L'anima beata (grande al vero). Fede

statua, 1851 - 1851

La statua ritrae una figura allegorica femminile, tradizionalmente identificata con la Fede, con veste drappeggiata e corona di fiori sul capo velato

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA gesso/ modellatura
  • ATTRIBUZIONI Giacobbe Emanuele (notizie Sec. Xix)
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua poggia su un basamento ligneo recante l'iscrizione "La Fede" a penna in corsivo su targhetta rettangolare entro cornice dorata. Gli inventari storici interpretano la figura femminile come allegoria della Fede, ad eccezione di Francesco Sampietro che riporta la descrizione di "L'anima Beata. Copia dall'antico", e riferiscono le collocazioni storiche: al secondo piano nel 1927 e precedentemente al primo piano nobile (nella sala valletti negli anni 1908-1857 e in quella degli antenati nel 1855). In realtà la statua è menzionata da Bertolotti nella "Camera in capo alla Galleria del teatro ... Mi vennero tosto avanti ... sei statue in gesso, di cui una di certo Bienaimè ed altra di un Giacobbe Emauele, secondo l'elenco tenuto dal custode, il quale seguo" (Cfr. A. Bertolotti, "Passeggiate nel Canavese", Ivrea tomo III 1869, p. 29). Gli spostamenti descritti risultano condivisi dall'altra statua allegorica conservata nel salone di San Massimo raffigurante la Carità. Al momento la statua è priva di entrambe le mani (alcuni frammenti si trovano nei locali della cosiddetta "Vecchia Amministrazione") ma l'inventario del 1964 indica la mancanza solo di "un braccio", per cui si deduce che la prima si è staccata in epoca compresa tra il 1927 e il 1964 e la seconda dopo il 1964. La statua risulta esposta alla mostra organizzata dalla Società Promotrice di Belle Arti di Torino nel 1851 con il titolo di "L'anima beata (grande al vero)" e n. 409, insieme a "Il valor vittorioso (metà del vero)" statua in gesso con n. 410. Nel catalogo del 1855 Sampietro attribuisce la statua a Emanuele Giacobbe, nativo di Ovada nell'alessandrino, allievo dell'Accademia Ligustica di Genova dal 1843 al 1852, dove risulta vincitore di alcuni concorsi. "Autore di alcune opere per le chiese genovesi di San Luca e dell'Immacolata, nel 1873 esegue due statue per il Battistero della chieda di San Siro a Nervi (cfr. "La scultura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento", Genova 1987, v. II p. 476 di Sborgi F.). Espone alla Promotrice di Belle Arti di Torino dal 1851 e a quella di Genova nel 1865 ("Ritratto") e nel 1892 ("La Fede"). A Torino nel 1884 presenta "La trasmissione della parola (Il telegrafo)"" (cfr. Alfonso Panzetta, Dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento, Torino 1989, p. 84). Si è trovata notizia anche di sculture per monumenti funerari, a Cagliari e Genova realizzate rispettivamente nel 1869 e nel 1862 (M. G. Scano, "Pittura e scultura dell'Ottocento", Nuoro 1997, pp. 169; 174)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208408
  • NUMERO D'INVENTARIO 1715
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI retro, in basso, al centro - 1715 etichetta in plastica rossa - numeri arabi - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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