Carlo Alberto di Savoia-Carignano

disegno post 1840 - ante 1849

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla. Il corpo è orientato di lieve tre quarti e così il volto. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli corti, con scriminatura laterale; fronte scoperta e baffi. Indossa l’uniforme dell’esercito sardo, abbottonata e ornata da cordone e, sulla destra, dalla placca dell’ordine della SS.ma Annunziata, del quale porta anche il collare. Immediatamente sotto il collo sono appuntate le riduzioni dell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro Sulle spalle è appoggiato un mantello, panneggiato. Sfondo neutro, ridipinto, di colore bruno. L’acquerello è posto entro una cornice in legno, intagliato e dorato, di formato e luce rettangolare. Tipologia a gola. Battuta liscia. Fascia liscia. In corrispondenza degli angoli decoro in pastiglia con girali vegetali e corolle floreali che si diparte simmetricamente da un medaglione centrale contornato da pelacecette

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ acquerello
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera presenta solamente contrassegni inventariali relativi alle campagne di catalogazione dei beni del castello di Racconigi. Si deve presumere, pertanto, che l’oggetto sia qui pervenuto per dono o per acquisto durante i decenni in cui il principe di Piemonte, e poi ultimo re d’Italia, Umberto II raccolse in questa sede le sue collezioni pittoriche, primariamente dedicate all’iconografia e alla storia sabauda, come in questo caso in cui è rappresentato Carlo Alberto di Savoia-Carignano (1798-1849). Nato a Torino da Carlo Emanuele, sesto principe di Carignano, e da Maria Cristina di Sassonia-Curlandia, si formò in un ambiente cosmopolita, viaggiando tra Parigi e Ginevra, grazie alle posizioni favorevoli al governo francese assunte dai genitori. Ottenne i primi gradi militari e il titolo comitale al tramonto dell’impero napoleonico. Con la Restaurazione ritornò a Torino, chiamato da Vittorio Emanuele I al fine di predisporre un’educazione adeguata a un potenziale erede al trono di Sardenga. Nel 1817 sposò a Firenze Maria Teresa d’Asburgo-Lorena. Dopo l’abdicazione di Vittorio Emanuele I nel 1821, in assenza del designato Carlo Felice, assunse la reggenza, ma in seguito alla concessione della costituzione, primo atto per un profondo rinnovamento dello stato sabaudo, venne sconfessato e poi allontanato dal sovrano che gli intimò l’esilio in Toscana. Tuttavia, Carlo Felice, considerando l’estinzione del ramo primogenito del casato, nel 1824, con documento segreto, lo designò come legittimo successore al trono di Sardegna sul quale salì nel 1831, primo sovrano della dinastia dei Savoia-Carignano. In politica estera il primo decennio di governo si contraddistinse per un appoggio, in linea con le posizioni asburgiche, ai governi legittimisti europei, parallelo a misure di rigore politico sul fronte interno verso qualsiasi pressione di indirizzo liberale. Dalla metà del quarto decennio dell’Ottocento, tuttavia, avviò un processo di riorganizzazione dell’amministrazione del Regno, con esiti importanti soprattutto sul fronte giuridico, ma anche su quello economico. Un nuovo piano di riforme venne avviato nel 1847 che culminò l’anno successivo con la concessione dello Statuto Albertino, carta costituzionale del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia sino al 1947. Nello stesso 1848, l’intervento delle truppe sarde a sostegno della insurrezione milanese contro il governo asburgico fu il primo passo per un definitivo mutamento dell’assetto sancito dal Congresso di Vienna nella penisola che avrebbe portato, attraverso le guerre d’indipendenza, all’unificazione italiana sotto il governo sabaudo. Questa prima fase del conflitto non sortì gli esiti sperati e l’esercito austriaco recuperò rapidamente tutte le posizioni in Lombardia. Nel 1849, dopo la sconfitta di Novara, abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele, ritirandosi in esilio ad Oporto, ove morì pochi mesi dopo. Vivace e ampio fu il suo impegno per la creazione di nuove istituzioni culturali a destinazione pubblica: il trasferimento nell’odierna sede del nascente Museo Egizio, la fondazione della Regia Pinacoteca nel 1832 e cinque anni più tardi l’apertura dell’Armeria Reale e, nella stessa manica del palazzo, la costituzione della Biblioteca Reale. Il cambiamento dinastico ebbe effetti rilevanti sui destini delle residenze di corte. Tra le sedi dinastiche del ramo primigenio, particolare attenzione godette Moncalieri, mentre il castello dei Savoia-Carignano in Racconigi divenne privilegiata dimora per la villeggiatura reale. Venne creato ex-novo il complesso neogotico di Pollenzo, destinato alla pratica agricola, mentre all’allevamento fu designata la tenuta della Mandria, attigua alla reggia di Venaria, già dismessa da Vittorio Emanuele I. Professionista di riferimento e coordinatore per questi progetti e per un profondo rinnovamento anche degli appartamenti nel palazzo reale di Torino fu l’architetto e pittore Pelagio Palagi. L’acquerello propone l’immagine del sovrano in età matura, in prossimità o subito dopo lo svolgimento della Prima Guerra d’Indipendenza, come evidenziato dalla brizzolatura dei capelli e dal volto pensieroso, ed è derivata senza dubbio da una immagine ufficiale del principe sabaudo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399756
  • NUMERO D'INVENTARIO R 2848
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, cartoncino, in basso, a destra - R 2848 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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