ritratto di Amedeo VIII di Savoia

busto, post 1863 - ante 1864

Il personaggio è ritratto a mezzo busto, con taglio al di sotto della spalla. Volto ruotato di lieve tre quarti. Porta i capelli mossi, con scriminatura centrale, baffi e barba. La fronte, corrugata, è scoperta. Indossa una tunica, panneggiata intorno al collo, e al di sopra un manto ricoperto di ermellino. Al collo pende il collare dell’ordine dinastico della SS.ma Annunziata. La scultura poggia su un basamento in marmo composto da un elemento a rocchetto, dalle estremità modanate, e da un elemento, più sottile, a pianta quadrangolare. L’insieme è posto su una mensola in stucco

  • OGGETTO busto
  • MISURE Altezza: 100 cm
  • ATTRIBUZIONI Cauda Luigi (notizie 1846-1865): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’attuale assetto dello scalone monumentale di accesso al piano nobile del Palazzo Reale di Torino si deve al progetto di Domenico Ferri, regio pittore e decoratore e all’architetto dell’Ufficio Tecnico del Ministero della Real Casa, Pietro Foglietti, su commissione di Vittorio Emanuele II, ormai prossimo a divenire re d’Italia. L’incarico per la progettazione di questo importante ambiente di rappresentanza fu conferito a Ferri nel 1857. Il professionista ideò un percorso celebrativo dinastico e insieme evocativo della storia d’Italia e della sua imminente e poi recente unificazione, dovendo combinare modalità diverse di decorazione, pittorica e scultorea, con particolare attenzione anche al contenimento degli aspetti economici. I primi lavori sulle murature vennero avviati nel 1862. Negli anni seguenti, via via, vennero ingaggiati professionisti già attivi per la corte per l’esecuzione dei diversi elementi d’arredo: da Gabriele Capello, detto il Moncalvo, per le parti lignee, alla famiglia Gaggini per la fornitura di tutte le parti in marmo, a partire dal rivestimento della stessa gradinata di accesso. Ferri previde una serie di statue a figura intera e a mezzo busto di principi sabaudi e di personaggi significativi per la storia dinastica che armonizzassero con i grandi riquadri dipinti, raffiguranti episodi narrativi legati a questi stessi temi. Tra queste si inserisce il busto che raffigura il principe Amedeo VIII (Chambery, 1383-Ripaille, 1451). Fu commissionato a Luigi Cauda, pensionante sabaudo a Roma negli anni Trenta e artista noto per le sue qualità di ritrattista sin dalle sue partecipazioni alle esposizioni della Promotrice torinese negli anni Quaranta dell’Ottocento. La sua opera più significativa, fortemente legata al magistero di Vincenzo Vela, fu la statua di Carlo Alberto collocata nell’atrio della facciata del Palazzo di Città di Torino (1858). L’opera fa parte di una serie di sei sculture a mezzo busto, affidate a quattro diversi professionisti, che dovevano completare, con un gioco opportuno di rimandi a seconda della loro posizione rispetto alle statue, il ciclo dinastico sabaudo. La sottomissione per la serie di busti, tra cui quello in oggetto, venne stipulata il 22 aprile 1863 e stabiliva che tutti e sei dovessero essere “omogenei secondo indicazione di Domenico Ferri”, eseguiti in marmo di Carrara delle cave di Ravaccione, dell’altezza di 110 cm e consegnati entro il settembre 1864. Ciascuna scultura fu pagata 800 lire. Amedeo VIII, figlio di Amedeo VII e di Bona di Berry, fu conte di Savoia e dal 1416 primo duca per investitura imperiale da parte di Sigismondo di Lussemburgo. Nel 1401 sposò Maria di Borgogna, figlia del duca Filippo l’Ardito. Al suo nome è legata anche la fondazione dell’Università di Torino nel 1404, sebbene essa si debba al cugino Ludovico, ultimo principe del ramo dei Savoia-Acaja, alla cui morte, nel 1418, Amedeo VIII acquisì tutti i territori e prerogative connesse a questa linea collaterale e, in particolare, il controllo della città di Torino, consolidando così l’unità dello stato sul fronte piemontese. Nel 1430 promulgò gli Statuta Sabaudiae, organico corpus di leggi valevoli per tutto il ducato che riaffermava l’autorità e il prestigio ducale, centralizzando l’organizzazione amministrativa dello stato. Dal 1439 al 1449 fu l’ultimo antipapa, con il nome di Felice V, abdicando e riconoscendo l’autorità di Niccolò V che lo riconobbe cardinale del titolo di Santa Sabina, legato e vicario apostolico nei paesi sotto il suo governo politico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401111
  • NUMERO D'INVENTARIO 14
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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