San Giacomo Maggiore

dipinto,

Il santo è raffigurato fino alle spalle e guarda verso l'astante. Sulla destra spunta la parte alta di un bastone da pellegrino

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Barbieri Giovan Francesco Detto Guercino (bottega): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Un elenco compilato dal restauratore Federico Pezzi su incarico di Roberto d'Azeglio in data 22 aprile 1833 segnala tra i dipinti trasferiti dal Palazzo Ducale di Genova al Palazzo Reale della stessa città e poi trasportati a Torino una "Testa di S. Giacomo Tavola" di Carlo Dolci avente il n. d'ordine 61 dell'inventario del Palazzo Ducale (Galleria Sabauda, Archivio, Catalogo dei quadri stati trasportati dal Palazzo Ducale a quella di S. S. R. M.). Roberto D'Azeglio, primo direttore della Reale Galleria di Torino, fa realizzare l'incisione del dipinto da Delfino Delfini, sotto la direzione di Paolo Toschi a Parma, su disegno di Lorenzo Metalli, per il primo volume della Reale Galleria di Torino Illustrata, in cui la tavola compare già come opera autografa del Guercino (d'Azeglio 1836, vol. I, tav. XXXI). I registri inventariali redatti nel 1851 e nel 1853 la segnalano nella "Sa la n° 6 nella Torre a Levante verso il R° Teatro" di Palazzo Madama, prima sede del Museo (n. d'ordine 139, fol. 6). Medesima collocazione ed attribuzione sono indicate nel catalogo a stampa redatto da Carlo Benna (Catalogue des tableaux, bas-reliefs et statues des diverses écoles exposés dans la Galerie Royale de Turin, Torino 1857, p. 29, n. 139) e nel catalogo di J. M. Callery (1859, p. 161, n. 139). Nel 1884 il quadro risulta esposto, sempre con assegnazione al Guercino, nella settima sala - dedicata ai pittori delle scuole regionali italiane dei secoli XVI, XVII e XVIII - al secondo piano del Palazzo dell'Accademia delle Scienze, dove la pinacoteca era stata trasferita nel 1865 (Gamba 1884, p. 49, n. 186). L'attribuzione è mantenuta anche da Alessandro Baudi di Vesme (1899, p. 143, n. 530) che segnala che l'etichetta apposta sul retro della tavola è la stessa incollata sul verso dell'Adorazione dei Magi inv. 282, cat. 387, che riporta anche un'antica assegnazione dell'opera a Giorgione: nell'elenco precedentemente citato allegato al contratto di vendita della collezione Gabaldoni ai Savoia compare, infatti, un dipinto raffigurante "la visita de' Re' Magi a Gesù Bambino di Giorgione da Castel Franco" anch'esso indicato da Federico Pezzi nella nota del 22 aprile 1833 tra quelli trasportati dal Palazzo Ducale al Palazzo Reale di Genova e poi a Torino, cosa che confermerebbe ulteriormente l'identificazione del San Giacomo Maggiore inv. 681 con quello citato nel contratto di vendita della collezione Gabaldoni e la sua provenienza genovese. Noemi Gabrielli (1971, p. 149, fig. 318), confermando un giudizio di Denis Mahon espresso alla stessa Gabrielli con comunicazione orale nel 1966, lo pubblica, invece, come opera della bottega. Luigi Salerno (1988, p. 431) inserisce la tela nella sezione delle opere prossime a Guercino o di bottega o copie. ll dipinto non compare, invece, nè come autografo nè come opera di bottega nella monografia dello Stone del 1991. Secondo Sofia Villano, redattrice della scheda OA per la Soprintendenza BSAE di Torino, il volto del santo con i lunghi capelli ondulati divisi al centro da una riga, la barba ben curata , il naso sottile, ricorda il San Giacomo Maggiore in collezione privata a Vienna datato 1650-'51, opera contenuta nella monografia del Salerno (p. 348, scheda n. 279, fig. a p. 349). Secondo la studiosa inoltre il dipinto torinese andrebbe identificato con il "Quadro sopra tavola di larghezza palmi uno ed oncie due, altezza palmi uno ed oncie quattro genovesi rappresentante la Testa di S. Giacomo di Carlo Dolci portato sotto il numero sessant'uno dello Stato predetto" citato nell'atto di vendita della collezione dell'avvocato Carlo Andrea Gabaldoni di Genova ai Savoia in data 30 agosto 1821. La raccolta Gabaldoni era stata prestata fin dall'agosto dell'anno precedente alla famiglia reale che alloggiava in quel mo mento nel Palazzo Ducale di Genova: dallo "Stato di Quadri riposti nel Palazzo Ducale" allegato a tale contratto di vendita risulta che la "Tavola rappresentante la Testa di S. Giacomo di Carlo Dolci" era collocato nella "Camera della Principessina" (n. d'ordine 61) (lo strumento è pubblicato in Leoncini 1997, pp. 162-165). La conferma della sua provenienza dalla collezione Gabaldoni è data dalla presenza sul retro della tela di un'etichetta in carta in cui sono riportati i dati identificativi dell'opera con il rimando al contratto del 30 agosto (continua in OSS)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350874
  • NUMERO D'INVENTARIO 681
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI retro della tela, su etichetta - Quadro sopra tavola di larghezza/ palmi 1.2 altezza palmi 1.4 genovesi/ rappresentante la testa di S. Giacomo/ di Carlo Dolci/ Vedasi Contratto del 30. Agosto 1821./ in Notaro Ignazio Carbone di Genova/ Ignazio Carbone - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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