cornice di dipinto, opera isolata di Palagi Pelagio (attribuito) - manifattura Italia settentrionale (secondo quarto sec. XIX)

cornice di dipinto, post 1840 - ante 1845

Cornice dal profilo rettangolare e luce centinata interamente dorata. Tipologia a gola. Battuta perlinata, fascia centrale liscia. Fascia esterna ornata con motivo continuo a fogliette di palma stilizzate. In corrispondenza dei due angoli superiori decoro in pastiglia costituito da foglia di palma centrale e infiorescenza dalle quali si dipartono, simmetricamente, due rami di foglie di alloro

  • OGGETTO cornice di dipinto
  • MISURE Profondità: 32 cm
    Altezza: 190 cm
    Larghezza: 134.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italia Settentrionale
  • ATTRIBUZIONI Palagi Pelagio (attribuito): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gabinetto inserito tra gli spazi dell’Appartamento d’Inverno, allestito a partire dal 1733 per la seconda consorte di Carlo Emanuele III, Polissena d’Assia, l’ambiente fu soggetto ai lavori di rifunzionalizzazione che interessarono le sale sei-settecentesche del piano nobile di Palazzo Reale per volontà di Carlo Alberto. Gli interventi impegnarono vari professionisti per circa un decennio, tra il 1837 e il 1848, sotto la direzione del poliedrico Pelagio Palagi, progettista di interni, architetto, collezionista, dal 1833 nominato, per volontà di re Carlo Alberto, “pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi”. Non sono stati pubblicati dalla storiografia documenti significativi in merito alla trasformazione di questa stanza. La prima guida del Palazzo che descrive l’assetto voluto dal sovrano, compilata da Clemente Rovere, evidenziò la semplicità del mobilio, limitandosi a menzionare come opera degna di nota in questa sala la tavola cinquecentesca della Madonna con Bambino, santi e donatore, e ricordando l’esistenza di “memorie di famiglia del compianto Sovrano: entro alcuni scaffali si veggono le divise de’ suoi ordini equestri”. Gli inventari patrimoniali redatti tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo Novecento restituiscono una serie di elementi d’arredo impiallacciati in mogano, forse in parte originariamente eseguiti da Gabriele Capello detto il Moncalvo, su disegno del Bolognese, per l’appartamento di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, allestito in occasione delle nozze con Vittorio Emanuele II, celebrate nel 1842. La presenza della tavola, probabilmente già con la sua cornice, sebbene non esplicitamente ricordata, è enfatizzata nella descrizione del Palazzo Reale del Rovere: “L’amatore di belle arti trova però ad appagare anche i suoi sguardi sovra un quadro prezioso e per la dipintura e per la santa mano che lo regalò a Carlo Alberto: questi fu il canonico Cottolengo”. Qui l’opera veniva, erroneamente, attribuita a Macrino d’Alba; successivamente, negli inventari patrimoniali compilati all'inizio del nono decennio dell’Ottocento, la tavola fu riferita a Nicolò Rondinelli, pittore ravvenate, ricordato da Giorgio Vasari come uno dei migliori allievi di Giovanni Bellini, nella cui bottega lavorò tra il 1485 e il 1495. Rilevata sul dipinto la data del 1523, spettò ad Alessandro Baudi di Vesme riferirlo correttamente a Defendente Ferrari, ripreso poi da tutta la critica sino ad anni recenti. Nel 1842 il restauratore e pittore attivo per la Regia Galleria Antonio Vianelli intervenne a restaurare la tavola in oggetto, già a quelle date in possesso del sovrano. Poiché il canonico, oggi santo, Giuseppe Benedetto Cottolengo - secondo le parole di Rovere donatore dell’opera, presumibilmente in ringraziamento del sostegno fornito da Carlo Alberto alla sua attività assistenziale - morì in quello stesso anno, è plausibile ipotizzare che la tavola potesse essere pervenuta al re di Sardegna per lascito testamentario dello stesso o comunque poco tempo prima e che, dunque, per essere collocata nelle stanze dell’appartamento regio venisse opportunamente restaurata e dotata di una cornice adeguata alla nuova sistemazione. I caratteri di stile dell’oggetto, di sapore classicista nell’insieme, e del decoro, contraddistinto dalla caratteristica palmetta palagiana, non solo confermano l’ipotesi di una cronologia dell’oggetto all’inizio del quinto decennio dell’Ottocento, ma anche la possibile esecuzione da parte di ebanisti attivi per la corte sabauda su disegno di Palagi, spesso richiesto anche per fornire progetti per elementi d’arredo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401357
  • NUMERO D'INVENTARIO 6948
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI tavola, retro, in centro a destra - 18/ SM (rosso) - corsivo - a impressione - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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