Apparizione della Madonna con Bambino a San Bernardo

dipinto, 1825 - 1825

Il dipinto, entro cornice lignea intagliata e dorata, raffigura l'apparizione della Madonna col Bambino a San Bernardo. La Vergine appare seduta mentre sorregge il Bambino benedicente sulle ginocchia. Il santo è raffigurato in ginocchio in un interno con finestra sulla destra, da cui è visibile la luna. L'ambientazione serale o notturna è confermata dalla presenza della candela appoggiata al tavolino presente sulla destra

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 46
    Larghezza: 33
  • ATTRIBUZIONI Serangeli Gioacchino (1768/ 1852)
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Rileggendo a ritroso gli inventari del castello emerge che il dipinto è documentato nel sito attuale a partire dal 1876, nel 1855 si trovava in locali di deposito e precedentemente nell' "Oratorio privato con annessa Sagrestia" n. 12, attiguo alla sala gialla dell'appartamento reale, dove appare fin dal 1826. I registri più antichi indicano il dipinto come "abbozzetto ... con piccola cornice intagliata di gusto gottico in nero e oro" per una pala d'altare dell'abbazia di Alta Comba. Anche la bibliografia ha più volte ripetuto la relazione con l'opera commissionata nel 1826 per la cappella di Belley, raffigurante "L'apparizione della Vergine a S. Bernardo - soggetto scelto in quanto l'abbazia è affidata all'ordine dei monaci Cistercensi, fondato da quel santo" (cfr. Piergiorgio Dragone, "Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1800-1830", Torino 2002, p. 239). La pala di Serangeli è raffigurata in una tela di Giovanni Battista Migliara, l' "Interno della cappella detta di Bellei in Altacomba, dove riposano le ceneri di S. M. Carlo Felice", del 1833, conservata in Galleria d'Arte Moderna a Torino (cfr. Piergiorgio Dragone, "Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1830-1865", Torino 2001, p. 8). "Nella composizione, negli elementi raffaelleschi della Vergine con il Bambino, nella generale atmosfera del quadretto ricca, e non solo nella cornice, di tratti che evocano un favoloso medioevo, il dipinto mostra chiare derivazioni da Ingres (cfr. voce biografica in E. Castelnuovo-M. Rosci, a cura di, "Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna 1773-1861", catalogo della mostra, Torino 1980, v. III p. 1486 e v. I p. 353 cat. n. 330 di Castelnuovo E.). Il bozzetto, "di pronunciato gusto trobadour" (cfr. voce biografica di G. Gaia in "La pittura in Italia. L'Ottocento", Milano 1990, vol. II pp.1020-1021), è stato pubblicato nuovamente da Enrico Castelnuovo, il quale sottolinea come " le forme <<à la Ingres>>" sono inserite nella cornice neo-gotica dovute alla "regia di Melano", che impone forme ogivali (cfr. E. Castelnuovo, "Hautecombe: un paradigma di <>". Estratto da "Giuseppe Jappelli e il suo tempo", a cura di G. Mazzi. Congresso internazionale di studi, 21-24 Settembre 1977, Padova 1982, p. 129 f. 5). Secondo Edith Gabrielli il "bozzetto di Gioacchino Serangeli per la pala dell'Abbazia di Altacomba ... va collocato fra il 1820 e il 1826" (cfr. Edith Gabrielli, "Le decorazioni e gli arredi" in D. Biancolini - E. Gabrielli, "Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni", Torino 2001, pp. 61, 98 n. 335). La documentazione d'archivio consultata per il cantiere decorativo d'Hautecombe rivela che la commissione della pala d'altare risale al 1825 ed il pagamento a febbraio 1826, per cui si desume che il bozzetto sia stato eseguito nel secondo semestre del 1825. Le prime notizie sul'attività di Gioacchino Serangeli (Roma 1768-Torino 12 gennaio 1852) risalgono al periodo della dominazione francese: "allievo del David all'Ecole des Beaux Arts di Parigi, negli anni della rivoluzione è ricordato dal maestro ... tra i suoi migliori discepoli" (cfr. Giuseppe Luigi Marini, "Il valore dei dipinti dell'Ottocento e del primo Novecento", XIX edizione 2001-2002, Torino 2001, pp. 708-710). Tornato in Italia nel 1812, si stabilì a Milano e nel 1824 a Torino, dove fu chiamato a far parte del corpo docente dell'Accademia di Belle Arti. Nel 1826 fu nominato da Carlo Felice "pittore di corte" e ricevette importanti commissioni per Palazzo Reale e per il Castello di Govone. Con l'ascesa al trono di Carlo Alberto, "l'attività di Serangeli conobbe un nuovo incremento con la commissione di numerosi dipinti per il Palazzo Reale di Torino" con temi religiosi, ritratti di beati sabaudi e di personaggi della storia subalpina (cfr. Piergiorgio Dragone, "Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1800-1830", Torino 2002, p. 365 di Manchinu P.)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100207057
  • NUMERO D'INVENTARIO 619
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI retro, in basso, al centro, in nero - 2502 - numeri arabi - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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