Sant'Eldrado

scultura, 1490 - 1510

Il personaggio è rappresentato stante. Indossa la veste monastica di colore nero, caratterizzata da lunghe pieghe parallele, con cappuccio, porta la tonsura e la barba. Un braccio è piegato e nella mano tiene il pastorale (l'elemento non è originale), l'altro è appoggiato lungo il corpo e la mano tiene uno spesso volume con legatura rossa mostrato di tre quarti, in modo da far notare il taglio delle pagine e le fasce di chiusura dei piatti

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ doratura/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa dei SS. Pietro e Andrea
  • INDIRIZZO Borgata S. Pietro, 4, Novalesa (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il santo è rappresentato con il pastorale, simbolo della dignità abbaziale, e con un poderoso volume nell'altra mano, forse allusivo all'iconografia del fondatore dell'ordine, San Benedetto da Norcia (480-547), spesso rappresentato con il libro contenente la "Regola". L'opera era originariamente collocata nella cappella di Sant'Eldrado, ove è conservato uno dei più antichi cicli di affreschi dedicato alla vita del santo, come risulta dagli inventari dei beni dell'abbazia a partire dalla seconda metà del XVI secolo (G. Gentile, Antichi arredi della Novalesa, in Nuove scoperte alla Novalesa. Raccolta di studi presentati al convegno per il 1250esimo dell'atto di donazione di Abbone alla abbazia benedettina, "Segusium. Società di ricerche e studi valsusini" n. XIII, 1979, pp. 92, 110). Molto probabilmente, venne trasferita in chiesa al ritorno dei religiosi a Novalesa nel 1818, quando giunsero all'antica abbazia dal rifugio del Moncenisio i frati trappisti, di regola benedettina, di Tamiè (G. Lunardi, L'Abbazia di Novalesa nel secolo XIX, Pinerolo, 1996, pp. 21-24), oppure con la riapertura dell'edificio al culto nel 1884/85 a seguito dell'acquisizione da parte del Convitto Umberto I, dal momento che non figura indicato nell"Inventaire des ornaments, linges et meubles de l'eglise du monastère del al Novalèse" del 30 giugno 1827 (AST, Corte, Abbazie, Novalesa). Eldrado, orginario di una famiglia aristocratica di Lambec, in Provenza, è documentato come abate di Novalesa da due carte del 825 e 827 d.C., nel momento di massimo splendore dell'abbazia. La cappella a lui intitolata all'interno del complesso abbaziale venne eretta da Giacomo delle Scale, priore del monastero dal 1229 al 1265, V. Gilla Gremigni, in Bibliotheca Sanctorum, vol III, Roma, 1964, pp. 982-985; D. Mazzucco, Eldradus: abate di Novalesa e santo, in "Segusium", n. 38, settembre, Susa, 1999, pp. 175-178. L'opera, come parte degli arredi sacri della chiesa, non figura nell'inventario dei beni consegnati dal Convitto Umberto I alla Provincia di Torino all'atto di acquisto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100210264
  • NUMERO D'INVENTARIO 307799
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE TO
  • ISCRIZIONI base/ fronte/ lungo perimetro, in nero - San Eldrado Abate - lettere capitali - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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