Frutti e fiori. Natura morta

dipinto,

Su due mensole lapideeposte su due piani differenti sono disposti dei fiori, nella base più in alto, e dei frutti, in quella più bassa. Dietro uno sperone di roccia si apre, sullo sfondo a destra, una veduta paesaggistica ed un cielo nuvoloso volto al tramonto

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Verrocchi Agostino (attribuito): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Cerquozzi Michelangelo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è attribuito a Michelangelo Cerquozzi sia da Baudi di Vesme che dalla Gabrielli la quale ne precisa la provenienza dalle collezioni sabaude e ricorda come nel 1935 esso fosse stato sistemato come sovraporta nell'Ufficio del Soprintendente a Palazzo Carignano. L'inventario del 1952 ricorda come il dipinto avesse subito un allargamento di dimensioni nel 1939. Attualmente esposta con una didascalia che la qualifica come opera di Agostino Verrocchi, la tela è riferita ad artista attivo a Roma nella seconda metà del XVII secolo nella Guida Breve della Galleria del 1991. Nel 1989, Alberto Cottino (Cottino 1989) menzionava tra le opere riferibili al Verrocchi il n. di inv. 761 della Sabauda senza fare riferimento al 762. La Guida Breve della Galleria Sabauda riporta invece il più generico riferimento ad ambito romano della seconda metà del Seicento; tale l'indicazione è stata avvalorata da Silvia Piretta, la quale nel 2005 ha redatto la scheda OA per la Soprintendenza BSAE di Torino. Secondo la studiosa la disposizione su due piani differenti dei fiori e dei frutti rappresentati nella tela torinese, insieme all'apertura paesaggistica sullo sfondo, sarebbero caratteri stilistici di un pittore influenzato dall'arte di Michelangelo Cerquozzi -il quale fu del resto in stretti rapporti di amicizia con la famiglia Verrocchi. Per l'autore del dipinto della Sabauda, da lasciare per ora nell'anonimato, Piretta sottolinea il forte ascendente esercitato da Abraham Breughel. In avallo a questa tesi la studiosa propone il confronto con la tela attribuita al pittore fiammingo riferita al suo periodo romano e presentata nel 2001 nel catalogo della mostra di Fano dedicata alla natura morta nell'Italia Pontificia nel XVII e XVIII secolo (Battistini 2001). In questa opera, sul lato destro, si riscontra difatti un'apertura paesaggistica analoga a quella raffigurata nell'opera torinese; non dissimile appare poi la maniera di rappresentare i fiori
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350880
  • NUMERO D'INVENTARIO 762
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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