IL DUCA, POI RE, VITTORIO AMEDEO II/ DA AI CONTADINI AFFAMATI/ L'ORO DEL SUO COLLARE DA LUI FATTO A PEZZI/ Novembre MDCXC. Vittorio Amedeo II dona il collare dell'ordine dell'Annunziata ai poveri
stampa di traduzione,
Zino Giuseppe (1814/ 1889)
1814/ 1889
Gonin Francesco (1808/ 1889)
1808/ 1889
PERSONAGGI: Vittorio Amedeo II di Savoia. FIGURE: cavalieri; uomini; donne; bambini. ABBIGLIAMENTO: parrucca; marsina; camicia; jabot; calzoni; stivali; tricorno (Vittorio Amedeo II di Savoia e cavalieri). Corpetto; gonna; velo (donne). Camicia; pantaloni; cappello (uomini). Tunica; fasce (bambini). ANIMALI: cavalli. OGGETTI: bastoni; bisacce. VEGETALI: alberi. PAESAGGIO: prato; cielo; nubi
- OGGETTO stampa di traduzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquaforte
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ATTRIBUZIONI
Zino Giuseppe (1814/ 1889): disegnatore
Gonin Francesco (1808/ 1889): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La stampa fa parte di una serie dal titolo “Galleria di quadri moderni di S.M. il Re Carlo Alberto, disegnata da Giuseppe Zino e incisa da valenti artisti coll’illustrazione dei quadri scritta da Tommaso Vallauri”, pubblicata a Torino da Giuseppe Pomba e Comp. Editori nel 1845. Della serie uscì, contrariamente al piano editoriale che prevedeva due volumi, solamente il primo con 26 riproduzioni. Esse riproponevano a un più vasto pubblico la serie di quadri di storia sabauda commissionati tra gli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta a pittori principalmente piemontesi e lombardi dal re Carlo Alberto per rinnovare l’arredo del piano nobile del Palazzo Reale di Torino. Una seconda versione della raccolta, con sole 18 tavole, intitolata “Fasti della Reale Casa di Savoia e della monarchia” fu annunciata sulle pagine della “Gazzetta Piemontese” nel luglio del 1845. Autore della parte narrativa che accompagnava ciascuna incisione, in questa sede non conservata, fu il professore di eloquenza latina dell’Università di Torino Tommaso Vallauri (Chiusa Pesio, 1805-Torino, 1897). La traduzione delle opere pittoriche in disegno per l’incisione venne affidata al “egregio Zino, disegnatore di S.M.”, pittore di origine monferrina. Per l’esecuzione dei rami furono coinvolti sia professionisti piemontesi che celebri incisori francesi e britannici. La prima dispensa con due incisioni, acquistabili a prezzo variabile da 4 a 6 lire a seconda del formato e della carta, fu annunciata sulla “Biblioteca Italiana” nell’ottobre del 1845 e le successive uscirono con cadenza mensile. La serie di incisioni era accompagnata da un elegante frontespizio con le raffigurazioni del Po e della Dora, accompagnato dallo stemma sabaudo fregiato del collare dell’ordine dinastico dell’Annunziata, eseguito nel 1844 a Parigi presso la Chromolitographie Engelmann e Graf. La serie completa delle stampe conservata presso il Castello di Racconigi venne collocata in cornici di gusto eclettico, con richiami neogotici, appositamente realizzate per l’allestimento delle singole stampe in questo ambiente, destinato ad appartamento del sovrano, fissando ciascuna cornice alla tappezzeria con l’uso del filo. La tela riprodotta nella stampa fu realizzata da Francesco Gonin poco prima del 1843, anno nel quale il dipinto fu esposto all’annuale mostra di Brera a Milano. L’episodio rientra nell’ambito delle battaglie combattute in Piemonte durante la Guerra della Lega di Augusta che vide il ducato sabaudo alleato dell’Impero, della Spagna, dell’Inghilterra e dell’Olanda contro i francesi. L’opera è anche ricordata nel Diario scritto dal pittore l’anno successivo. Il quadro entrò quindi a far parte della decorazione della Sala del Caffè in Palazzo Reale a Torino. L’ambiente, allestito nello stesso 1844, includeva alle pareti una serie di dipinti di artisti contemporanei originari del Regno di Sardegna che avevano una forte omogeneità tematica. Si trattava, infatti, di episodi di storia sabauda attraverso i secoli, riscoperti dagli studi eruditi fioriti in Piemonte dagli anni Venti dell’Ottocento di rilievo maggiore o minore, ma che avevano con elemento comune di essere emblematici esempi di fedeltà alla dinastia regnante. L’ambiente venne smantellato a fine Ottocento e i dipinti inviati in altre sedi di pertinenza sabauda, in particolare furono impiegati per l’allestimento degli appartamenti destinati ai sovrani nel palazzo attiguo alla basilica di Superga, ove pervennero nel 1898. Il dipinto si conserva ancora in questa sede. DESO:La stampa è collocata entro una cornice in legno intagliato e verniciato dal profilo mistilineo e luce rettangolare munita di vetro e di cartoncino sul verso. Tipologia a gola; battuta liscia; fascia modanata. Esternamente a quest’ultima si sviluppa un motivo a traforo costituito da elementi a voluta affrontati che si dipartono, in corrispondenza dei lati maggiori da un elemento ovale con specchiatura polilobata all’interno. In corrispondenza degli angoli ornato a foglie con bacca centrale
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399510
- NUMERO D'INVENTARIO R 2925
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, cornice, in alto, a destra - R 2925 (giallo) - a impressione - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0