dipinto, serie di De Ferrari Gregorio (ultimo quarto sec. XVII)

dipinto, 1684 - 1685

Coppia di dipinti di Gregorio de Ferrari raffiguranti soggetti mitologici

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 136
    Lunghezza: 175
  • ATTRIBUZIONI De Ferrari Gregorio (1647/ 1726)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Dal Pozzo della Cisterna
  • INDIRIZZO via Maria Vittoria, 12, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I due dipinti, forse parte di un più ampio ciclo, rappresentano due complesse allegorie legate alla figura di Minerva: nella prima tela è raffigurato, scorciato e di spalle, il Tempo con la caratteristica falce; in alto, a destra, due figure femminili, la dea, con elmo, lancia e scudo, la seconda, con la spada, probabile allusione alla Giustizia, mentre, nell'angolo in basso a destra, compare la Fama che regge la corona di alloro e la palma, alludendo forse alla premiazione di un eroe vittorioso. Nel secondo ovale, al centro della scena, dominano Minerva e Mercurio, con i tipici attributi, colti nell'atto di conversare. L'attribuzione delle due tele a Gregorio De Ferrari, sulla base di un confronto di carattere stilistico, ma pienamente accolta da tutta la critica, si deve ad Andreina Griseri (A. Griseri, Due quadri inediti di Gregorio De Ferrari a Torino in Palazzo Cisterna, in "Studi Piemontesi", IV (1975), n. 2, pp. 407-411); particolari affinità sono state notate da Giovanni Romano e Mary Newcome confrontando i due ovali con alcuni disegni conservati nelle collezioni di Palazzo Rosso, con gli affreschi del fregio di Palazzo Balbi-Senarega e con quelli di Villa Gropallo a Genova (G. Romano, schede nn. 135-136, in M. Di Macco, G. Romano (a cura di), Diana Trionfatrice. Arte di corte nel Piemonte del Seicento, catalogo della Mostra (Torino, Promotrice delle Belle Arti, 27 maggio-24 settembre 1989), Torino 1989, pp. 122-123; M. Newcome Schleier, schede nn. 36c-36d, Gregorio De Ferrari, 1998, pp. 52-53. I dipinti provengono dal Castello di Moncalieri e nel 1926 furono concessi in deposito all'Amministrazione della Provincia di Torino dalla R. Sovrintendenza all'Arte Medievale e Moderna del Piemonte con approvazione dell'allora Sovrintendente, Augusto Telluccini, e interessamento dell'ingegnere Giovanni Chevalley, futuro direttore dei lavori di riallestimento del Palazzo Dal Pozzo della Cisterna a sede della Provincia stessa, L. Faccchin, Raccolte d'arte in palazzo Dal Pozzo dela Cisterna. Schede storico-artistiche, in M. Cassetti-B. Signorelli, Il Palazzo Dal Pozzo della Cisterna nell'Isola dell'Assunta in Torino, Torino, 2004, p. 150. Negli anni tra il 1926 e il 1939 si smantellarono diversi ambienti aulici nella residenza di Moncalieri, in particolare l'appartamento di Maria Letizia e di suo figlio il conte di Salemi, e buona parte dell'arredo venne ridistribuito tra le altre sedi della corte sabauda e vari enti pubblici, compresa la Provincia di Torino che ottenne, oltre ai due dipinti, alcuni arredi e sculture, in parte provenienti dalla cosiddetta "Sala Gialla" del castello, per decorare la sala da pranzo del Prefetto e altre stanze di rappresentanza nella sede allora sita in piazza Castello 9 (C. E. Bertana, Note sull'arredo degli Appartamenti Reali del Castello di Moncalieri nel XIX e XX secolo, in F. Pernice (a cura di), Il Castello di Moncalieri. Restauri 1989-1990, Torino, 1990, pp. 116-117). In particolare, i due ovali di cui, purtroppo, non si precisano né la collocazione, né i numeri d'inventario, erano destinati a essere posti sul soffitto della sala. Il ritrovamento degli atti amministrativi presso l'Archivio Storico della Provincia permette così di confermare la provenienza dei dipinti dalle collezioni sabaude, già ipotizzata dalla Griseri e ripresa da Romano, che collegavano le tele con i due ovali di soggetto mitologico, raffiguranti, rispettivamente, Un guerriero trionfante presentato a Giove e Giunone e Giove ordina alla Fama di divulgare la Gloria dopo aver sconfitto l'Invidia, analogamente attribuibili a Gregorio De Ferrari e di simile formato, conservati al piano terreno di Palazzo Reale a Torino, nell'Appartamento di Madama Felicita. Gregorio De Ferrari dovette recarsi a Torino presumibilmente intorno al 1684-85, data alla quale vengono attribuite le tele di Palazzo dal Pozzo che costituiscono una delle prime attestazioni della grande fortuna che gli artisti genovesi incontreranno nella capitale sabauda nei decenni successivi, in una fase di forte rinnovamento della cultura pittorica di corte, E. Gavazza, Il momento della grande decorazione, in La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova 1987, p. 267; G. Dardanello, Cantieri di corte e imprese decorative a Torino, in G. Romano (a cura di), Figure del barocco in Piemonte. La corte, la città, i cantieri, le province, Torino 1988, p. 248; F. Lamera, schede nn. 71-72, Genova nell'età barocca, catalogo della Mostra (Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola-Galleria di Palazzo Reale, 2 maggio-26 luglio 1992), Bologna 1992, pp. 166-167; G. Spione, Progettare la decorazione per i palazzi torinesi (1680-1760), in G. Dardanello (a cura di), Sperimentare l'architettura. Guarini, Juvarra, Alfieri, Borra e Vittone, Torino 2001, pp. 198-199; D. Sanguineti, scheda n. 16, in Maestri genovesi in Piemonte, P. Astrua-A. M. Bava-C. Spantigati (a cura di), catalogo della mostra, Torino, 2004, pp. 110-113
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100210554-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 132569-132570
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE TO
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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