Ritratto di Margherita di Savoia

dipinto, post 1607 - ante 1624

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto del punto vita. Il corpo e il visone sono ruotati di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli ricci, raccolti, e ornati con fascia trapunta di perle e ornata con pendenti a goccia e altri elementi decorativi a sviluppo verticale che si sviluppano sulla parte posteriore della nuca. Pendenti a goccia. Indossa una ricca gorgiera in pizzo e una veste con corpetto, gonna e ampie soprammaniche in tessuto a bande orizzontali arricchite da piccoli tagli. Le maniche sottostanti, affusolate e terminanti con polsino in pizzo, sono in tessuto cangiante. Al collo pendono una ricca collana con montatura in metallo dorato e pietre preziose e tre giri di perle che scendono sino al punto vita. Una mano tocca la perla a goccia del pendente della collana l’altra, trattenendo un guanto poggia sullo schienale di una seggiola. Sfondo unito di colore scuro. La tela è posta entro una cornice di profilo e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia. Fascia interna intagliata con motivo a foglie stilizzate. Fascia centrale granita ornata da decoro in pastiglia a girali vegetali. Sottile fascia esterna perlinata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 63.5 cm
    Larghezza: 99.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Settentrionale
  • ALTRE ATTRIBUZIONI ambito fiammingo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo quanto indicato nell’inventario compilato da Noemi Gabrielli, la tela raffigura Margherita di Savoia (Torino, 1598-Miranda de Ebro, 1655) in uno sfarzoso abito “alla spagnola” che potrebbe essere stato utilizzato per una immagine ufficiale connessa al fidanzamento con il duca di Mantova o al successivo matrimonio. Forte, e probabilmente voluto, sia nell’abito che nei gioielli, il richiamo all’iconografia della madre, Caterina Micaela d’Asburgo. La principessa fu la primogenita femmina nata dal matrimonio tra Carlo Emanuele I e l’infanta di Spagna e venne educata secondo il cerimoniale in uso alla corte di Madrid. Forte fu il suo legame con il padre che nel 1603 la nominò reggente dello Stato nel 1603 in occasione del viaggio a Nizza intrapreso dal duca per accompagnare i primi tre figli maschi in partenza per la Spagna. Le nozze con il duca di Mantova Francesco Gonzaga vennero celebrate il 20 febbraio 1608, contemporaneamente agli accordi nuziali per la sorella Isabella, destinata a sposa del duca di Modena con Alfonso d’Este. Attiva fu la sua partecipazione agli affari di corte a Mantova e si occupò della amministrazione del Monferrato. Nel 1611 nacque Ludovico, erede del ducato. Dopo la morte del marito nel 1612, la sua ingerenza nel governo dello stato, sostenuta dal nuovo duca, Francesco IV Gonzaga, si accentuò. Difficile fu la sua posizione nei confronti del padre via via che Carlo Emanuele I, nel corso del secondo decennio del Seicento, assunse posizioni sempre più vicine alla Francia. Rilevante fu la sua azione di mediazione politica allo scoppio delle guerre di Monferrato e per la successione al ducato di Mantova dopo la morte del duca Vincenzo nel 1627. Fu costretta a lasciare il ducato nel 1633. L’anno successivo raggiunse la Spagna e ottenne da Filippo IV che la nominò vice regina del Portogallo, carica che mantenne, non senza difficoltà fino al 1640. Dal 1642 alla morte visse in Spagna. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399661
  • NUMERO D'INVENTARIO R 4869
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 4869 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a matita - non determinabile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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