Ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia

dipinto, post 1701 - ante 1750

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sopra del punto vita. Il corpo e il viso sono ruotati di tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso sinistra. Porta i capelli corti, il volto, arricchito da baffi appuntiti e barba appena accennata, è profilato da una gorgiera bordata di pizzo. Indossa un petto di corazza ornato da fasce cesellate con motivi vegetali e profilato da dorature che si ripetono anche sugli spallacci. Sul petto di corazza è dipinta la croce di Malta. Fondo bruno unito. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare, in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia. Fasce modanate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 68.5 cm
    Larghezza: 52 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Considerando quanto presente su un’etichetta incollata posteriormente alla tela che riporta il nome e la carica con grafia sette-ottocentesca, oltre a confronti con altri ritratti del principe conservati al Castello di Racconigi, la tela rappresenta Emanuele Filiberto di Savoia (Torino, 1588-Palermo, 1624), terzo figlio del duca Carlo Emanuele I e di Caterina Micaela d’Asburgo. Egli infatti entrò a 12 anni nell’ordine dei cavalieri di Malta in cui divenne priore di Castiglia e León, titolo a cui, appunto alludono l’iscrizione e la presenza della croce di malta dipinta sul petto di corazza. I caratteri del volto appaiono compatibili con il celebre ritratto di Anton van Dyck che ne certifica l’iconografia. Legato alla corte asburgica spagnola, dove intraprese una brillante carriera militare, venne nominato nel 1622 da Filippo IV viceré di Sicilia. Morì a Palermo nel 1624. Il dipinto, da un punto di vista formale, può collocarsi per una certa levigatezza delle linee e delicatezza del colore, nella prima metà del Settecento, presupponendo, dunque, che si tratti di una replica da un antico prototipo. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399637
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5584
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5584 (giallo) - corsivo alto-basso - a matita - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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