Ritratto di Maria Cristina Savoia-Carignano
dipinto
post 1827 - ante 1850
Tra nubi grigio-rossastre, si apre uno spazio entro il quale è rappresentato un volto infantile, rivolto verso sinistra e semi frontale. Porta una cuffia copre interamente la nuca, profilata in pizzo, e un camice, finemente pieghettato. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia. Fascia interna ornata da piccole baccellature; centrale modanata. Fascia esterna decorato con fogliette dentellate e allungate stilizzate
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
rame/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 21 cm
Larghezza: 17 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, secondo quanto indicato in una iscrizione presente sul resto dell’opera, che Noemi Gabrielli attribuiva alla mano di Umberto II, raffigura Maria Cristina Carola Felicita di Savoia Carignano, unica figlia femmina nata dall’unione tra il re di Sardegna Carlo Alberto e l’arciduchessa Maria Teresa Asburgo Lorena Toscana. La bambina nata nel 1826, morì un anno più tardi e venne tumulata nella cappella cosiddetta degli infanti della cripta reale nella Basilica di Superga. L’iconografia del dipinto, raffigurante un infante entro le nubi, ossia assunto in cielo, conferma questa identificazione. Inoltre, un’etichetta posta sulla cornice conferma che il dipinto appartenne alle raccolte private della regina Maria Teresa, passando poi, per trasmissione ereditaria, ai duchi di Genova, come testimoniato da una seconda etichetta. Il ritratto, pur evocativo, mostra nei tratti del volto una buona qualità che richiama la pittura dei ritrattisti attivi a corte in questa fase come Pietro Ayres e dovette essere eseguito, presumibilmente, poco dopo la morte della bambina per serbarne memoria. La tela si colloca in una sala che venne riallestita all’inizio del Novecento, in una fase in cui, dopo decenni di abbandono e dopo l’assassinio di Umberto I a Monza, che determinò l’abbandono della villa lombarda come luogo di villeggiatura della famiglia reale, il castello di Racconigi fu oggetto di un nuovo interesse da parte dei Savoia. Gli appartamenti dell’area di ponente furono destinati a ospitare principi in visita o ospiti illustri. Successivamente, a partire dagli anni Trenta del Novecento, subirono ulteriori trasformazioni, dopo la donazione della residenza al principe ereditario Umberto II. La serie dei ritratti degli infanti di Casa Savoia di varia epoca qui posizionati, rientra, probabilmente, tra gli acquisiti effettuati da parte di Umberto II dagli anni Venti del Novecento per completare la quadreria dinastica
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399702
- NUMERO D'INVENTARIO R 2999
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, cornice, al centro - R 2999 (giallo) - corsivo alto-basso - a matita - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0