L?altare ha basamento in marmo grigio fino al livello dei gradini, mensa con fasce in marmo giallo e specchiature in marmo rosso venato, verde e a macchia. Il lato frontale della mensa presenta al centro una croce raggiata e due specchiature lobate ai lati. I due gradini d?altare sono in marmi giallo e rosso, come il tabernacolo a pianta quadrangolare con angoli a lesena e coronamento mistilineo (lo sportello in metallo a fusione raffigura la preghiera di Cristo nell?Orto dei Getsemani). Il dossale, comprendente la tela della pala di forma centinata, è formato da due lesene poste di spigolo e due colonne con capitelli corinzi e due lesene esterne con semplice capitello scanalato. Il frontone, spezzato, reca al centro un cartiglio con iscrizione e cherubini in alto e in basso; su ognuna delle due arcate laterali è scolpito un angioletto (a sinistra reggente l?emblema della Congregazione della missione con ramo d?ulivo e a destra quello della Compagnia delle Figlie della Carità e un ramo di gigli). Sul coronamento centrale sono presenti due teste di cherubini e una croce raggiata

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA marmo giallo/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • ATTRIBUZIONI Catella Fratelli Ditta (notizie Metà Sec. Xx): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa della Visitazione
  • INDIRIZZO via XX Settembre 25, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L?altare, eretto come ?Voto Nazionale? per la vittoria delle armi nella prima guerra mondiale e una pace duratura, sorge in sostituzione di uno precedente, realizzato nel 1838 (dopo l?insediamento della Congregazione della Missione, a seguito della soppressione dell?Ordine della Visitazione, e in occasione delle celebrazioni per il centenario della canonizzazione di San Vincenzo de? Paoli) su progetto di Ernest Melano con pala d?altare di Andrea Miglio, a sua volta costruito dopo la demolizione del tardo seicentesco altare dedicato al Sacro Cuore, su cui era allestita una tela di Giovanni Antonio Aramborgo. Le principali guide della città sono testimonianze importanti per gli altari precedenti e le relative tele dipinte. A fine Ottocento si segnalano critiche sull?altare, che ?non armonizza però con le linee architettoniche del tempio? (G.I. Arneudo, Torino sacra illustrata nelle sue Chiese e nei suoi Monumenti Religiosi nelle sue Reliquie, Torino Giacomo Arneodo editore 1898, p. 327). La cappella fin dalla fine del Seicento era dedicata al culto del Sacro Cuore di Gesù, sostenuto da un?antica Confraternita e celebrato anche da Sebastiano Valfrè. Sulle origini del culto del Sacro Cuore si rimanda alla minuta e al ?progetto di circolare alle RR. Figlie di Carità perché si adoperino a favorire l?erezione del nuovo altare del S. Cuore di Gesù?, dattiloscritto firmato da Tonello e datato 5 settembre 1916 a Mondovì Piazza (conservato in Archivio della Congregazione della Missione, Casa di Torino, u.a. 5590). La fonte riporta interessanti notizie sull?allestimento dell?altare, presenti anche in due articoli dello stesso Tonello, principale fautore della demolizione dell?altare, che riconduceva ?alla smania e al cattivo gusto di quell?epoca? (G.T.d.M., Un Paray-Le-Monial italiano dimenticato, in Bollettino della S. Agonia, 1915 n. 113, pp. 705-709 e G.T.d.M., Un Paray-Le-Monial italiano dimenticato, in Bollettino della S. Agonia, 1915 n. 114, pp. 737-742). Le vicende costruttive e i dettagli della commissione dell?altare alla ditta Catella sono ricostruibili grazie ad alcuni fascicoli dell?Archivio Storico della Congregazione della Missione di Torino. La convenzione tra i fratelli Pompeo ed Oreste Catella e il Rev. Pietro Asinelli, rettore della Chiesa, redatta in presenza anche del Cav. Cesare Bertea (Soprintendente ai Monumenti del Piemonte) in veste di membro della ?Commissione per la conservazione dei monumenti nazionali in Piemonte? del 10 aprile 1918 riporta tutte le specifiche determinazioni in merito alla rimozione ?dell?altare detto di S. Vincenzo? e l?esecuzione della ?Ara pacis? dedicata al Sacro Cuore di Gesù, ?riproducendo esattamente e secondo le migliori regole d?arte, nelle dimensioni, nel disegno, nella qualità dei marmi antichi, l?altare di S. Francesco di Sales? eccetto particolari della mensa, del tabernacolo e degli ?emblemi episcopali portati dai putti, che saranno sostituiti dagli stemmi in marmo della Congregazione della missione, e della Compagnia delle Figlie della Carità, da un ramo d?olivo, e da un altro di gigli?. Il tutto entro l?anno 1918 (Archivio Storico della Congregazione della Missione di Torino/ Casa di Torino, u.a. 5590). L?approvazione delle due Soprintendenze (ai Monumenti e alle Gallerie) per l?esecuzione dell?altare e della relativa pala dipinta si trova nello stesso Archivio (ivi, Casa di Torino, u.a. 5638). Prosegue in Osservazioni
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100215690
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • ISCRIZIONI frontone, nel cartiglio centrale - HIC UBI/ SS. CORDIS IESU/ PRIMA IN ITALIA ARA FUIT/ S. AGONIAE SODALITAS BEL/ LO TOTO ORBE FLAGRAN/ TE PACEM ADPRE/ CANS NOVAM ERE/ XIT DICAVIT/ AN MCMXVIII - a incisione -
  • STEMMI frontone, putto a sinistra - religioso - Emblema - Congregazione della missione - scudo con effigie illeggibile ed iscrizione EVANGELIZARE PAUPERIS (?)/ MISIT ME
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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