Ritratto di Maria Apollonia di Savoia

dipinto, post 1641 - ante 1660

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, di lieve tre quarti, con taglio poco al di sotto della spalla. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli raccolti e parzialmente coperti da un ampio velo semitrasparente portato rigonfio sopra al capo. Indossa una veste di colore scuro con colletto inamidato chiaro, lievemente sollevato, e due fasce plissettate sul busto di colore bianco. Sfondo neutro di colore scuro. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato. Tipologia a gola; battuta liscia. Fasce interna ed esterna modanata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 58 cm
    Larghezza: 42 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo quanto affermato dalla indicazione contenuta nell’inventario dei beni della residenza compilato alla metà del Novecento da Noemi Gabrielli, nonché da altre tele, parimenti conservate nel castello, che riportano la medesima indicazione, l’opera dovrebbe raffigurare Maria Apollonia di Savoia (Torino, 1594-Roma, 1656). La semplicità degli abiti indossati presuppone che il ritratto, forse replica più tarda di un prototipo coevo al personaggio, sia stato effettuato dopo l’ingresso nel Terz’Ordine francescano, sul modello della zia materna, governatrice dei Paesi Bassi spagnoli, Isabella Clara Eugenia, effettuato nel 1629, insieme alla sorella, con la quale si dedicò ad opere di carità e penitenza. Già due anni prima Maria Apollonia aveva sostenuto la fondazione in Torino di un monastero dell’ordine delle suore cappuccine. Nel 1634, dopo un periodo di meditazione al santuario di Oropa, insieme a Francesca Caterina, fece la propria professione religiosa al Provinciale dei cappuccini, nella cappella privata. Nell’ultimo decennio di vita, dopo la perdita della sorella, viaggiò ripetutamente, vivendo per lunghi periodi a Roma dove morì. Fu inizialmente sepolta nella basilica francescana dei SS. Apostoli e fu poi trasferita, per sua stessa volontà, nella basilica inferiore di San Francesco ad Assisi. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399590
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5590
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5590 (giallo) - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1641 - ante 1660

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE