manipolo, serie - manifattura francese (terzo quarto sec. XVIII)

manipolo, 1760 - 1770

Entrambi i manipoli sono realizzati con 6 frammenti di tessuto. Il primo è foderato con 5 frammenti di taffetas di seta ecrù, mentre per il secondo sono stati impiegati 2 frammenti ed è foderato con frammenti della stessa stoffa. Le tre croci, poste al centro del troncone e sulle alette, sono eseguite con il gallone Il gallone più sottile è impiegato per rifinire i bordi delle alette Sul retro, al centro, è stato applicato, sulla prima insegna, un nastro in gros sintetico ecrù; sulla seconda un nastro in tela di cotone ecrù

  • OGGETTO manipolo
  • MATERIA E TECNICA cotone/ raso
    filato di seta sintetico
    filo d'argento/ lavorazione a telaio
    seta/ broccata
    seta/ cannellato
    seta/ taffetas
  • MISURE Altezza: 87.5
    Larghezza: 22.5
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il decoro del tessuto, nato per l'abbigliamento femminile, costituisce una delle innumerevoli varianti del meandro, motivo decorativo che caratterizza la produzione tessile nel terzo quarto del Settecento. Alcuni elementi della composizione, però, ci permettono di datare il manufatto nel settimo decennio del secolo: sono infatti caratteristiche peculiari di questi anni l'impiego del cannellato per arricchire il fondo e l'andamento meno sinuoso dei meandri che probabilmente si ripetevano più volte sulla pezza (C. BUSS, Seta oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, p. 93). E' confrontabile con manufatti ancorati al settimo decennio del Settecento anche l'accostamento di diversi disegni di fondo eseguiti con orditi di pelo, come testimoniano due frammenti conservati presso il Museo Ratti (C. BUSS, 1992, pp. 106-107, 112-113), il piviale conservato presso il Museo Diocesano di Brescia (Indue me Domine. I tessuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia 1998, pp. 156-157, scheda n. 54 di A Geromel Pauletti) il parato della chiesa parrocchiale di Venzone (M. VILLOTTA (a cura di), I paramenti sacri tra storia e tutela, Tavagnacco 1996, pp. 176-177, scheda n. 65 di M. Lunazzi Mansi) e, infine l'insieme liturgico della cattedrale di Cividade ( ID. pp. 198-199, scheda n. 76 di A. Argentieri Zanetti) L'idea di far avvinghiare il boa di pelliccia intorno ad un tralcio la possiamo ritrovare in una pianeta della Chiesa di Santa Maria in Provenzano a Siena (M. CIATTI (a cura di), "drappi, velluti, taffettà et altre cose". Antichi tessuti a Siena e nel suo territorio, catalogo della mostra, Siena 1994 p. 197, scheda n. 125 di S. Bogi), in una tunicella della chiesa di San Rocco a Lugano (A. GALIZIA (a cura di), I riti e le stoffe. Vesti liturgiche e apparati processionali nel Canton Ticino dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Rancate, Lugano 2002, p. 80, scheda n. 29) e in un disegno, di ambito francese, conservato al Victoria and Albert Museum di Londra, inv. T. 423-1972 (N. ROTHSTEIN, L'etoffe de l'elegance. Soieries et dessins pour soie du XVIII° siècle, Paigi 1990, pp. 158-159, n. 296) Infine appare tipico di questi anni l'utilizzo della pelliccia nel decoro dei tessuti, come ci illustrano le numerose testimonianze, ad esempio il tessuto impiegato per un parato, ascritto alla Francia e datato al 1760-1770, conservato presso la chiesa di Santa Maria del Carmine a Milano (C. BUSS, 1992, p. 102), il coevo cannelé simpleté broccato impiegato per un parato conservato a Serradifalco, il cui disegno appare assi vicino a quello di una disegno per tessuti conservato presso la Civica Raccolta delle Stampe "A: Bertarelli" ( sul parato cfr. G. CANTELLI (a cura di), Magnificenza nell'arte tessile della Sicilia centro-meridionale. Ricami, sete e broccati delle Diocesi di Caltanissetta e Piazza Armerina, catalogo della mostra di Vicenza, Catania 2000, pp. 560-561, scheda n. 100 di V. Sola; sul disegno si veda anche C. BUSS, 1992, p. 11), due dalmatiche, attribuite a manifattura francese e datate al 1760, conservate a Caltanissetta (G. CANTELLI (a cura di), 2000, pp. 562-563, scheda n. 101 di J. L. Santoro), il parato del 1760-1765 in taffetas liseré broccato della Collezioni Cini (D. DAVANZO POLI, La collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti antichi, Venezia 1989, p. 166, scheda n. 148), il piviale , datato al 1765, dell'Art Institute di Chicago (C. C. MAYER THURMAN, Textiles in the Art Institute of Chicago, Chicago 1992, pp. 52-53) e, infine, la messa in carta, colocata intorno al 1760, conservata presso il Musée historique des tissus di Lione (C. ARIBAUD, Soieries en Sacristie. Fastes liturgiques. XVII° - XVIII° siècles, catalogo della mostra di Tolosa, Parigi 1998, p. 121 e p. 175, scheda n. 112). In assenza di dati documentari si ipotizza che il tessuto, nato per l'abbigliamento femminile, sia uscito da una manifattura francese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205545-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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