VEDUTA DEL GIARDINO DI VILLA BORGHESE A ROMA
DIPINTO,
1844 - 1844
Marinoni, Antonio (1796/ 1871)
1796/ 1871
Il dipinto raffigura una veduta del giardino di Villa Broghese a Roma, con rovina di tempio pagano sulla destra. In primo piano vi è un sentiero percorso da figure, tra cui sulla sinistra un gruppo con abiti tradizionali intento in un ballo folkloristico
- OGGETTO DIPINTO
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ATTRIBUZIONI
Marinoni, Antonio (1796/ 1871)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
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NOTIZIE STORICO CRITICHE
Il dipinto proviene dal castello ducale di Agliè, dove risulta allestito nella Galleria Giapponese al secondo piano nel 1927, nella "Sala di Conversazione" al piano nobile nel 1876, nella "Camera d'udienza di S.M. il Re" e nella "Sala di trattenimento" dell'Appartamento Reale nel 1855. La catena inventariale permette di identificare il soggetto del dipinto come il giardino di Villa Borghese a Roma e di ricostruire le varie collocazioni storiche. In origine risulta allestito insieme altre vedute romane, ricordate anche da Bertolotti "nell'Appartamento Reale ...Nella Sala ... di trattenimento ...Veduta della Villa Borghese a Roma del prof. Camino ... ed altri quadri di Pezzini" (Cfr. A. Bertolotti, "Passeggiate nel Canavese", Ivrea, tomo III 1869, pp. 46-47). I registri inventariali del 1876 e del 1927 contengono l'attribuzione a Scipione Carignani (Torino 24 giugno 1821 - ivi 26 agosto 1875) mentre quello del 1842 riporta l'opera come "un Arco di Trionfo del Pittore Marinoni" nella "Camera N. 104 Alloggio di S.E. il Capitano della Guardia vicino alla Sala dei Valtes-à-pieds" al primo piano nobile. Presenta una cornice analoga a quella di un'altra tela oggi in Palazzo Chiablese raffigurante la piazza del Popolo a Roma, commissionata dalla regina Maria Cristina. Nei documenti d'archivio consultati si è reperito un contratto con il pittore "Sig. Antonio Marinoni" per un dipinto rappresentante "il passeggio in carrozza di S.M. la regina suddetta [Maria Cristina] nella villa Borghese", il cui soggetto può adattarsi all'opera in esame. Il contratto, datato Roma 16 aprile 1842, precisa le dimensioni in palmi romani (larghezza 4 1/3 e 3 1/4 di altezza), compatibili con quelle riscontrate, e il compenso pattuito di 120 scudi (ASTO, Archivio Duca di Genova, Casa Maria Cristina, m. 1 fasc. nuovo 7 Belle Arti già mazzo 42 fascc. 4 e 5 1840-42). Antonio Marinoni (Bassano del Grappa 12 maggio 1796 - 20 dicembre 1871), dopo una prima formazione da autodidatta, si reca a Roma nel 1821. Qui è allievo del fiammingo Martin Verstappen ed è in contatto con Pacetti e Massimo D'Azeglio. Sotto la guida del Vervloet dipinge paesaggi di ispirazione classicistica, alcuni raffiguranti siti archeologici dei dintorni di Roma. A partire dal 1827 partecipa alle esposizioni di oggetti d'arte, nel 1844 a Milano espone una "Veduta della Villa d'Este in Tivoli" (cfr. "Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo", Torino 1975, v. VII p. 212; A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1962 (III ed. ), v. III p. 1113). La tela risale alla "seconda fase del suo secondo soggiorno romano dal 1832 al 1846. <
>...Questa nuova maniera degli anni centrali della sua creatività, che possiamo porre nel decennio 1835-45: il ritmo largo e pacato, le accurate velature e trasparenze del cielo e delle acque, il paesaggio solenne, contrappuntato dalle figurine in costume laziale ... portano a valutare la sicurezza tecnica, compositiva e interpretativa del paesaggi, di sapore già decisamente romantico, raggiunta dal Marinoni in questo momento nel quale certamente si colloca l'acme della sua attività pittorica" (cfr. M. Guderzo, a cura di, "Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa. Pittura dell'Ottocento e del Novecento", Vicenza 2000, pp. 88-105 n.i 80-96). Nelle schede del catalogo è menzionato un manoscritto autobiografico del pittore, datato "Bassano 1° Dicembre 1865" conservato nella Biblioteca Marciana di Venezia, in cui si potrebbero trovare informazioni sul dipinto in esame (cfr. "Antonio Marinoni, Autobiografia, 1865, Cod. it. X, 512, IV fascia, 12849). L'iscrizione presente sul Tempio di Faustina nel dipinto contiene alcune imprecisioni. La versione corretta è: DIVAE FAUSTINAE DIVA ANTONINI F. M. ANTONINI AUGUSTI./ NOVAE. CERERE TI. CLAUDIUS HERODES ATTICVS. D. D. (cfr. Beata Di Gaddo, "Villa Borghese. Il giardino e le architetture", Roma 1985, pp. 146-149) - TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211279
- NUMERO D'INVENTARIO 191
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino Asti Cuneo Biella e Vercelli
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
- ISCRIZIONI retro, cornice, in basso, a destra - CASA DI SAR/ IL DUCA DI GENOVA/ N. 219 su etichetta rettangolare prestampata in nero - a impressione/ rosso -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0