Gesù Bambino addormentato con la croce

dipinto, post 1676 - ante 1700

La figura semisdraiata e dormiente di Gesù Bambino occupa la parte centrale della tela, a sviluppo orizzontale. Il capo è cinto da una aureola di luce, il viso è sorridente, i capelli cori e ricci. Il corpo è nudo e la figura è adagiata su un lenzuolo e due drappi, al di sotto dei quali si scorgono i bracci di una croce. Davanti ad essa, in primo piano, si intravede un chiodo. Sulla destra sono dipinte foglie e fiori di colore rosso. Due testine cherubiche osservano compiaciute il sonno del Bambino. Sullo sfondo, a destra, paesaggio con collina, cielo e nubi rossastre. La tela è posta entro una cornice in legno intagliato e dorato di formato e luce rettangolare. Tipologia a cassetta. Battuta liscia. Fasce esterna e interna modanata. Centrale liscia

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 58.5 cm
    Larghezza: 71.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La rappresentazione di Gesù Bambino dormiente, appoggiato al legno della croce, parzialmente disvelata da un drappo rosso, allusiva al sacrificio sul Golgota, rientra una tipologia largamente diffusa tra il XVIII e il XVIII secolo. Anche la presenza del fiore simbolico della passiflora sottolinea il richiamo a questo cruciale momento della storia evangelica. In particolare, il dipinto in oggetto, per le forme morbide e levigate della figura del Cristo, di chiara matrice classicista, mostra di essere una libera rielaborazione dal modello elaborato, in più versioni, da Guido Reni e in ambito emiliana e poi ripresa, anche a mezzo stampe, in altre realtà. Si veda a titolo d’esempio la stampa di Joseph Wagner da un dipinto di Jacopo Amigoni collocabile alla metà del Settecento. Le dimensioni medie dell’opera permettono di considerarlo un cosiddetto ‘quadro da stanza’ o di devozione privata. Le iscrizioni presenti sul retro dell’opera riconducono il dipinto a una provenienza, quanto meno ottocentesca, dalle residenze sabaude e sicuramente da Racconigi nella prima metà del Novecento. La tela si colloca in una sala che venne riallestita all’inizio del Novecento, in una fase in cui, dopo decenni di abbandono e dopo l’assassinio di Umberto I a Monza, che determinò l’abbandono della villa lombarda come luogo di villeggiatura della famiglia reale, il castello di Racconigi fu oggetto di un nuovo interesse da parte dei Savoia. Gli appartamenti dell’area di ponente furono destinati a ospitare principi in visita o ospiti illustri. Successivamente, a partire dagli anni Trenta del Novecento, subirono ulteriori trasformazioni, dopo la donazione della residenza al principe ereditario Umberto II. La serie dei ritratti degli infanti di Casa Savoia di varia epoca qui posizionati, rientra, probabilmente, tra gli acquisiti effettuati da parte di Umberto II dagli anni Venti del Novecento per completare la quadreria dinastica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399683
  • NUMERO D'INVENTARIO R 3179
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 3179 (giallo) - corsivo alto-basso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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