altare, opera isolata - ambito piemontese (terzo quarto, metà sec. XVI, sec. XVIII)
L'altare è costituito da un pannello rettangolare murato alla parete a mo' di dossale, caratterizzato da una cornice con montanti lisci e traverse modanate; al fondo, in corrispondenza degli spigoli, sono applicati due semibalaustrini a sezione circorale con estremità rastremate verso l'alto e verso il basso raccordate da una sorta di disco al centro. La mensa vera e propria è collocata anteriormente a questo dossale sullo stesso piano; ha forma di parallelepipedo ed è anch'essa caratterizzata da una coornice con modanature sullo zoccolo e sulla traversa. Sui due montanti sono scolpiti gli stemmi della famiglia Ghisleri-Caraffa e le iscrizioni che rimandano a Pio V. Sul lato superiore dello zoccolo, sono ancora visibili tracce circolari che testimoniano la presenza di altri balaustrini anche sul lato frontale del manufatto. [continua in OSSERVAZIONI]
- OGGETTO altare
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MATERIA E TECNICA
FERRO
marmo bianco/ scultura
marmo/ scultura
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MISURE
Profondità: 90
Altezza: 122
Larghezza: 330
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Una ricostruzione precisa della cronologia e della storia dell'opera in questione risulta difficoltosa in ragione dei numerosi mutamenti che essa ha subito, evidenti anche ad una prima lettura degli elementi decorativi; i due stemmi presenti sui montanti della mensa, riferibili alla famiglia Ghisleri-Caraffa e, dunque, a Papa Pio V (Michele Ghislieri), presentano infatti una tipologia descrittiva differente ed anche il modo di modellare la pietra e di delineare gli elementi decorativi (la cornice dello scudo, il triregno, le infule, le chiavi pontificie) appaiono poco omogenei. L'ipotesi è che uno dei due - per la precisione quello di destra - sia stato rifatto in epoca successiva, prendendo a modello il precedente. Il fatto che sull'arma siano presenti già gli emblemi papali e che al di sotto del blasone si possano leggere le lettere P M - da sciogliersi in "Pontifex Maximus" - rendono accettabile la cronologia del 1567, poichè a quella data il Ghisileri era già salito al soglio pontificio. E' logico pensare che il manufatto sia stato parte integrante dell'antica cattedrale rinascimentale, voluta dal vescovo Amedeo Romagnano all'inizio del XVI secolo. La chiesa, ancora officiata nel 1573, venne però abbattuta nell'ultimo quarto del Cinquecento per far posto alla cittadella fortificata voluta da Emanuele Filiberto e le sue funzioni furono trasferite nell'antica chiesa di San Francesco, risalente al XIII secolo e situata sulla cima del colle (i frati vennero a loro volta spostati nella chiesa di Sant'Andrea). All'atto della consacrazione venne traslato tutto il possibile in questa chiesa (campane, banchi, vetrate, pulpito, dipinti, elementi marmorei), ma la maggior parte di questi arredi andò dispersa nel 1743 quando la cattedrale fu ricostruita su progetto del Gallo. Probabilmente in questo frangente venne rimaneggiato il manufatto adattandolo ad altare maggiore della cripta dell'attuale duomo, che si estende perpendicolarmente al corpo della chiesa (A. Rosso - G. Vizio Pinach (a cura di), Gerolamo Scarampi. Visita Apostolica nella diocesi di Mondovì 1582-1583, Cuneo 2004, vol. I, pp. 66-69, 73-85; N. Carboneri, Antologia artistica del monregalese, Torino 1971, pp. 33-40). Non è detto, però, che l'oggetto in questione avesse già in origine questa funzione; il Casalis, nel parlare della "seconda" Cattedrale monregalese (ossia quella che occupò i locali della chiesa di San Francesco dal 1574 ca. al XVIII secolo), riferisce che "nelle due colonnette all'ingresso della balaustra si leggeva scolpito PIVS V" (G. CASALIS, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna, vol. X, 1842, ristampa anastatica, Bologna1973, p. 633). E' dunque logico pensare che questa balaustra, scolpita intorno al 1567 per la prima cattedrale, venne traslata nella chiesa dei Francescani con tutto il resto dell'arredo nel 1574 - dove mantenne la stessa funzione - per poi essere rimaneggiata nel cantiere settecentesco ed adattata, con alcune integrazioni e rifacimenti, alla funzione attuale
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209075
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI sui due montanti - PIVS V/ [stemma]/ P. M./ 1567 - lettere capitali - a incisione - latino
- STEMMI sui due montanti - papale - Stemma - Papa Pio V (Antonio Michele Ghisleri) - 2 - Di rosso a tre bande d'oro (Ghislieri) col capo di rosso a tre fascie d'argento (Caraffa). Sormontato da triregno papale
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0