veduta di galleria porticata

dipinto,

Il dipinto, privo di cornice, raffigura una galleria porticata con pilastri e aperture sulla sinistra, campate con volte ornate da rosoni ottagonali con motivi vegetali al centro, e pavimento a piastrelle bianche e nere

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bagnasacco Giovanni Battista (notizie 1777-1799)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Registrato già senza cornice nel 1966 a Palazzo Reale, nel salone adiacente alla Sala delle battaglie, il dipinto nel 1911 risulta entro cornice "in legno modinata e verniciata, filettata oro" nell'Anticamera delle Foresterie al secondo piano e nel 1881 nella "Camera n. 66 della Pianta" allo stesso piano con cornice "in legno modinata, colorita bigio con piccola modinatura dorata". In epoca napoleonica è documentata una cornice liscia dorata per la tela collocata al secondo piano negli anni 1807-11, nella "Première Chambre entre le midì, et le Nord", e al terzo, nella seconda camera, nel 1805. Il dipinto fa parte di una serie di vedute di architetture, secondo negli inventari di "scuola del Pannini", attribuibili a Giovanni Battista Bagnasacco sulla base di fonti documentarie. Oltre al pagamento generico riportato da Alessandro Baudi di Vesme, del 1797 per £. 1.200 in acconto per il restauro di alcuni dipinti e "la pittura d'alcuni quadri d'architettura" (cfr. A. Baudi di Vesme, "Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XIX secolo", Torino 1963, v. I p. 80), si è reperito il successivo versamento di L. 3.630, "in saldo di L. 4.830 totale importare delle prospettive da esso dipinte dell'Interno ed Esterno della chiesa di Superga, capella della Veneria, e Galleria ivi, Salone di Stupiniggi ed altro, (...) stante la deduzione di L. 1.200 già pagatele a conto con Recapito del 18 giugno 1797" (in ASTO, Casa di S.M., Recapiti, 1798, reg. n. 7171, f. 485, rec. 37 del 10 gennaio 1799 riportato nella banca dati DOCUMENTI del progetto "Studi e ricerche sul Palazzo Reale di Torino", scheda n. 131271 di E. Romanello). Nella stessa banca dati compare un altro pagamento forse riferibile a questo ciclo, al pittore figurista Giovanni Comandù "per aver dipinto l'interno della chiesa di Superga, l'esterno d'essa e l'interno di quella delle Veneria e del Salone di Stupiniggi come consta dalla qui unita lista" L. 600 (cfr. ASTO, Casa di S.M., Recapiti, 1798, reg. n. 7171, f. 445, rec. 37 del 29 dicembre 1798 scheda n. 131270 di E. Romanello). La coincidenza degli edifici menzionati e la prossimità delle date di erogazione dei pagamenti inducono ad ipotizzare l'intervento del Comandù nei dipinti in cui sono presenti varie figure in costume. In effetti Bagnasacco è noto soprattutto come scenografo, per il Teatro Regio insieme a Carlo Randoni negli anni 1798-99, e pittore di architetture, in particolare per le coeve tre sovrapporte nella Cameretta di passaggio verso levante nell'Appartamento di Madama Felicita in Palazzo Reale dove le poche figure presenti non sono caratterizzate come nelle tele in esame (cfr. schede di E. Cottura n. 00202497, 00202499 e 0020250) (cfr. "Appartamento della regina detto di <>", Torino 1985, pp. 20-21). Fu anche restauratore, documentato tra il 1789 e il '92, ed intervenne su oltre cinquecento dipinti e disegni antichi nelle residenze della corte torinese. La serie si compone dunque di almeno sei vedute, iniziate nel 1797 e terminate nel 1798: quattro oggi in Palazzo Chiablese e due nel castello di Racconigi, raffiguranti l'interno della cappella di Sant'Uberto e la Galleria di Diana di Venaria Reale (pubblicate in F. Pernice, a cura di, "Il castello di Venaria. La chiesa di Sant'Uberto", Torino 1995, p. 37; F. Pernice, a cura di, "Il castello di Venaria. La Galleria di Diana", Torino 1995, p. 30; Francesco Pernice, a cura di, "La chiesa di Sant'Uberto a Venaria Reale. Storia e Restauri", Torino 2003, pp. 108, 113 n. 32, 123-124, ill. p. 123). Gli inventari di epoca francese indicano sei tele con attribuzione al Bagnasacchi nel 1805 e '11 e dodici, di misure differenti e forse di autore diverso, nel 1807. Le vedute, molto interessanti come fonte iconografica per lo studio degli edifici, sono state talvolta menzionate da studiosi dell'architettura e di Filippo Juvarra in particolare: A. Telluccini, "L'arte dell'architetto Filippo Juvarra in Piemonte", Torino 1926, tavv. 1, 8, 63; R. Pommer, "Eighteen Century architecture in Piedmont: the open structures of Juvarra, Alfieri, Vittone", New York - London 1967, p. 163 § 24; C. E. Bertana in V. Comoli Mandracci - A. Griseri, a cura di, "Filippo Juvarra architetto delle capitali da Torino a Madrid 1714-1736", catalogo della mostra, Torino 1995, p. 346 cat. n. 46 e p. 373 cat. n. 89). La tela in esame è l'unica della serie a non avere un'identificazione certa del soggetto raffigurato, descritto negli inventari come "Interno di un colonnato"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100207757
  • NUMERO D'INVENTARIO 1932
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI retro, su telaio in rosso, traversa centrale, a sinistra - 1932 - numeri arabi - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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