San Girolamo
dipinto
Reni Guido (attribuito)
1575/ 1642
Il Santo realizzato a mezza figura primeggia nella tela, voltato verso destra appoggia l'avambraccio sinistro su di un macigno che funge da tavolo. Medita guardanto un cranio che tiene nella mano destra. La cornice in legno intagliato e dorato è costituita da una grande modanatura ed una interna più stretta, decorate con elementi vegetali, collegate da quattro angolari a conchiglia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese
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ATTRIBUZIONI
Reni Guido (attribuito): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Rosa Sisto Badalocchio
Sirani Giovanni Andrea
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via Accademia delle Scienze, 6, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Proveniente dalla raccolta del principe Eugenio Savoia Soissons il dipinto giunse in Galleria Sabauda nel 1741 a seguito della vendita a Casa Savoia del 1737, avvenuta dopo la morte del principe Eugenio (Spantigati 1982; Barbero 2012 p. 178; Goria 2012 p. 212). L'opera è pertanto citata, con attribuzione a Guido Reni, tra quelle "qui se trouvent au pallais en ville dans la gallerie en quadres dorés" nel catalogo delle opere viennesi fatto redigere dalla principessa ereditiera degli averi del principe Eugenio, la nipote Vittoria di Savoia-Soissons. Nel 1822 il dipinto compare con la medesima attribuzione nell'inventario dei quadri del Reale Palazzo di Torino, dove è indicato a Ponente nella Galleria del Daniel. Con tale paternità l'opera è stata considerata dalla letteratura sino a quando il Vesme attestò il cambio dell'attribuzione a favore di un giovane della bottega di Annibale Carracci: Sisto Badalocchio (Vesme 1899, n. 542). La forma impersonale con la quale è stata formulata la breve presentazione nel catalogo del 1899 fu interpretata come autoreferenziale da Noemi Gabrielli la quale, nel catalogo del 1971, riferisce al Vesme l'attribuzione al Badalocchio; la studiosa trascrive inoltre la comunicazione orale di Giuseppe Fiocco, per il quale si tratta di un seguace del Reni, forse individuabile in Giovanni Andrea Sirani. Benché secondo il Callery il dipinto raffigurante il san Girolamo 'n'est pas une des oeuvres les plus remarquables du maître (il Reni)', esso è stato ritenuto dalla critica specializzata un'opera autografa di Guido, collocabile nell'ultimo periodo della sua produzione pittorica, cioè attorno il 1640 (Pepper, 1988, pp. 342-343 n. 60 tav. 46). Una copia derivante dalla composizione sabauda, ritenuta nel 1795 "della scuola di Guido Reni", poi di "Emiliano del XVII sec." ed infine riferita debolmente a Flaminio Torri, è conservata presso la Pinacoteca Comunale di Ravenna (cfr. Pepper 1988, pp. 342-343, n. 60 tav. 46; Ceroni 2001, p. 57 n. 47)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350823
- NUMERO D'INVENTARIO 123
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0