Fea 1992, p. 18). Da ultimo, Dardanello, all'interno di recenti studi dedicati a Giovanni Battista Borra, sfuma la paternità delle opere ma le assesta al 1740, in corrispondenza delle nozze fra Ludovico e Cristina Enrichetta d'Assia Reinfels Rotemburg (Dardanello 2013, pp. 124-125). Mentre l'osservazione ravvicinata obbliga a constatare il degrado e la molteplicità di interventi subiti dai manufatti, per la loro comprensione si avverte la necessità di una lettura tecnica specialistica da un lato, e di confronti aperti al contesto europeo continentale e anglosassone dall'altro. Le sfingi di Racconigi appaiono intonate alla conoscenza di prima mano dell'Oriente del Borra e stupiscono per l'inedita soluzione delle braccia, femminili e non ferine, che sembra non trovare confronti, almeno alle prime verifiche, e potrebbe forse rappresentare l'esito di un intervento di riparazione/riplasmazione. Si vedano a tal proposito le sfingi in bronzo dorato con stemmi Savoia Carignano, edite da Gabrielli e sfortunatamente non riscontrabili oggi in Castello (Gabrielli 1971, p. 180), molto vicine alle grandi sculture dell'esterno, ma con zampe leonine. Si segnala che in area di deposito del Castello è conservata una sfinge in pietra, di dimensioni molto più piccole, più vicina al modello francese e affine all'arpia pubblicata ancora da Gabrielli, p. 245, forse originariamente parte della decorazione scultorea del parco, fra le ambientazioni immaginate da Giacomo Pregliasco (cfr. Gabrielli 1971, p. 153)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100404741
  • NUMERO D'INVENTARIO n.d
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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