natura morta con uova
sovrapporta,
1650 - 1674
Sovrapporta raffigurante una natura morta con cacciagione, paniere con uova, due colombi e fiori, entro cornice in legno verniciato bianco
- OGGETTO sovrapporta
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La sovrapporta è riconoscibile negli inventari del Castello solo a partire dal 1927 quando è descritta nella "Camera da letto I Ministro (76)", nell'Alloggio del I Ministro, ora Vecchia Amministrazione, al secondo piano nobile, già abbinata alle tele raffiguranti due marine e un'altra natura morta (nn. 4992-4993-4994-4995) così come si presentano ancora oggi. Nel 1964 la tela è semplicemente segnalata come "Dipinto sopraporta Paniere colmo. Due colombacci. Tordi legati 1,25x0,90" nella "Foresteria" al numero 1681 ed è stimata 30.000 lire. La tela, benchè difficilmente giudicabile a causa del mediocre stato di conservazione, può essere riferita alla produzione lombarda della seconda metà del XVII secolo, anche se appare molto accentuato l'ascendente dei pittori fiamminghi come suggerisce il confronto con il dipinto raffigurante "Fiori" ora al Museo Civico d'Arte Antica di Torino (lascito di Eugenio Sismonda, 1895), con il quale il dipinto di Agliè condivide la resa del particolare mazzo di fiori che orna un vaso di foggia classica, sul lato destro della composizione (cfr. L. Mallè, I dipinti del Museo d'Arte Antica. Catalogo, Torino 1963, pp. 136-137, tav. 131, inv. n. 45). Insieme alle due marine e all'altra natura morta con vari tipi di uccelli, il dipinto in questione potrebbe forse appartenere all'antica quadreria del conte Filippo San Martino (1604-1667), figura centrale nella politica e nell'arte del periodo della reggenza di Maria Cristina di Francia e nei primi anni di Carlo Emanuele II (1634-1675) e originario proprietario del castello. La collezione di dipinti, che verso la metà del XVIII secolo ha ormai raggiunto il numero di 1834 pezzi (E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli, a cura di, Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni, Torino 2001, p. 22), nel 1764, con la vendita dell'edificio in favore di Carlo Emanuele III di Savoia (1701-1773), passa alla real casa, e in particolare al duca del Chiablese Benedetto Maria Maurizio, secondogenito del re e di Elisabetta di Lorena, al quale il castello è destinato. Tra i dipinti segnalati nella "Descrizione della Libreria, Mobili e Quadreria esistenti nel Castello d'Agliè" (Torino, Biblioteca Reale, III/2) compilato subito prima del passaggio di proprietà, il 1 ottobre 1764, tra gli effetti di proprietà del marchese Carlo Emanuele San Martino d'Agliè sono infatti segnalate molte opere di questo genere: "...sovraporta rapp.ti uccelli, con cornice liscie dorate 12", "...quadri oblunghi rapp.ti Canestri, e vasi di fiori, con cornici a foglia di Lauro Bianche...8", "... Altro oblungo di Marine, e prospettive...senza cornice 6" e ".. Altro rappresentante Ortaglia, uccelli, ed altre cose, con cornice intagliata, e dorata 8" e ancora " altro oblungo sovraporta rappresentante Marine, e figure con cornice intagliata, e dorata, e con arabeschi agli angoli 24"
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100207149
- NUMERO D'INVENTARIO 398
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI in basso, a sinistra - 4994, su etichetta rettangolare dentellata e bordata con filetto blu ottagonale, corrispondente all'inventario Agliè 1927 - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0