Ritratto di Oddone di Savoia
dipinto,
post 1701 - ante 1750
Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio un poco al di sotto della spalla. Il busto è ruotato di tre quarti; il viso è rappresentato di profilo, quasi del tutto nascosto dalla celata dell’elmo riccamente piumato che porta sul capo. Indossa spallacci e un petto di corazza. Sfondo neutro di colore bruno. Superiormente, iscrizione su una riga. Il dipinto è posto entro una cornice in legno intagliato e dorato di profilo e luce rettangolare. Tipologia a gola. Battuta liscia; fascia interna con motivo a foglie allungate e stilizzate che si dipartono, simmetricamente, dal punto mediano di ciascun lato. Fascia centrale liscia, esterna filettata
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 62.8 cm
Larghezza: 48.5 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, come indicato nell’iscrizione sul recto della tela e nell’inventario compilato nel 1951 da Noemi Gabrielli e dal confronto con altri dipinti conservati nello stesso castello di Racconigi, raffigura Oddone (1023-1057), conte di Savoia, Aosta e Moriana, figlio secondogenito di Umberto I Biancamano e di Ancilla, dunque una delle figure capostipiti della dinastia sabauda su cui si hanno relativamente poche notizie certe. Sposò nel 1045 Adelaide, marchesa di Torino e di Susa figura di notevole spicco nel panorama politico dell’XI secolo che a lungo sopravvisse al consorte e a parte dei figli. I caratteri dell’armatura indossata dal principe sabaudo non sono coerenti con il periodo in cui egli visse, ma mostrano negli spallacci e nel petto di corazza elementi propri delle armature da battaglia del XV secolo di produzione borgognona, mentre l’elmo, ornato da numerose piume, potrebbe richiamare maggiormente a un ambito cavalleresco. L’immagine, anche nella scelta della posa di profilo, è derivata da quella, per buona parte di fantasia, proposta nella genealogie dell’abate Ferrero di Lavriano “Albero gentilizio della Casa di Savoia” pubblicato nel 1701 a Torino. Pertanto, l’esecuzione della tela si deve collocare, anche in considerazione ai dati di stile, nella prima metà del XVIII secolo. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399617
- NUMERO D'INVENTARIO R 5623
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a sinistra - R 5623 (giallo) - capitale - a penna - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0