Ecce Homo
dipinto,
Il Cristo realizzato a mezza figura campeggia al centro della tela, di fronte una balaustra. È incoronato di spine, con i polsi legati e con una canna nelle mani. Sullo sfondo a sinistra un soldato gli compre le spalle con un manto color porpora. La cornice in legno dorato presenta tre modanature: l'interna decorata con una linea sinusoidale, la centrale liscia, l'esterna decorata a foglie di lauro
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Barbieri Giovanni Francesco Detto Guercino Scuola: pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Realizzato dal Guercino in anni tardi, il dipinto fu donato alla Galleria Sabauda dal barone Lorenzo Laugier nel 1839. L'opera dichiara il debito nei confronti della pittura del Reni, segnatamente nella figura del Cristo eseguita dal Guercino con una interpretazione poco personalizzata. Una nota di individualità viene introdotta invece dalla figura del soldato sulla sinistra, che ricopre le spalle del Cristo con il manto di porpora. Secondo il Callery raramente una pittura ha espresso così vivamente la sofferenza fisica e morale e la calma rassegnazione del Salvatore così come accade nella tela della Sabauda; nella descrizione dell'erudito francese si aggiunge che il dipinto è stato oggetto di molte copie (Callery 1859 p. 159). Successivamente Marangoni ha riproposto l'ipotesi, già avanzata precedentemente dal d'Azeglio, per la quale il dipinto potrebbe essere identificato con il quadro di medesimo soggetto eseguito dal Guercino per Giovan Battista Tartaglioni, citato dal Malvasia e nel Libro dei Conti all'anno 1644 come 'Ecce Homo a mezza figura singola' pagato dal Tartaglioni 50 ducatoni (Malvasia II, p. 374; D'Azeglio 1899, p. 143; Marangoni 1920, II p. 138; Ghelfi 1997). La critica in realtà è d'accordo nell'identificare l'Ecce Homo eseguito nel 1644 con quello attualmente conservato alla Galleria Nazionale di Palazzo Corsini a Roma; questo consta difatti in una rappresentazione della sola figura del Salvatore realizzata a mezzo busto e presenta dimensioni adeguate al prezzo pagato dal Tartaglioni (Mahon, 1991, P. 95). L'opera di Torino invece si rivela più articolata: al Cristo che guarda verso l'alto, con il torso inclinato leggermente verso destra si aggiunge il soldato in armatura in secondo piano, che reclina il capo alla parte opposta del Cristo costituendone il contrapposto. La critica è concorde nel ritenere l'opera autografa del Guercino e nell'indicarne il 1659 come anno di realizzazione; a quella data infatti il Malvazia cita "un'Ecce Homo & una Vergine piangente" eseguiti dal Barbieri per il Principe Ludovisio -Nicolò Ludovisi Albergati- (Malvasia 1678, II, p. 382; 1841 p. 326 n. 317; Mahon -comunicazione orale alla Gabrielli-; Gabrielli 1971). Il pendant della tela ora in Sabauda, raffigurante la Vergine piangente, è all'oggi irrintracciabile. Nei tipici brani a commento inoltre il biografo bolognese narra come egli stesso, divenuto amico del Barbieri, sia stato coinvolto nella commissione dei due dipinti e come grazie a lui il Guercino, quasi per trattamento di riguardo, nel dipinto con il Cristo realizzò anche la figura del soldato che emerge parzialmente dallo sfondo. Il Malvasia afferma che il pittore non fece richiesta di ulteriore danaro rispetto al compenso di 100 ducatoni pattuito inizialmente ma il Salerno per primo ha notato che dal Libro dei Conti risulta che il 22 dicembre 1659 Monsignor Antonio Albergati, arciprete della chiesa di Bologna ed Auditore della Sacra Rota e fratello di Nicolò, versò la somma di 125 ducatoni per entrambi i quadri, e non soltanto 100 come asserisce il Malvasia (Salerno 1988 p. 394 cat. n. 332; Stone 1991, p. 326). Più di recente la Ghelfi ha puntualmente sottolineato che per il committente vi fu effettivamente un risparmio, seppur contenuto, poiché il Guercino calcolò la somma in scudi, corrispondenti agli scudi di paoli indicati dal Malvasia, e non in ducatoni, determinando così il piccolo risparmio dell'Albergati (Ghelfi, 1997 p. 35). Una copia di mediocre qualità indicata come Guercino è conservata al Palacio de Liria a Madrid (Pérez Sànchez, 1965 p. 394). Esiste un'incisione di Giuseppe Foraboschi e Lauro su disegno di Masutti
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350837
- NUMERO D'INVENTARIO 146
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0