cielo di baldacchino, opera isolata - manifattura milanese (terzo quarto sec. XVIII)

cielo di baldacchino, 1750 - 1774

Il manufatto è eseguito con 35 pannelli di damasco rosso broccato con oro filato. Il tessuto è decorato con una rete di cornici dorate mistilinee, con andamento a scacchiera, che racchiudono un fiore stilizzato. I motivi broccati in oro sono sottolineati da piccoli motivi floreali realizzati con la tecnica del damasco. E' rifinito con frange in oro filato di due altezze differenti: quelle più lunghe rifiniscono l'orlo maggiore delle cortine, mentre le frange più corte, i lati brevi. E' foderato con 3 pannelli di tela di canapa color beige. L'iscrizione è eseguita su una base di raso di seta rossa e ricamata con oro filato e lamellare. Sui lati più lungo del cielo sono presenti 6 fori, mentre altri quattro sono posti agli angoli

  • OGGETTO cielo di baldacchino
  • MATERIA E TECNICA filo dorato/ lavorazione a telaio
    filo d'oro/ ricamo
    SETA DAMASCATA
    seta/ raso
    seta/ tessuto/ broccatura
    tela di canapa
    tela di lino
  • MISURE Altezza: 335
    Larghezza: 240
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Milanese
  • LOCALIZZAZIONE Borgosesia (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il decoro del tessuto appare legato a modelli francesi, secondo un gusto che si diffuse già dalla metà del Seicento (I. SILVESTRI, Il tessile nella decorazione degli interni del XVII secolo, in D. DEVOTI e M. CUOGHI COSTANTINI (a cura di), Musei Civici di Modena. La collezione Gandini. Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, p.29); che le manifatture europee guardassero con attenzione alla produzione francese è inoltre dimostrato dal raffronto con il damasco broccato del Musée des Tissus di Lione, datato intorno al 1750: appare identico il motivo delle incorniciature mistilinee che reggono frutti, grappoli d'uva e bacche, l'idea di far reggere la palmetta centrale da una coppia di tralci fronzuti, o il disegno del damasco che crea quasi un effetto di spessore alla composizione (M. BOUZARD, La Soierie Lyonnaise du XVIIIe au XXe siècle dans les collections du musée des Tissus de Lyon, Lione 1999, pp. 18-19, scheda n. 7). Rispetto a questo manufatto, il damasco di Borgosesia presenta minime varianti, soprattutto nella resa più sontuosa di alcuni elementi vegetali, quali i grappoli d'uva sulle cornici o i grappoli di bacche sorretti da tre frutti stilizzati, posti nei punti di congiunzioni delle maglie, e infine i tralci fioriti e fronzuti che incorniciano la palmetta centrale. Si può quindi ipotizzare che nelle manifatture tessili milanesi, da dove assai probabilmente venne realizzato il damasco, circolasse un disegno o un manufatto simile a quello attualmente conservato a Lione, che venne copiato, introducendo piccolissime varianti. La distanza cronologica fra i cielo del baldacchino e il tessuto francese può essere spiegata con l'evoluzione più lenta e meno convulsa delle stoffe per arredamento e per la chiesa: se infatti il Settecento, soprattutto per i manufatti creati per l'abbigliamento, prevedeva disegni e colori nuovi ogni anno (C. PONI, Mode et innovation: les stratégies des marcands en sois de Lyon au XVIII° siècle, in"Revue d'Histoire Moderne et Contemporaine", tomo 45-3, 1998, pp. 589-625), per i tessuti ideati per l'arredo e l'ambito ecclesiastico i cambiamenti erano moltio più lenti. Uno stesso disegno poteva essere riprodotto invariato non solo per decenni, ma anche per secoli (I. SILVESTRI, 1993, p.27). Ad esempio, il noto motivo"della palma", creato probabilmente nel primo quarto del Settecento (sul disegno "delle palme" si veda M. CATALDI GALLO, Tessuti Genovesi del Seicento nuove proposte di ricerca, Genova 1994, cap. III, pp. 21-22; R. ORSI LANDINI e M. CATALDI GALLO, Tessuti genovesi: tecnica e decori, in M. CATALDI GALLO (a cura di), Arte e lusso della seta a Genova dal '500 al '700, catalogo della mostra di Genova, Torino 2000, pp. 104-105), è presente sulle tappezzerie alle spalle di Maria Luisa di Parma, regina di Spagna, ritratta nel 1765 da Laurent Pécheux per il dipinto conservato presso Palazzo Pitti a Firenze (M. CHIARINI (a cura di), Visite reali a Palazzo Pitti. Ritratti dal XVI al XVIII secolo, catalogo della mostra, Firenze1995, p. 67, scheda n. 33) ed è stato stampato su un "papier peint" dalla manifattura parigina Jacquemart & Bénard dopo il 1791 (Comme un jardin. Le végétal dans les étoffes imprimées et le papier peint, catalogo della mostra di Mulhouse e Rixheim, Aix-en-Provence 2002, pp. 14-15, scheda n. 4 di J. Jacqué)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205660
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI entro tabella, in centro - 1772/ BENEFATTORI/ DELLA PARCC DI/ BORGOSESIA/ ABITANTI/ IN MILANO - lettere capitali - a ricamo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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