Madonna con Bambino

dipinto, 1827 - 1827

Dipinto con la Madonna col Bambino entro cornice in legno intagliato e dorato con margine interno a foglioline e quattro grosse palmette in rilievo agli angoli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 57
    Larghezza: 42.5
  • ATTRIBUZIONI De Albertis Giuseppe (1763/ 1845)
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela raffigurante la "Madonna con il Bambino" è registrata nelle collezioni del castello di Agliè a partire dalla ricognizione fatta nel settembre 1855 dal pittore Sampietro, che la segnala, con l'attribuzione a "de Alberti" e il numero 464 nei "Mezzanelli di ponente". Difficile è seguirne la presenza nei successivi inventari del 1876, 1908 e 1927 a causa delle descrizioni molto sintetiche che non consentono di riconoscerla con certezza. Benché il nome "De Alberti" non compaia neanche nell'inventario successivo del 1964, tuttavia l'opera è facilmente riconoscibile nel dipinto segnalato al secondo piano nobile, nella seconda camera [dopo una Camera da letto e la Corte Nobile-sgabuzzino], col numero 1882: "Dipinto olio su tela entro cornice dorata. Raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino. Tinte forti in rosso, azzurro, giallino e bianco. Base 0,43x0,58 25.000". In questo ambiente, verosimilmente da identificare con la camera da letto del Principe Eugenio ora Dame (N. 10) al secondo piano nobile, il dipinto si trova ancora oggi. L'autore è da identificare con il pittore Carlo Giuseppe Antonio De Albertis, miniaturista e buon ritrattista riscoperto alla critica soprattutto grazie a una mostra locale di opere d'arte tenuta a Gallarate nel 1952 (Mostra delle opere d'arte del Gallaratese, Gallarate 1952, sala III (recensione di F. Russoli, in "Rassegna gallaratese di storia e d'arte", XI (1952), 4, pp. 80 e seg.) e all'esposizione di Como del 1959 (L'Età Neoclassica in Lombardia, catalogo della mostra a cura di Angela Ottino Della Chiesa, Como 1959, pp. 114-116). De Albertis vive e opera a Milano, dove giunge quindicenne nel 1778 per apprendere l'arte della pittura e della miniatura. Nel 1821 Giuseppe espone a Brera quella che la critica ritiene essere stata la sua prima opera sacra presentata al pubblico, un' "Immacolata", alla quale fecero seguito nel 1826 una "Sant'Anna colla Vergine e san Gioachino", donata dall'autore alla chiesa-oratorio dei santi Anna e Gioachino in Arona, sua città natale, e nel 1827 una "Vergine col Bambino mezza figura grande al vero", una "Beata Vergine testa colle mani in atto devoto" (collezione privata) e, infine, nel 1837 un'altra "Maria Vergine col Bambino". La tela di Agliè s'inserisce in questo percorso costituendo una replica perfetta della "Vergine con il Bambino", oggi al Museo della Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate", che è certamente tra i suoi dipinti di carattere sacro quello che rivela un maggior grado di originalità. In quest'opera ritorna una sentita preoccupazione quasi realistica che caratterizza anche la produzione ritrattistica del pittore, portandolo ad accentuare gli aspetti umani della madre che abbraccia il figlio. La critica ha sempre proposto di identificare questa Madonna con la "Vergine col Bambino mezza figura grande al vero" esposta dall'artista nel 1827 a Brera (Esposizione de' grandi e piccoli concorsi, 1827, p. 15) e menzionata da Fumagalli nella "Biblioteca Italiana", che vi riconosce un "trovato...felice e ben composto", sottolineando come la "compiacenza materna nel mirare il volto del pargoletto si presenta viva ed amorosa; il fare è largo ed il colorito non manca di lucentezza e di brio" (Fumagalli, in "Biblioteca Italiana", Milano 1827, p. 418). La perfetta corrispondenza di questa descrizione con il dipinto di Agliè non esclude invece di poter riconoscere in questa l'opera presentata al pubblico milanese nel 1827 e verosimilmente acquistata da Carlo Felice e da Maria Cristina, i cui rapporti con il De Albertis sono del resto documentati anche in epoca successiva, come si evince da alcune lettere scritte dal pittore nel 1836-38, relativamente ad un ritratto della regina, così ben accolto che "Il gradimento di S.a M.a è la più grande soddisfazione ch'io potessi bramare, e ne sono alla confusione" (ASTO, Archivio Duca di Genova, Casa di Maria Cristina, Belle Arti, fasc. 2, lettera del 5 marzo 1838) (prosegue in Osservazioni)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100207122
  • NUMERO D'INVENTARIO 409
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI telaio, in basso, a destra - CASA DI S.A.R./ il Duca di Genova/ N° 464., su etichetta rettangolare con filetto nero prestampata, corrispondente all'inventario Agliè 1855 - lettere capitali - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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