morte di Cristo sulla croce
dipinto,
post 1540 - ante 1560
La cornice in legno intagliata e dorata presenta due modanature liscie, una a motivi geometrici e una a motivi floreali. Al centro della tavoletta si staglia il Cristo in croce, dietro al quale appare un cielo plumbeo. Ai piedi della croce, sulla sinistra si scorge una fitta vegetazione a cespuglio, al centro un teschio e sullo sfondo un paesaggio urbano composto da numerosi edifici civili e religiosi
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 44 cm
Larghezza: 32 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Ferrarese
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Brusasorci Domenico
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavoletta su cui è raffigurato Cristo in croce pervenne in Galleria Sabauda nel 1872 come acquisto di Ludovico Carli. Dal catalogo di Gamba del 1884, il dipinto viene ricondotto all’ambito ferrarese (Pacchioni, 1932, p. 25; Gabrielli, 1972, p. 197). Lo sfondo scuro del cielo su cui si staglia la figura del crocifisso, la sua presenza fisica e la sua plasticità rimandano sia alla produzione figurativa emiliana, sia a quella lombardo-veneta. In particolare, proposti nella scheda OA cartacea di Francesca Quasimodo, vengono riscontrati puntuali riferimenti al linguaggio pittorico di Domenico Brusasorci (1515 ca.-1567), il quale, dopo la formazione veronese, si accosta al manierismo di Giulio Romano, ed entra a far parte dell'ambiente figurativo mantovano. La sua tela rappresentante il Crocifisso adorato dalla famiglia Serego Alighieri, conservato a Verona presso l'Istituto Stimmata, presenta una tipologia del Cristo in croce simile al dipinto di Torino (S. Marinelli, 1987, p. 145): la solidità del corpo, la resa delle mani, delle gambe e dei piedi, la disposizione del corpo croce, il capo reclinato su un lato, ed anche la scritta INRI nella cartella sommitale si riscontrano in maniera puntuale nei due dipinti. Esistono anche affinità tra il dipinto in questione e la Pala di Sant'Eufemia di Verona dello stesso Brusasorci nella resa del paesaggio, con minuti particolari ben sottolineati, mentre la rappresentazione di una città con cupole e campanili di sfondo ricorre con frequenza nella pittura mantovana della seconda metà del XVI secolo, in atmosfere scure e cupe, e riflette il gusto nordico in voga in ambito emiliano della prima metà del Cinquecento, tanto in Dosso Dossi, che in Mazzolino. Allo stesso ambito di Brusasorci e di Fermo Ghisoni si fa riferimento per il dipinto con il Crocifisso in Sant'Andrea a Mantova (P. Carpeggiani, C. Tellini Perina, 1987), molto vicino per impostazione e descrizione anche anatomica alla tavoletta in questione
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100351276
- NUMERO D'INVENTARIO 725
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0