pietà

scultura, post 1750 - ante 1760

La Madonna, al centro del gruppo, tiene in grembo la testa e il busto del Cristo morto, mentre le gambe sono adagiate su una roccia. A destra in ginocchio è la Maddalena piangente, a sinistra è inginocchiato un angioletto con le mani giunte sul petto. Dietro gli altri personaggi, in piedi, è collocato san Giovanni Evangelista che posa una mano sulla spalla della Vergine per consolarla. Il gruppo poggia su una base formata da rocce stratificate

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA terracotta/ modellatura
  • ATTRIBUZIONI Ladatte Francesco (1706/ 1787)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dalla documentazione conservata nell'Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte si ricava che il gruppo in terracotta fu acquistato per diritto di prelazione nel 1926 dall'allora Ministero dell'Istruzione Pubblica e destinato alla Regia Pinacoteca di Torino: il 26 ottobre 1926 Pietro Accorsi chiede di poter esportare all'estero la scultura per conto del signor Alexander Wengraf di Vienna che l'aveva acquistata dal collezionista e mercante d'arte; nello stesso giorno viene steso dalla commissione esaminatrice, di cui faceva parte anche l'allora direttore della Regia Pinacoteca Guglielmo Pacchioni, un verbale per l'esercizio del diritto di prelazione con il quale viene proposto al Ministero competente l'acquisto del "gruppo di terracotta rappresentante la deposizione di Gesù Cristo, avente le dimensioni di 0,45 x 0,45" per la somma di quattrocento lire e in cui si legge che "trattasi di una opera d'arte che per quanto modesta e realizzata con materiale povero ha un notevole valore plastico e decorativo e rappresenta una categoria di oggetti artistici di cui sono, generalmente, assai povere le collezioni italiane in genere e, particolarmente, le collezioni piemontesi. Nonostante persistano nella piccola composizione quasi tutti i caratteri del tardo rinascimento (chiara vi è soprattutto la ispirazione michelangiolesca) l'opera è da ascriversi, come indicano alcuni particolari che possono a prima vista sfuggire, al secolo XVIII e forse alla fine. Non dunque un pezzo di eccezionale importanza ma un oggetto eseguito con gustosa finezza e tale da poter bellamente animare, opportunamente collocato, qualcuna delle sale della Pinacoteca torinese, così povera di scultura." Il Ministero accetta, con nota del 24 novembre 1926, la proposta fatta dalla Soprintendenza piemontese ed invia a Guglielmo Pacchioni un avviso di pagamento in data 2 febbraio 1927 (III Patrimonio Storico-artistico, 4 Prelazione, faldone 16: Esercizio del diritto di prelazione 1924-28, fascicolo 1: Diritto d'acquisto). L'acquisto è registrato anche nel secondo volume dell'inventario Gamba negli anni 1925-1926 (Regia Pinacoteca di Torino. Inventario degli oggetti d'arte. Parte 2ª, p. 66): la scultura è qui attribuita a scultore lombardo del XVIII secolo, attribuzione mantenuta anche nel catalogo del 1899 (n. 635) e nell'inventario corrente delle sculture redatto a partire dal 1952 (p. 1). Noemi Gabrielli (1971, p. 263, n. 635, fig. 454) assegna, invece, la paternità del gruppo fittile a Francesco Ladatte ritenendo tipici dell'artista torinese "il disporsi obliquo dei piani che si interrompono con un andamento ampio e nervoso, il tocco mosso e di raffinata sensibilità", ma inspiegabilmente lo dice acquistato nel 1939 circa. Franco Gualano ha messo in rapporto la scultura con il gruppo della Pietà di Nicolas Coustou - artista con il cui stile e le cui opere Ladatte aveva familiarizzato durante il soggiorno parigino tra il 1718 e il 1729 - nella cattedrale di Nôtre Dame a Parigi; lo studioso ha sottolineato, inoltre, le affinità tra il Cristo qui modellato e quello della Resurrezione in cartapesta eseguita da Ladatte nel 1749 per la Basilica Magistrale dei Santi Maurizio e Lazzaro di Torino, opera vicina al gruppo fittile della Galleria Sabauda anche per i richiami dei gesti, le acconciature di "tocco" e il modo di trattare naturalisticamente la base con rocce stilizzate a più piani (Gualano 1998, pp. 280 e 283, fig. 4). La scultura è stata pubblicata con attribuzione a Ladatte e datazione al 1750-1760 in Dardanello (a cura di) 2005, tav. 80
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100373245
  • NUMERO D'INVENTARIO 9
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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