Ritratto di Caterina Michaela d'Asburgo

dipinto, post 1584 - ante 1599

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla. Il corpo e il viso sono ruotati di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli raccolti, in elaborata acconciatura arricchita da gioielli con perle, motivi floreali e una croce, posta al centro della nuca. Il viso è profilato da una alta gorgiera in pizzo. Indossa una veste dal tessuto operato di cui appena si distingue il corpetto e le maniche. Al collo pende una ricca collana con pietre preziose e pendenti a goccia di perla, analoghi agli orecchini. Sulle spalle poggiano due giri di perle. Sul petto è appuntata una grossa croce. Fondo unito di colore scuro. Iscrizione su due righe sulla tela in alto. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare, in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Battuta liscia. Fascia interna intagliata con motivo a ovoli che si dispongono simmetricamente rispetto al punto mediano di ciascun lato; centrale liscia; esterna perlinata

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 64 cm
    Larghezza: 48 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Italia Settentrionale
    ambito fiammingo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, come indicato sul retro, raffigura Caterina Micaela d’Asburgo (Madrid, 1567-Torino, 1597). L’infanta era la figlia secondogenita di Filippo II, cugino del duca Emanuele Filiberto, e di Isabella di Valois. Nel 1584 vennero avviate le trattative, nell’ottica di una politica di bilanciamenti di alleanze tra Francia e Spagna, per le nozze con il duca Carlo Emanuele I che ebbero luogo un anno più tardi. La principessa, pur non rientrando mai più in patria, mantenne forti legami con la corte d’origine dalla quale proveniva parte del suo seguito: introdusse a corte il cerimoniale spagnolo che venne praticato anche per i suoi numerosi figli. I tre principi Filippo Emanuele, Vittorio Amedeo e Emanuele Filiberto nel 1603 vennero inviati a Madrid, accompagnati da un precettore d’eccezione, Giovanni Botero. Consistente fu il suo peso sia nell’azione di governo, reggendo le sorti del ducato durante le campagne militari intraprese da Carlo Emanuele I, sia sul piano culturale e del mecenatismo. Le modalità di raffigurazione della principessa spagnola appaiono restituiscono un volto giovanile, quasi a suggerire la derivazione da quel perduto ritratto pervenuto a Torino nel 1584, insieme a quello della sorella Isabella Clara Eugenia, per la definizione degli accordi matrimoniali. Una particolare vicinanza è avvertibile, anche nel modello della gorgiera, nell’evidenziazione della perla a goccia che pende dall’orecchio e nell’elaborata acconciatura con fermagli a forma di corolle floreali stilizzate, pur nella diversità del diadema centrale, con la nota miniatura di Giovanna Garzoni conservata agli Uffizi di Firenze. L'opera è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399645
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5564
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5564 (giallo) - corsivo alto-basso, numeri arabi - a matita - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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