Ritratto di Vittorio Emanuele I di Savoia

bassorilievo post 1814 - ante 1821

Il personaggio è rappresentato di profilo, rivolto verso destra, a mezzo busto con taglio immediatamente al di sotto della spalla. Porta la parrucca, con codino trattenuto da nastro dietro la schiena; fronte scoperta. Lo sguardo è assorto, la bocca chiusa. Indossa camicia; cravatta e l’uniforme del regno di Sardegna. Una fascia di tessuto attraversa il busto. Al collo pende il collare dell’Ordine della SS.ma Annunziata. Il rilievo è montato su un piatto di colore scuro e inserito entro una cornice di formato rettangolare e luce circolare, in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Battuta liscia. Larga fascia esterna liscia profilata da filettatura verso l’esterno e da un motivo continuo a fogliette verso l’interno. In corrispondenza degli angoli della porzione più interna, quattro corolle floreali stilizzate

  • OGGETTO bassorilievo
  • MATERIA E TECNICA CERA
    cera/ colorazione
  • MISURE Diametro: 18 cm
  • ATTRIBUZIONI Galassi Andrea (1793/ 1845): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera è firmata dal promettente scultore sardo Andrea Galassi (o Gallassi), pensionante in Roma del re di Sardegna negli anni Venti dell’Ottocento; fu poi coinvolto nel grandioso progetto di statuaria neoclassica che orna la chiesa della Gran Madre di Torino e nella stessa fase realizzò, risiedendo nell’Urbe, il monumento funebre di Maria Luisa di Savoia da collocarsi nella cattedrale di Cagliari (1830). I lavori in ceroplastica, come quello in esame, si inseriscono nella produzione giovanile dell’artista, noto per la sua abilità di ritrattista. L’impostazione del ritratto del sovrano di profilo richiama non solo modelli antiquari, ma la coeva medaglistica. Si pensi solamente al modello in gesso elaborato da Amedeo Lavy (Museo Civico di Arte Antica, Torino) nel 1814 per celebrare il ritorno del sovrano in Piemonte nel 1814. La cera riprende minuziosamente sia l’espressione che gli elementi dell’abbigliamento proposti nell’opera plastica dello scultore torinese. Vittorio Emanuele I era il nono figlio nato nel 1759 dall’unione di Vittorio Amedeo III e Maria Antonia Ferdinanda di Borbone. Ottenne il titolo di duca d’Aosta. Insieme ai fratelli minori, organizzò a corte un’opposizione politica e personale (la frdlansa) contro Carlo Emanuele. a trent’anni sposò Maria Teresa, figlia dell’arciduca e governatore di Milano Ferdinando d’Asburgo e dell’ultima esponente dei duchi di Modena, Maria Beatrice Ricciarda d’Este. Il matrimonio, che di fatto sanciva un’alleanza con Vienna, veniva così a bilanciare le nozze del primogenito contratte con una principessa francese e dalle quali non era sopraggiunto l’erede al trono. Numerosa fu, invece, la prole nata dai duchi, quattro femmine, la prima nel 1792, le gemelle Marianna e Maria Teresa nacquero a Roma nel 1803 e a Cagliari nel 1812 Maria Cristina, ultimogenita. Era nato invece a Torino nel 1797 Carlo Emanuele, destinato, tuttavia, a breve vita e sepolto nel 1801 nella cattedrale del capoluogo sardo dove dal dicembre del 1798 si era trasferita parte della famiglia reale, dopo la firma della pace di Parigi del maggio 1796 che riconosceva la conquista francese dello stato sabaudo ad eccezione della Sardegna. A seguito dell’abdicazione al titolo regio di Carlo Emanuele IV, il 4 giugno 1802, il principe divenne Re di Sardegna. A seguito della caduta di Napoleone, il 20 maggio 1814 il sovrano rientra a Torino e ristabilisce le strutture di governo antecendenti al 1798; per oltre un anno, Maria Teresa, in qualità di reggente, prosegue nell’opera amministrativa in Sardegna. A seguito degli accordi emersi dal Congresso di Vienna, lo stato sabaudo incamera i territori della Repubblica di Genova. I moti del 1821 porrano fine al governo di Vittorio Emanuele I che abdicò in favore dell’unico fratello sopravvissuto, Carlo Felice. Trascorse gli ultimi anni di vita nel castello di Moncalieri ove morì nel 1824. La consorte, una volta rimasta vedova, si ritirò a Genova, in palazzo Tursi. Morì nel 1832. Entrambi sono sepolti nella cripta reale della basilica di Superga. Nonostante la perdita dell’erede al trono, tutte e quattro le principesse contrassero matrimoni di notevole peso politico e prestigio internazionale: la primogenita, Maria Beatrice, sposò nel 1812 lo zio Francesco IV d’Asburgo-Este, duca di Modena; nel 1820 si celebrarono le nozze tra Maria Teresa e Carlo Ludovico, duca di Lucca, Marianna si unì in matrimonio nel 1831 con Ferdinando I, imperatore d’Austria. L’anno seguente Maria Cristina sposò Ferdinando II di Napoli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399471
  • NUMERO D'INVENTARIO R 2498
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, cornice, in basso, a destra - R 2498 (giallo) - capitale - a matita/ a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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