Ritratto di Carlo Emanuele II di Savoia
Il personaggio è rappresentato a figura intera, stante, con un taglio di tre quarti, una gamba più avanzata dell’altra. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli in lunghi boccoli bruni che discendono sino alle spalle, fronte parzialmente coperta. Indossa un petto di corazza, spallacci e finemente cesellati e, al di sotto, una carica dall’alto colletto piatto. Una fascia, finemente panneggiata, attraversa il busto e una coccarda dello stesso tessuto è annodata sul braccio. Al collo pende il collare dell’Ordine della SS.ma Annunziata. Corte brache a sbuffo, ricamate e calzamaglia. Ai piedi scarpe con tacco ornate da largo fiocco. Le mani sono coperte da ricchi guanti. Una mano tiene l’impugnatura di un bastone e l’altra è appoggiata su un fianco. Da esso pende il fodero di uno spadino da parata. Dietro la figura, scorciato, è rappresentato un tavolo ricoperto da un drappo profilato da una fascia ricamata e da frange. Sul piano del tavolo, in fondo, è posta una corona chiusa. Sullo sfondo, una parete su cui poggiano i fusti lisci di semicolonne e, sulla destra, a chiudere la scena, un tendone di tessuto rosso, Pavimento scompartito in rettangoli e ornato da decori circolari. Le tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno verniciato. Tipologia a gola. Battuta liscia. Fascia modanata
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 179 cm
Larghezza: 98.5 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
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ATTRIBUZIONI
Dufour Pierre (attribuito): pittore
Dufour Laurent (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è stato rintelato e, pertanto, non è possibile ricostruire i diversi passaggi che hanno portato l’opera ad essere allestita, insieme ad altri ritratti dinastici, nella Galleria di Ponente del Real Castello di Racconigi dagli anni Trenta del Novecento. Il principe è raffigurato con l’abito di Gran Maestro dell’Ordine dinastico della Santissima Annunziata, a cui si aggiunge un raffinatissimo petto di corazza, completato da spallacci, finemente sbalzato e cesellato. La qualità dell’armatura suggerisce che si tratti di un esemplare utilizzato per un torneo, forma di spettacolo di matrice cavalleresca ancora molto apprezza alla metà del XVII secolo nel capoluogo piemontese. Si tratta di una immagine ufficiale del duca, riconducibile ad una fase posteriore il 1648 quando, formalmente, cessò la reggenza della madre. Il ritratto è stato eseguito con estrema cura nella restituzione dei dettagli dell’abito, arricchito da ricami, pizzi e fiocchi, secondo la coeva moda francese, come ben si nota dalla qualità dei guanti e delle calzature, nonché dall’uso del bastone. Il dipinto, probabilmente un prototipo destinato a essere riprodotto e inviato anche al di fuori dei confini del ducato, dovette essere affidato a un professionista gradito a corte, seppure coadiuvato da un artista meno capace dedito alla realizzazione dell’architettura di sfondo. Potrebbe trattarsi di uno degli artisti della dinastia savoiarda dei Dufour, possibilmente uno dei fratelli Lorenzo o Pietro, documentati a Torino dalla metà del XVII secolo e attivi ripetutamente anche come ritrattisti. L’abbigliamento è reso in modo simile a quello dipinto in un’altra tela che rappresenta il principe a figura intera, ma in età infantile, con la sola differenza della presenza degli stivali al posto delle scarpe, conservata in collezione privata, nella quale è raffigurata, sullo sfondo, l’architettura di una residenza di corte. Vesti simili si ritrovano anche in una incisione di Francesco Curti in cui il giovane duca mostra il ritratto della madre, Cristina di Francia, utilizzata come antiporta del volume di M. Bettini, Apiaria Universae Philosophie mathematicae.., pubblicato a Bologna nel 1654. Così ulteriori termini di confronto per la fisionomia del duca, seppure resa in modo molto più corsivo, si possono ritrovare nell’incisione di B Laurenti utilizzata come frontespizio dei Progressi della Chiesa occidentale, pubblicato a Torino nel 1648 dal vescovo di Alba Paolo Brizio. La presenza, tra gli attributi che accompagnano l’immagine di Carlo Emanuele II, di una piccola corona chiusa, appoggiata sul tavolo dipinto sullo sfondo, il cui piano è insolitamente piuttosto vuoto, dal momento che l’insegna è solo parzialmente rappresentata, potrebbe alludere alla pretensione avanzata dal giovane Carlo Emanuele II alla titolarità di re di Cipro e Gerusalemme. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399543
- NUMERO D'INVENTARIO R 751
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0